Struttura Delta: Lorenza Lei annuncia un’indagine sull’organizzazione che avrebbe gestito l’informazione pubblica per Berlusconi

In Rai ci sarà un'indagine interna per far chiarezza su quella che il quotidiano La Repubblica chiama "la Struttura Delta". Ad annunciarlo è Lorenza Lei, direttore generale del servizio pubblico dal 4 maggio scorso. Alla Procura di Roma verranno chieste le carte sulle intercettazioni effettuate nell'ambito dell'inchiesta sul fallimento della Hdc, la società demoscopica di Luigi Crespi, sondaggista di Berlusconi e inventore del contratto con gli italiani che il Cavaliere firmò in diretta televisiva da Bruno Vespa. Ma andiamo per gradi.
COS'E' LA STRUTTURA DELTA- Il termine "Struttura delta" viene coniato da La Repubblica per indicare un'organizzazione che dal 2005 avrebbe controllato l'informazione del servizio pubblico a favore di Berlusconi. Nell'aprile del 2005 la Procura di Milano indaga su Crespi. Il sondaggista è in contatto con Debora Bergamini (ora deputata del Pdl), ex assistente di Berlusconi, promossa nel 2002 a vice direttore del marketing strategico della Rai. Gli inquirenti, fiutato qualcosa che non va, decidono di mettere sotto controllo il telefono della donna.
Quello che sentono è impressionante e, presto, dall'inchiesta riguardante Crespi si stacca un filone d'indagine riguardante la Bergamini e il suo giro di colleghi Rai. Nell'aprile del 2005 la Rai è una macchina da notizie ritardate e fuorvianti. Muore il papa e l'Italia è chiamata alle urne per scegliere i governatori di 14 regioni, 12 delle quali vanno al centrosinistra. In questo contesto la Struttura Delta opera per evitare di dare ai telespettatori informazioni sfavorevoli al Presidente del Consiglio: parliamo di una squadra della Rai, soprattutto di Rai uno, al servizio del "dottore", appellativo con cui veniva indicato Berlusconi. Obiettivo: creare consenso.
DA CHI ERA COMPOSTA- Tra le persone invischiate in questa storia, oltre alla Bergamini, ci sono Alessio Corla, allora consigliere Rai della maggioranza; Clemente Mimun, allora direttore del Tg1; Fabrizio Del Noce, allora direttore di Rai 1; Gianfranco Comanducci, allora responsabile delle risorse umane della Rai. I soggetti, oggi, continuano a respingere ogni accusa. In effetti sul fronte giudiziario tutto è stato archiviato, ma sapere se esisteva una Struttura Delta e se operava in questo modo non è assolutamente dettaglio da poco.
LE INTERCETTAZIONI- L'esistenza dell'organizzazione sarebbe provata da centinaia di intercettazioni. Ecco qualche esempio. In una telefonata tra la Bergamini e l'allora direttore del Tg1Mimun, quest'ultimo le dice: "Da questa parte lui deve avere il minor numero di danni possibile. L'informazione dev'essere un presidio anti guai". Ancora Mimun, dopo la morte di Giovanni Paolo II, in una conversazione intercettata: "Abbiamo fatto uno sforzo della madonna per far passare il messaggio dell'anticomunismo".
RAISET- Ma la questione non riguardava solo la Rai. Dalle intercettazioni, infatti, emergerebbero frequenti contatti tra gli esponenti della Rai e quelli di Mediaet con l'obiettivo di concordare temi da trattare e comportamenti da assumere per il bene del capo. In un'intercettazione sono a colloquio Debora Bergamini e Nicola Querci, dirigente di Mediaset. La Bergamini parla così al suo interlocutore: "Stasera non è che vi riuscite a mettere una bomba su canale cinque? Cioè guarda che la vedo male per i voti eh. Noi facciamo la prima serata sul due però meno la vedono meglio è".