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“Vittorio Feltri si dimette da giornalista”: lo annuncia il Giornale

Lo annuncia “il Giornale” di Alessandro Sallusti, scrivendo che Vittorio Feltri si sarebbe dimesso dall’Ordine dei giornalisti per evitare il bavaglio e una possibile radiazione: “Perché lo abbia fatto lo spiegherà lui, ma io immagino che sia una scelta dolorosa per sottrarsi una volta per tutte all’accanimento con cui da anni l’Ordine dei giornalisti cerca di imbavagliarlo e limitarne la libertà di pensiero a colpi di processi disciplinari per presunti reati di opinione e continue minacce di sospensione e radiazione”
A cura di Annalisa Girardi
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Vittorio Feltri si sarebbe dimesso dall'Ordine dei giornalisti. A dare l'annuncio è "il Giornale", guidato da Alessandro Sallusti, che titola in prima pagina: "Feltri si dimette da giornalista". Su Libero, il quotidiano fondato da Feltri nel 2000, la notizia non viene invece data al momento. "Perché lo abbia fatto lo spiegherà lui, ma io immagino che sia una scelta dolorosa per sottrarsi una volta per tutte all'accanimento con cui da anni l’Ordine dei giornalisti cerca di imbavagliarlo e limitarne la libertà di pensiero a colpi di processi disciplinari per presunti reati di opinione e continue minacce di sospensione e radiazione", scrive Sallusti.

Secondo il direttore del Giornale, quindi, Feltri si sarebbe dimesso contro i tentativi da parte dell'Ordine dei giornalisti di reprimere le sue parole. Come quelle sui meridionali, sui musulmani o gli omosessuali. "Dovere sapere che per esercitare la professione di giornalista bisogna essere iscritti all’Ordine – inventato dal fascismo per controllare l’informazione – e sottostare alle sue regole deontologiche, che oggi vengono applicate con libero arbitrio da colleghi che si ergono a giudici del pensiero altrui in barba all’articolo 21 della Costituzione, che garantisce a qualsiasi cittadino la libertà di espressione in ogni forma e con ogni mezzo", prosegue Sallusti. Per poi aggiungere: "In pratica puoi fare il giornalista solo se ti adegui al pensiero dominante, al politicamente corretto. Chi sgarra finisce nelle grinfie del soviet che, soprattutto se non ti penti pubblicamente, ti condanna alla morte professionale. A quel punto sei fritto: nessun giornale può più pubblicare i tuoi scritti e se un direttore dovesse ospitarti da iscritto sospeso o radiato farebbe automaticamente la stessa fine".

E infine: "Se invece ti dimetti dall’Ordine, è vero che non puoi più esercitare la professione – e quindi neppure dirigere -, ma uscendo dal controllo politico puoi scrivere ovunque, senza compenso, come qualsiasi comune cittadino. In sostanza. Per potere continuare a scrivere, Vittorio Feltri – immaginando di essere di qui a poco ghigliottinato, penso io – ha dovuto rinunciare al suo mestiere".

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