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Ucraina, Todde (M5s) a Fanpage: “Manifestazioni indeboliscono Italia? Follia, pace non è debolezza”

La vicepresidente del Movimento 5 Stelle, appena eletta deputata, spiega in un’intervista a Fanpage.it la posizione del suo partito sulla guerra in Ucraina e sulla manifestazione lanciata da Conte: “Una follia pensare che indebolisca l’Italia, pace non può essere una parola associata alla debolezza”. Poi Todde promette battaglia per difendere il reddito di cittadinanza, ma il Movimento è pronto al confronto sulle misure anti-crisi.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Pensare che le manifestazioni per la pace indeboliscano la posizione dell'Italia è "una follia". Non ha dubbi Alessandra Todde, vicepresidente del Movimento 5 Stelle appena eletta deputata, intervistata da Fanpage.it. Le polemiche sulla posizione del suo partito sulla guerra in Ucraina continuano a far discutere, ma volere la pace "non è debolezza".

C’è una nuova escalation in Ucraina che preoccupa il mondo intero. Siete stati molto criticati per le vostre posizioni sull’invio di armi e in generale su questo conflitto. Ora che Putin è tornato a colpire violentemente e minaccia di farlo ancor più duramente, qual è la strada?

Guardi, come prima cosa voglio condannare con fermezza i raid russi contro sette città ucraine che hanno colpito la popolazione civile, donne e bambini in primis. Un atto barbaro, vigliacco e criminale che ha aggiunto altro orrore agli scenari di guerra a cui stiamo assistendo. La guerra va avanti ormai da sette mesi e l'unica certezza è un'escalation militare con il rischio di allargare il conflitto fino ad una guerra atomica. Ed è una paura globale, che sta smuovendo anche l’opinione pubblica americana, lo stesso Biden, le Nazioni Unite. La Russia ha seimila testate nucleari e chi ancora oggi ripete che questa guerra finirà con la sconfitta militare di Putin non si rende conto dei rischi globali che stiamo correndo. Cito spesso la simulazione elaborata dal programma Science and Global Security (SGS) dell'Università di Princeton: un’escalation nucleare può significare per il mondo intero 91,5 milioni di morti in poco più di 4 ore di combattimento. Dobbiamo rafforzare il protagonismo dell’Unione Europea e dell'Italia sulla strada della diplomazia, coinvolgendo gli altri partner Ue e uscendo da questa situazione in cui l'Europa sembra non pervenuta nonostante la guerra sia in casa nostra. Alla follia di Putin dobbiamo contrapporre il coraggio della pace, che non è arrendersi. È scriteriato mettere il negoziato e la resa sullo stesso piano. Il negoziato è il solo modo per non stare al gioco di Putin. Fermiamo la guerra ora. L’Europa, culla dei diritti e storicamente paladina della pace, deve prendere parola con determinazione e coraggio. Perché mentre noi temporeggiamo non agendo in questa direzione, lo fanno altri: domani Putin incontra Erdogan, e non per la prima volta.

In tutto ciò, però, all’Ucraina sono già state promesse nuove armi sia dagli Usa che dall’Ue. Perché non aiutare un popolo che, di fatto, è da mesi sotto attacco?

Si rende conto che siamo arrivati al paradosso che dopo mesi di conflitto e migliaia di morti chi chiede pace e negoziati continua a essere bollato come putiniano. Io con Putin, e come me tutto il M5S, non ho nulla da condividere e non ho mai esitato nel condannare le sue azioni totalmente antidemocratiche che ci fanno ribrezzo. Ma non si parla più di negoziato e di come fermare la guerra. Conte ha lanciato l'idea di una conferenza internazionale di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite e il pieno coinvolgimento della Santa Sede. Cosa stiamo aspettando?

Ma sulle armi?

Gli Stati Uniti stanno mandando miliardi di armamenti, ugualmente il Regno Unito, Francia, Germania, l’Europa ha fatto un fondo apposito. Il M5S ha sempre sostenuto l'Ucraina, soprattutto con sanzioni economiche e con la necessità di aiuti militari. Ma dopo queste spedizioni, in questo momento, il problema non è continuare a inviare armi sempre più sofisticate, ma avviare un processo di pace. Mi ha colpito oggi il commento di Lucio Caracciolo su La Stampa: “L’ Ucraina è oggi forse la seconda potenza militare convenzionale d'Europa”. Chi ha scelto la strategia per perseguire la sconfitta militare della Russia, quali garanzie ha che non degeneri in un conflitto nucleare? O che non provochi una grande recessione?

Cosa dovrebbe fare l’Italia per lavorare alla pace quindi? E cosa l’Unione europea?

Come le ho risposto in precedenza, dobbiamo rafforzare il protagonismo dell’Unione Europea e dell'Italia sulla strada della diplomazia, coinvolgendo gli altri partner Ue e soprattutto Cina e India. Questo conflitto ogni giorno che passa diventa sempre più globale: l’Iran manda i droni, la Siria ha sostenuto militarmente la Russia, la Bielorussia minaccia di entrare in guerra, la Turchia gioca da protagonista, Stati Uniti e Gran Bretagna hanno un ruolo centrale, Cina e India osservano attentamente. E l’Europa? Ripeto: alla follia di Putin dobbiamo contrapporre il coraggio della pace, che non è arrendersi e non significa equiparare aggredito con aggressore.

Nella politica è già un caso la manifestazione per la pace lanciata da Conte, da chi si dissocia a chi la rivendica. Chi vi critica dice che così si indebolisce la posizione internazionale dell’Italia, non è così?

