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Stop armi a Kiev, la mozione di Verdi e Sinistra: “Evitare escalation, o conseguenze drammatiche”

Verdi e Sinistra presentano una mozione per chiedere lo stop all’invio di armi in Ucraina. Lo sforzo diplomatico, si legge, è “l’unica strada possibile per la fine della guerra, per interrompere ulteriori escalation e allargamenti del conflitto e per allontanare scenari drammatici per la sicurezza globale”.
A cura di Annalisa Girardi
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Stop all'invio di armi in Ucraina, serve un cambio di strategia per spingere i negoziati di pace. È quanto affermano in una nota alcuni parlamentari dell'alleanza Verdi e Sinistra, tra cui anche i leader Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, che tornano a chiedere meno armi e più diplomazia. Una mozione che arriva appena prima delle critiche al metodo del governo, che ha chiesto la proroga del via libera per l'invio di armi in Ucraina in un emendamento dei relatori al decreto Calabria.

La premessa della mozione, ad ogni modo, è chiara: "Bisogna ribadire la ferma condanna dell'aggressione russa in Ucraina che si pone in palese violazione del diritto internazionale e che ha aperto uno scenario angosciante di insicurezza globale", si legge nel testo della mozione. Che sottolinea poi il drammatico bilancio che sta pagando la popolazione civile, vittima di bombardamenti e violenza, o costretta ad abbandonare la propria terra.

La situazione che si prefigura sottolineano Verdi e Sinistra, è quella di una guerra di logoramento "destinata a protrarsi sul lungo periodo prolungando e aumentando così il carico di morte, distruzione e sofferenza". Vengono poi citate fonti militari statunitense, secondo cui è inverosimile che Kiev riesca a respingere completamente le truppe russe: insomma, una soluzione militare al conflitto non è immaginabile, per come stanno le cose, ragion per cui il continuo invio di armi non fa che aumentare il livello del conflitto, senza spingere realmente verso la risoluzione.

Infatti, si sottolinea nella mozione, si erano inizialmente inviate armi in Ucraina per permettere a Kiev di difendersi e anche per assicurare migliori condizioni negoziali: "Va però rilevato con estrema preoccupazione l'assenza di qualsiasi percorso negoziale o persino l'individuazione di condizioni concrete e realistiche in cui tale negoziato possa aver luogo. Si osserva invece la debolezza se non l'inesistenza di un ruolo diplomatico da parte dell'Italia e dell'Unione Europea, rispetto alla quale emerge la necessità di una netta inversione di rotta".

La soluzione, continuano Verdi e Sinistra, non può che essere quella di un cambio di strategia "finalizzato a rendere prioritaria la via negoziale per la ricerca della pace e la fine del conflitto". Infatti, proseguono, serve la consapevolezza del fatto che lo sforza negoziale e diplomatico, seppur complesso e difficoltoso, "appresenti l'unica strada possibile per la fine della guerra, per interrompere ulteriori escalation e allargamenti del conflitto e per allontanare scenari drammatici per la sicurezza globale". Si chiede quindi una conferenza di pace dove le Nazioni Unite siano protagoniste, così come l'Unione europea: l'assenza di una forte iniziativa europea finora ha infatti ceduto lo spazio ad altri attori (nella mozione si cita la Turchia), che non sempre dimostrano tra gli interessi primari quello di tutela della democrazia e dei diritti umani.

Verdi e Sinistra puntano poi il dito contro la continua corsa al riarmo e al "scellerato aumento delle spese militari". E ancora: "Si considera questo un pericoloso fattore di instabilità ed una minaccia alla sicurezza globale. È invece necessario lavorare per strutturare percorsi di disarmo, in particolare le armi nucleari. Sebbene il Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) rappresenti ancora oggi un riferimento imprescindibile, i progressi compiuti per quanto riguarda l'obiettivo di disarmo sono ancora molto limitati e i tentativi di conseguire l'universalizzazione del trattato non sono riusciti. Occorre quindi lavorare per un avanzamento significativo che porti allo smantellamento almeno dei missili a lungo e medio raggio in Europa e nella Russia occidentale e una adesione formale ed effettiva anche al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw)".

La mozione conclude ricordando la manifestazione del 5 novembre per la pace, per chiedere un cessate il fuoco e l'avvio di un negoziato di pace. E, infine, le richieste al governo:

  • cambiare strategia e approccio, dando priorità alla costruzione di un processo di pace attraverso i negoziati
  • promuovere le attività dei corpi civili di pace
  • lavorare per una conferenza per la pace guidata dall'Onu
  • interrompere l'invio di armi, stanziando invece risorse su aiuti umanitari e ricostruzione
  • informare il Parlamento sulla natura e la quantità delle armi fornite a Kiev
  • estendere l'applicazione della protezione temporanea europea a tutti coloro che fuggono dalle guerre, non solo agli ucraini.

Non è l'unica mozione presentata per chiedere lo stop alle armi. Anche il Movimento Cinque Stelle ne aveva presentata una chiedendo al governo di coinvolgere il Parlamento e di operarsi per la fine dell'escalation militare.

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