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Elezioni politiche 2022

Tutte le soluzioni proposte dai partiti contro i rincari nelle bollette di luce e gas

Dai 30 miliardi chiesti da Salvini alle “utenze di cittadinanza proposte da Meloni, passando per i crediti di imposta alle imprese energivore richiesti da Letta al Recovery Fund energetico di Conte. Ecco tutte le proposte dei partiti contro il caro bollette.
A cura di Annalisa Girardi
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Gli aumenti delle bollette di luce e gas continuano a preoccupare. La crisi energetica, con l'autunno che si avvicina, è diventato un tema preponderante in campagna elettorale: i partiti propongono soluzioni diverse, ma tutti chiedono un urgente immediato al governo uscente guidato da Mario Draghi, per contenere l'emergenza che non ha fatto che aggravarsi con la guerra in Ucraina. La prossima settimana si riunirà anche un Consiglio europeo straordinario per affrontare la questione, ma nel frattempo i leader politici chiedono un'azione immediata.

Salvini rilancia il modello Macron e chiede 30 miliardi contro i rincari

"Continuo a fare appello a tutta la politica, a tutti i partiti a trovarsi, unirsi e risolvere il problema luce e gas. Mi stupisce il silenzio di altri, a sinistra. Abbiamo proposto di copiare la Francia, il modello Macron, che ha deciso di mettere decine di miliardi di euro per un tetto massimo all'aumento delle bollette di luce e gas. All'Italia servono non meno di 30 miliardi di euro": questa è la soluzione di Matteo Salvini, che rilancia appunto il modello francese di Emmanuel Macron e chiede subito 30 miliardi di euro in modo da tagliare le bollette che, visti i rincari esorbitanti, stanno mettendo in ginocchio famiglie e imprese.

Il leader della Lega sottolinea che per far fronte all'emergenza coronavirus sono stati stanziati oltre 165 miliardi di euro: "Questa è un'emergenza che vede la morte non di donne e di uomini, ma di aziende. Servono 30 miliardi di euro, anche a deficit, perché altrimenti sarà una strage di migliaia di posti di lavoro". E ancora: "Parlamento e governo sono in carica, possono e devono intervenire".

Per Letta serve un tetto al prezzo delle bollette

Anche il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, ha proposto un intervento nazionale, a cui affiancare poi quello europeo. "È improcrastinabile un intervento sia in Italia che in Europa per bloccare le bollette e fermare la speculazione in corso sull'energia", ha affermando, dicendosi pronto a sostenere gli interventi del governo. Per poi specificare. "Noi chiediamo  che ci sia un intervento europeo e nazionale. Le due cose vanno tenute insieme però possono essere anche in parte staccate: l'intervento nazionale per noi vuol dire subito il raddoppio del credito di imposta per le imprese, sia quelle energivore che le altre, perché altrimenti le imprese chiudono".

E ancora: "L'altra grande questione è come mettere un tetto alle bollette della luce. Crediamo che questo sia possibile evitando questa sovrapposizione che oggi c'è tra il costo dell'elettricità prodotta da gas e il costo dell'elettricità prodotta da rinnovabili. Staccare queste due cose consente di abbassare le bollette". Per Letta bisogna poi pensare a interventi specifici per le famiglie in difficoltà e di un tetto europeo al prezzo del gas.

Meloni propone le "utenze di cittadinanza"

Da parte sua Giorgia Meloni, che si era anche lei detta favorevole a un tetto al prezzo del gas a livello esclusivamente europeo (in modo da non penalizzare l'Italia sul mercato), ha anche lanciato l'idea delle "utenze di cittadinanza, più che il reddito di cittadinanza". Per poi aggiungere: "Sono disponibile ad andare domani in Parlamento per trovare una soluzione con tutti i partiti".

Le proposte di Calenda, dalla sospensione degli Ets ai rigassificatori

Carlo Calenda lancia una serie di proposte per affrontare i rincari e trovare una soluzione immediata che contenga l'emergenza: "Sospensione dell'Ets; sganciamento del prezzo delle rinnovabili; 10 miliardi sulle energivore e gasivore; il rigassificatore di Piombino ed estendere i sostegni in essere".

Conte rilancia il Recovery Fund energetico

"Il governo purtroppo non ci ha ascoltati e siamo in forte ritardo. Abbiamo chiesto da mesi di spingere in Europa per un Recovery Fund energetico, e qui da noi di ricorrere anche a uno scostamento di bilancio", ha commentato Giuseppe Conte. Per poi aggiungere: "Il Parlamento ora deve subito dare il via libera a un intervento corposo contro il caro bollete per imprese e cittadini. Vanno recuperati immediatamente i 9 miliardi di extraprofitti che il governo ha perso per strada". Il leader M5s ha detto di essere favorevole ai rigassificatori solo se "temporanei e galleggianti per sopperire all'emergenza".

Di Maio chiede un decreto d'emergenza sulle bollette

Per Luigi Di Maio, infine, serve "un decreto d'emergenza, da approvare subito dopo le elezioni, che consenta allo Stato di pagare l'80% delle bollette delle imprese fino alla fine dell'anno". Il taglio alle bollette proposto dal ministro degli Esteri verrebbe a costare circa 13 miliardi e mezzo di euro: "Ma è un intervento necessario perché e le imprese saranno invece costrette a chiudere, i costi per lo Stato saranno ben più alti, pari a decine e decine di miliardi di euro. È un costo che ci possiamo permettere perché lo Stato sta incassando di più per l'effetto dell'Iva e delle accise". Si tratta, ha aggiunto, di una soluzione temporanea in attesa del tetto europeo al prezzo del gas.

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