È una follia. Indeboliamo la nostra posizione internazionale perché vogliamo fermare una guerra? Pace non può essere una parola associata alla debolezza. E le parole di Papa Francesco e del Presidente Mattarella non indeboliscono certo la comunità internazionale. Al contrario, ritengo che questa iniziativa rafforzerebbe il ruolo dell’Italia. Una iniziativa con la società civile consentirebbe all’Italia di ritrovare un protagonismo diplomatico, ovviamente coinvolgendo gli altri partner Ue. Invece, avere rapporti con Orban, dire che il modello per l’Europa deve essere la Polonia, parlare ai comizi di un partito franchista come Vox, attaccare per anni i partner Ue per poi cambiare completamente approccio in poche ore, non ci indebolisce?

Giorgia Meloni sarà probabilmente la prima donna premier d’Italia. Sarà all’altezza delle sfide che attendono il Paese? Soprattutto per ciò che riguarda la crisi internazionale ed economica?

La vedremo alla prova dei fatti. Ora mi sembrano molto impegnati a parlare di poltrone, caselle, ruoli in Parlamento e a chi dare più o meno ministri. Sarà interessante vedere al lavoro un governo – composto da un partito che ha preso il 25% stando per anni all’opposizione – che farà scelte in totale continuità con il governo Draghi a cui si è contrapposta in tutti questi mesi.

Voi farete una opposizione dura e intransigente, avete detto. È il momento di una rinascita del rapporto con il Pd? Magari in primavera dopo il congresso dem…

Come abbiamo già detto, non ci sono ad oggi le condizioni per dialogare con l’attuale dirigenza dem. È venuta meno la fiducia e ognuno si è assunto le proprie responsabilità di fronte al Paese. L’appello all'unità andava fatto prima delle elezioni e non dopo. Mi sembra davvero paradossale che l’attuale dirigenza del Pd proponga adesso un dialogo avendo capito di aver sbagliato tutte le scelte politiche negli ultimi tre mesi. Dai banchi dell’opposizione non dobbiamo stringere nessuna alleanza. Se il Pd vorrà seguirci sui nostri temi, quelli per cui ci battiamo da sempre mettendoci la faccia e le idee, non vedo alcun problema. Noi faremo un’opposizione intransigente sui temi che abbiamo condiviso con gli italiani e sui cui abbiamo ricevuto la loro fiducia.

E se il centrodestra dovesse arrivare ad abolire davvero il reddito di cittadinanza, come ha promesso per tutta la campagna elettorale?

Credo che la destra non manterrà quasi nessuna delle promesse fatte: non si parla più di flat tax, usano toni moderati, non vogliono più cancellare il Reddito ma ritoccarlo, non parlano più di blocco navale. Erano le solite promesse da campagna elettorale. Con il Rdc abbiamo difeso le fasce di popolazione più fragili, ne siamo orgogliosi. Gli altri ci accusano di voto di scambio, un’affermazione tremenda la cui gravità non ha eguali, mentre l’Ue ci invita a rafforzarlo in quanto strumento di coesione sociale. Sono preoccupata che una forza di governo ripeta che sia inutile uno strumento che in pandemia ha salvato oltre un milione di persone dalla povertà assoluta. Il reddito di cittadinanza è una conquista sociale che difenderemo con tutta la forza che abbiamo. Saremo sempre dalla parte dei più deboli come dimostrato in tutti questi anni.

Nel frattempo, però, l’emergenza bollette sta mettendo in ginocchio famiglie e imprese. Crescono le proteste di piazza e la sofferenza delle persone. Cosa dovrebbe fare il nuovo governo e siete disposti ad appoggiare misure di interesse nazionale?

Abbiamo detto che faremo un’opposizione intransigente sui nostri temi, chiaro che saremo pronti a confrontarci sulle proposte che il governo farà per affrontare la pandemia energetica. Il tema è il costo dell’energia, dove per costo non intendo solo quello economico. Noi abbiamo delineato nel programma un percorso chiaro, nuovo e realizzabile, basato su misure a breve e medio termine. Tra queste, permettere alle aziende energivore di acquistare energia a un prezzo calmierato grazie all’adeguato finanziamento del fondo Ets. E poi incidere in modo sostanziale sugli extra profitti delle aziende energetiche perché non é tollerabile che alcune abbiano realizzato il 600% dei ricavi mentre famiglie non riescono a pagare le bollette e intere filiere industriali chiudono. La Francia l’ha alzata al 45%, perché noi no? Dobbiamo fissare un tetto al prezzo del gas in Europa, misura fondamentale che abbiamo proposto per primi, combattendo l’egoismo di alcuni paesi europei, senza dimenticare di slegare il prezzo dell’energia elettrica dal prezzo del gas e rendere il prezzo del gas indipendente dal Ttf, il prezzo di borsa olandese. E ancora rinnovare il patrimonio urbanistico nazionale, migliorandone l’efficienza energetica con l’aiuto del Superbonus e promuovere e incentivare la cultura del risparmio energetico, gli investimenti in energie rinnovabili, l’autoproduzione, le comunità energetiche a beneficio delle bollette di famiglie e imprese e della competitività dell’intero sistema-Paese. La nostra strategia è concreta, chiara e pulita. Combattiamo la pandemia energetica dando all’Italia e agli italiani le risposte giuste e necessarie per gettare le basi per un migliore futuro energetico.

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