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Su Rousseau voto in corso su Statuto, attivisti M5s vogliono esprimersi di nuovo su governo Draghi

Una nuova petizione firmata da circa un centinaio di militanti M5s, indirizzata al capo politico o al Garante Beppe Grillo, chiede di ridare la parola agli attivisti, per permettere loro di esprimersi di nuovo sull’esecutivo Draghi, “sulla base di un quesito onesto, sincero, veritiero e reale sul ruolo del Movimento 5 stelle nel governo”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Mentre una parte degli attivisti del M5s continua a chiedere una nuova consultazione su Rousseau per potersi esprimere su un nuovo quesito sul governo Draghi, questa volta strutturato senza artifici retorici, il Movimento è impegnato oggi con un nuovo voto, il secondo, per modificare lo Statuto e sostituire la figura del capo politico con un Comitato di cinque membri, che rimarrebbe in carica tre anni. I risultati, viene specificato sul Blog delle stelle, saranno pubblicati dopo le ore 14 di domani, mercoledì 17 febbraio, proprio nel giorno in cui il presidente del Consiglio Mario Draghi esporrà il suo programma al Senato.

La votazione di è aperta oggi alle 12. Si tratta appunto di una nuova chance perché la scorsa settimana non si è raggiunto il quorum necessario per ritenere valido il risultato. Con questa seconda convocazione, invece, "la votazione è valida qualunque sia il numero dei partecipanti e l'esito è rimesso alla maggioranza dei voti espressi". Sulla piattaforma Rousseau degli iscritti potranno esprimersi fino a domani alle 12 su sei quesiti che riguardano lo Statuto del Movimento. In particolare viene riproposto il questo relativo all'introduzione del Comitato direttivo, al cui interno, a rotazione annuale, sarà individuato chi svolgerà le funzioni di rappresentante legale.

L'esito della scorsa votazione sulla piattaforma online su questo punto aveva registrato 24.340 (83,5 per cento) voti favorevoli, mentre i contrari erano stati 4.793 (16,5 per cento). I votanti erano stati pari a 29.133.

Attivisti chiedono nuovo voto sul governo Draghi

Intanto una nuova petizione, che reca le firme di circa un centinaio i firmatari, tra i quali anche le senatrici Barbara Lezzi e Laura Granato, chiede ai vertici di indire una seconda votazione su Rousseau. Non c'è traccia nel nuovo governo Draghi del super ministero per la transizione ecologica, che avrebbe dovuto unire le competenze dei ministeri dell'Ambiente, dei Trasporti e dello Sviluppo economico, che era stato promesso. Inoltre il M5s avrebbe ottenuto poco nella spartizione dei ministeri: oltre alla conferma di Di Maio agli Esteri e D'Incà, è stato affidato un ministero a Dadone per le Politiche giovanili, mentre Stefano Patuanelli è stato ‘spostato' all'Agricoltura. Gli attivisti pertanto, rivolgendosi "al Capo Politico pro tempore o in sua vece al Garante" una nuova consultazione "che ponga gli scritti nella possibilità di esprimersi sulla base di un quesito onesto, sincero, veritiero e reale sul ruolo del Movimento 5 stelle nel governo Draghi, e quindi una chiara espressione di voto degli iscritti, tale da consentire ai portavoce nazionali di non avere dubbi sull'indirizzo politico dell'Assemblea al quale uniformarsi".

E ancora, si invoca il no all'espulsione dei parlamentari che "dovranno quindi votare secondo coscienza rispondendo della loro personale fiducia ad un governo presieduto da colui nel quale non abbiamo mai riposto grande considerazione per le sue pregresse scelte e azioni politiche".

Si chiede infine di poter valutare "le responsabilità personali dell'attuale capo politico pro tempore e del Comitato di garanzia per l'avallo di una consultazione ingannevole" e "l'immediato sollevamento dagli incarichi per i menzionati responsabili con l'applicazione della sospensione preventiva, in attesa degli esiti delle procedure disciplinari a loro carico, per tutte le gravi conseguenze causate dal loro comportamento e contrarie allo Statuto". Tra gli altri ‘portavoce' che hanno aderito ci sono Luisa Angrisani e le consigliere regionali di Lazio e Campania, Francesca De Vito e Marì Muscarà.

Ieri lo stesso Davide Casaleggio aveva chiesto di concedere ai parlamentari dissidenti la possibilità dell'astensione, come compromesso per evitare rotture radicali, per "non creare una divisione nel gruppo parlamentare". Non è escluso che lo stesso Beppe Grillo possa tornare a Roma una terza volta, dopo che era sceso per due volte durante le consultazioni, per cercare di sedare gli animi.

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