53 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Valditara contro la scuola che esenta i musulmani dallo studio di Dante: “Ripudiarlo è come rifiutare noi stessi”

Dopo Matteo Salvini, anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara si schiera contro la scelta della scuola media di Treviso di dispensare due studenti musulmani dallo studio della Divina commedia per motivi religiosi. “Ripudiare Dante significa rifiutare noi stessi”, ha dichiarato,
A cura di Giulia Casula
53 CONDIVISIONI
Immagine

Dopo il vicepremier Matteo Salvini, anche il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara si schiera contro la scuola media di Treviso, dove due alunni sono stati dispensati dallo studio della Divina commedia in quanto musulmani. "Ripudiare Dante, che è il pilastro della lingua e della cultura italiana, significa rifiutare noi stessi", ha detto il ministro. "Abbiamo mandato gli ispettori: esamineranno bene quel che è accaduto, faranno una relazione e sulla base di questa relazione l'ufficio scolastico regionale prenderà i suoi provvedimenti".

Secondo il ministro, una scuola che si "‘auto-censura" come quella trevigiana "non è né democratica né liberale, ma estranea allo spirito della Costituzione. Basti pensare a quante volte Dante viene citato nel dibattito dei padri costituenti". Negli scorsi giorni anche il leader della Lega si era detto "sconvolto" per la vicenda. "Siamo alla follia. Dante islamofobo? La colpa è di quello pseudo-professore che ha dato ragione alle famiglie che lo pensavano", aveva dichiarato Salvini.

Intervistato dal Messaggero, Valditara ha poi insistito sull'importanza di conoscere l'italiano per "chi arriva nel nostro Paese e si iscrive nelle nostre scuole. Abbiamo la necessità, oltre che la volontà, di includere, però dobbiamo essere consapevoli e rendere consapevoli tutti che la nostra società non si fonda solo su diritti ma anche su doveri. Se non si conosce bene la nostra lingua non si può conoscere la nostra cultura e non si possono apprendere le regole del nostro vivere civile", ha aggiunto. "Insegnare a tutti i ragazzi i giganti della nostra cultura li renda veramente liberi".

Per il ministro "bisogna potenziare il sostegno e l'insegnamento dell'italiano"

Oggi il ministro dell'Istruzione è anche intervenuto al panel ‘Perché serve una scuola di talenti' organizzato dal Festival dell'Economia di Trento. "La scuola è un modello costituzionale che mette lo studente al centro, valorizzandolo con inclusione. Ci sono 85mila insegnanti di sostegno che non hanno la specializzazione per il sostegno. Questo dato deve far riflettere. Dobbiamo garantire ai giovani con disabilità un supporto di qualità e specializzato. Il mondo universitario, nonostante gli sforzi, non riesce a dare una specializzazione a una massa così importante ai docenti precari. L'idea è stata quella di dare a Indire un ruolo sussidiario alla formazione", ha dichiarato a proposito del nuovo pacchetto di misure sulla scuola appena varato. "L'obiettivo è dare la specializzazione a tutti i docenti a cui manca".

Valditara è poi tornato sul tasso di dispersione degli studenti stranieri che nel nostro paese "è del 30 per cento, il più alto d'Europa. Vuol dire che non hanno futuro. I dati Invalsi ci attestano che sull'italiano c'è una preparazione in deficit del 22%. Significa che lo studente è un anno indietro rispetto al compagno di classe", ha aggiunto annunciando nuovi "finanziamenti e reclutamento apposito dal 2025 di docenti che seguiranno gli studenti stranieri più in difficoltà. Al pomeriggio ci saranno corsi di potenziamento sulla lingua italiana".

Per il ministro inoltre,"bisogna riportare all'interno della scuola la cultura del rispetto, ridando autorevolezza ai docenti e ai dirigenti scolastici. Accanto alla valorizzazione dei talenti, bisogna responsabilizzare i giovani. Chi rompe paga, chi sbaglia paga. Il voto di condotta serve per far sì che il docente abbia uno strumento ulteriore per affermare la sua autorevolezza nella classe ma anche per responsabilizzare gli studenti", ha aggiunto. "Chi sfascia la scuola, chi prende a pugni un docente bisogna sanzionarlo nell'ottica della responsabilizzazione. Di fronte a un ragazzo che aggredisce un docente la sospensione di qualche giorno è un regalo. Invece ci vuole più scuola per fare capire perché quel comportamento è sbagliato. Lo studente deve capire che è immerso in una società". Anche per questo motivo, "il governo vuole ridare autorevolezza a tutti i docenti che svolgono una funzione fondamentale per i nostri figli. La scuola è fondamentale. I docenti devono essere rivalutati socialmente anche a livello di retribuzione", ha concluso Valditara.

53 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views