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Verso la nomina dei sottosegretari, chi potrebbe entrare nel governo Draghi

In queste ore si va componendo anche lo schema dei sottosegretari del governo Draghi. I nomi però non saranno ufficiali prima di sabato, ma potrebbero arrivare anche all’inizio della prossima settimana. Non si sa ancora quanti saranno indica direttamente dal premier. Mentre i partiti discutono, il nuovo esecutivo attende la fiducia del Parlamento: domani il voto al Senato e giovedì alla Camera.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo aver composto la sua squadra dei ministri, 23 tra tecnici e politici, per il presidente del Consiglio Draghi il passo successivo, una volta ottenuta la fiducia del Parlamento, è la scelta dei sottosegretari. Questi vengono nominati con decreto del Capo dello Stato, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto ministro con cui il sottosegretario dovrà lavorare a stretto contatto, sentito il parere del Consiglio dei ministri. I nomi definitivi probabilmente non si avranno prima di sabato, ma l'ufficializzazione potrebbe arrivare anche all'inizio della prossima settimana. È difficile ancora stabilire quanto sarà cospicua la quota di tecnici, chiamati direttamente da Draghi.

Il segretario del Pd Zingaretti, alle prese con i malumori interni per l'assenza di ministre dem nel governo, ha assicurato che darà la precedenza alle donne del partito. Una scelta che di certo non potrà risarcire il ‘vulnus' di rappresentanza democratica, ma che servirà quantomeno a riequilibrare la presenza di uomini e donne nelle posizioni di potere. Anche nel M5s si stenta a placare il malcontento, perché gli attivisti, che chiedono di votare una seconda volta su Rousseau per decidere se votare o meno la fiducia al governo Draghi, sono rimasti delusi dagli incarichi ottenuti dai pentastellati, davanti all'assegnazione di ministeri di peso a Lega e Forza Italia. La posta in gioco è alta.

Nello schema dei nomi che girano in queste si cerca di tenere insieme le aspettative di tutti. In pole position per la Lega ci sono Stefano Candiani all'Interno, Giulia Bongiorno alla Giustizia, Guglielmo Pepe al Sud, Lucia Borgonzoni ai Beni culturali.

Per Forza Italia sono in lizza Francesco Battistoni all'Agricoltura, Andrea Mandelli alla Salute, Francesco Paolo Sisto alla Giustizia, e ancora il deputato Cosimo Sibilia, Marco Marin o Paolo Barelli allo Sport. Il M5s potrebbe vedere riconfermati Laura Castelli ancora al Mef, Carlo Sibilia all'Interno, Pierpaolo Sileri alla Salute, Giancarlo Cancelleri ai Trasporti, Vito Crimi alla Giustizia. In odore di nomina Stefano Buffagni al neo ministero per la Transizione ecologica, dicastero fortemente voluto da Beppe Grillo; Andrea Cioffi potrebbe andare al Mef, mentre Luigi Gallo alla Scuola (in alternativa si fa il nome di Gianluca Vacca); all'innovazione tecnologica, ministero guidato da Colao, potrebbe andare il pentastellato Carabetta.

Il Partito Democratico punta su alcuni nomi del governo uscente: Simona Malpezzi ai Rapporti con il Parlamento, Marina Sereni agli Esteri, Alessia Morani al Mise, Francesca Puglisi al Lavoro, Anna Ascani alla Scuola, Lorenza Bonaccorsi alla Cultura, Sandra Zampa alla Salute; per la Giustizia si fanno i nomi di Andrea Giorgis o Valeria Valente, Antonio Misiani all'Economia, Matteo Mauri all'Interno. Mentre al Mef potrebbe essere indicata l'ex ministra alla Pa del governo Renzi Marianna Madia.

Italia viva potrebbe ottenere un posto come sottosegretario al Mef per Luigi Marattin; ma si parla anche di Gennaro Migliore o Lucia Annibali alla Giustizia, e Francesco Scoma alle Politiche Agricole. A Ettore Rosato potrebbe essere affidata la vicepresidenza della Camera.

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