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Toma (Forza Italia) a Fanpage.it: “Avanti con Berlusconi, ma più poteri a Tajani”

Il presidente del Molise spiega che il “modello Riace” per ripopolare i borghi e integrare gli immigrati può essere studiato, quindi chiede al governo di accelerare sul Pnrr.
A cura di Giacomo Andreoli
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"Berlusconi dovrebbe lasciare più spazio a Tajani per una graduale successione. Il modello Riace? Può essere studiato, potrebbe anche funzionare". Il presidente del Molise Donato Toma, interviene così ai microfoni di Fanpage.it sulla leadership di Forza Italia e sulla questione dell'integrazione dei migranti. L'esponente forzista, quindi, sostiene chi nel partito vorrebbe un ricambio generazionale e non demonizza quanto fatto da Mimmo Lucano in Calabria (a differenza del Tribunale di Locri, che lo ha condannato in primo grado a 13 anni e 2 mesi di reclusione per associazione a delinquere, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina). Non solo: Toma si dice molto preoccupato per l'attuazione sul territorio del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Lei ha lanciato un allarme sul Pnrr, spiegando che bisogna snellire subito le pratiche burocratiche, secondo lei addirittura "raddoppiate" in alcuni casi, che intende?

Facciamo l'esempio dei cosiddetti risolutori dei colli di bottiglia, i mille esperti del Pnrr. Queste persone esaminano le pratiche che poi devono essere riesaminate dai funzionari e dai dirigenti che le firmano: servivano esperti che hanno anche potere di firma, perché così i tempi si fanno biblici. Facciamo un altro esempio: nel momento in cui noi inviamo in Sanità le schede progettuali che ci vengono validate dall'Agenas, la procedura si allunga inviando di nuovo i documenti al ministero della Salute, che li riesamina e ci fa delle osservazioni. A questo punto noi dobbiamo correggere e spedire di nuovo al ministero. E ancora: per l'attribuzione dei 20 milioni necessari a riqualificare i borghi basta il ricorso di un singolo Comune a bloccare la procedura. Da noi è successo e se entro giugno le cose non cambiano rischiamo di perdere quei soldi. Il Tar ha fissato l'udienza a luglio, quindi è un rischio molto concreto.

Quindi servirebbe un nuovo decreto del governo per sbloccare le procedure?

No, basterebbero dei decreti ministeriali, per sbloccare subito le pratiche soprattutto negli ambiti della Sanità e delle Infrastrutture, anche con auto-dichiarazioni di chi deve mandare avanti le procedure. Così il continuo flusso di carte potrebbe essere ridotto e si potrebbe accelerare. Quei due settori sono quelli su cui noi del Molise dobbiamo spingere di più. Servono infrastrutture che vadano in appalto il prima possibile e strutture sanitarie da progettare immediatamente.

Se non si fa niente non si raggiungeranno gli obiettivi di medio periodo, a partire da quelli del 2023?

Esatto, è proprio questo il problema. Purtroppo in Italia la burocrazia sembra essere nel Dna: dobbiamo liberarci di questo retaggio culturale quasi "borbonico", nel senso negativo del termine. Poi aggiungo che manca il personale.

Quante persone andrebbero assunte e dove?

Penso principalmente alle case e agli ospedali di comunità. Servirebbero almeno 300/400 persone oltre alle 900 di cui c'è bisogno ordinariamente. Senza il sacrestano e il prete i fedeli possono andare in chiesa, ma la messa chi la fa? In ogni caso per raggiungere gli obiettivi del Pnrr sulla Sanità stiamo facendo il possibile. Il nostro piano operativo è stato inviato al ministero della Salute e dovrebbe essere approvato entro la fine del mese. Costruiremo 13 case di comunità, 3 centrali operative territoriali, rafforzeremo 2 ospedali di comunità e investiremo in strutture mobili e digitalizzazione. Sulla medicina territoriale legata al Pnrr poi le Regioni non hanno dato l'ok, ma il governo può e deve fare da solo un apposito provvedimento.

Al governo lei chiedeva anche più fondi per ripopolare i borghi. Ma in questo senso non potrebbero aiutare anche gli immigrati?

Sicuramente non gli immigrati ucraini, che sono temporanei e non vedono l'ora di tornare nel Paese di origine. Da altre nazioni dipende. Se prendiamo immigrati africani o mediorientali hanno una cultura diversa e hanno bisogno di più tempo per integrarsi. Comunque potrebbe essere una soluzione, perché quel tipo di immigrazione potrebbe aiutare nel medio periodo, ma nel breve periodo bisogna partire dall'immigrazione interna. La Campania ha quasi 6 milioni di abitanti, con aree di insediamento urbano esagerato. Faccio un esempio: se la provincia di Benevento fosse aggregata al Molise noi avremmo dei confini più ampi, con una popolazione maggiore. Così risolveremmo il dislivello nella densità di popolazione. Io poi sono convinto che se tanti italiani avessero la possibilità di lavorare in questa terra rimarrebbero qui, perché si vive bene. D'altronde gli immigrati da noi non vengono a fare gli imprenditori.

Ne è proprio sicuro, non dipende da quali strumenti gli si offrono?

Portare una popolazione di immigrati stabilmente in Molise, se si hanno delle fabbriche e dei nuclei industriali fortemente sviluppati, potrebbe funzionare. Ma per l'imprenditoria locale non so quanto si possa fare.

Però nei piccoli borghi la piccola imprenditoria si può costruire, il modello Riace lo dimostra.

Secondo me un modello del genere andrebbe studiato. Io non sono contrario completamente e a priori. Dico: vediamo se è applicabile. Noi abbiamo 136 borghi e la stragrande maggioranza non supera i 5mila abitanti: se si consente un'immigrazione proporzionata al numero di abitanti potrebbe funzionare. Certo, con un'immigrazione che cambia usi, costumi e tradizioni dell'area molisana diventerebbe complicato gestire i centri abitati.

Il ministero della Salute ha previsto il riordino dei comitati etici locali, che tra le altre cose sono importanti per attuare la sentenza Cappato sul suicidio assistito. Da questa riorganizzazione resta fuori il Molise, che dovrebbe appoggiarsi ad altre Regioni, lei è d'accordo?

No, è stata una manovra sbagliata. Io chiederò assolutamente di far costituire un comitato etico regionale, in modo che possa intervenire direttamente a favore del territorio.

Berlusconi ha annunciato una nuova "discesa in campo". Lei pensa che sia ancora un leader spendibile per il vostro partito o dovrebbe trovare un sostituto?

Berlusconi rimane un leader indiscusso in Forza Italia, ma bisogna dare più fiducia e spazio al coordinatore Antonio Tajani, un po' messo in ombra dalla forte personalità del fondatore. Berlusconi dovrebbe iniziare a pensare a una graduale e naturale successione, con un ricambio generazionale.

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