Ucraina, Lamorgese lancia allarme immigrazione: “Flussi sono già aumentati per la crisi alimentare”
La ministra dell'Interno Luciana Lamorgese è tornata sull'impatto che la guerra in Ucraina avrà sui fenomeni migratori, lanciando un primo allarme sull'aumento dei flussi, anche e soprattutto per la crisi del grano legata al conflitto: "Già ora vediamo incrementati i flussi migratori rispetto a prima, anche per la crisi alimentare, c'è il timore di avere un rischio di povertà ulteriore oltre a quella già vissuta in Paesi dove c'è il già il razionamento del pane, la preoccupazione certamente c'è", ha detto ieri a margine di una visita a Washington.
"Spero che la visita del nostro premier Draghi e degli altri due leader europei a Kiev abbia dato un impulso maggiore per fare in modo che nei tempi più rapidi possibili si possano aprire i corridoi nel Mar Nero per far arrivare il grano in questi Paesi che dipendono per quasi il 90% dal grano ucraino e russo", ha aggiunto la ministra.
Lamorgese ha anche replicato a Matteo Salvini, che ha attaccato il governo proprio per la gestione dei flussi migratori: "Dico sempre che l'immigrazione è problema strutturale e non emergenziale: certo in questo periodo c'è una preoccupazione maggiore per una serie di concause, come la crisi alimentare e la situazione geopolitica in Libia e in Tunisia", ha detto durante la conferenza stampa, aggiungendo che "Con l'accoglienza dei profughi ucraini, abbiamo visto l'Europa come vorremmo vederla, un'Europa unita, solidale, ospitale". La ministra ha voluto ricordare l'accordo raggiunto il 10 giugno tra 15 Paesi per un programma di redistribuzione dei migranti, che prevede l'introduzione di una piattaforma informativa su cui ogni paese potrà offrire le proprie disponibilità per l'accoglienza.
Non è la prima volta che la titolare del Viminale affronta il problema dell'immigrazione, sottolineando la situazione di crisi a catena, innescata dall'invasione russa in Ucraina. Lo aveva già fatto lo scorso 2 giugno in una lunga intervista a Repubblica, in cui aveva sottolineato l'urgenza di "agire in fretta, altrimenti ci troveremo di fronte a un'emergenza umanitaria con un aumento dei flussi migratori diretti verso le frontiere della Ue", visto anche l'aumento degli sbarchi, che generalmente si registra in estate.