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Sondaggi politici, chi sale e chi scende tra i partiti a fine 2025

Dall’ultimo sondaggio di Termometro politico del 2025 è emerso che Fdi fa un deciso un balzo in avanti, tornando al 30,4%. Continua il testa a testa tra Lega e Forza Italia, questa volta a favore del partito di Matteo Salvini.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'ultimo sondaggio di Termometro politico, con le intenzioni di voto relative allo scorso 19 dicembre, raccolte tra il 16 e 18 dicembre 2025, segnala un risultato record per Fratelli d'Italia, partito di Giorgia Meloni.

Rispetto alla settimana precedente, il sondaggio mostra infatti un rimbalzo positivo per Fdi, che torna al 30,4%, in risalita di ben 4 decimi. Il Pd di Schlein, seconda forza, è al 22,1%, stabile; mentre il M5s cala al 12%, lasciando per strada due decimi. Continua il testa a testa tra Lega e Forza Italia, distanti appena di un decimo (8,7 per il Carroccio, contro 8,6 per gli azzurri). Alleanza Verdi Sinistra scende leggermente (-0,1% rispetto alla settimana precendere) e si ferma al 6,5%. Azione di Calenda, che si chiama fuori dal campo largo, torna a cadere proprio sulla soglia di sbarramento: 3%, in flessione di un decimo. Più sotto troviamo Iv di Renzi, al 2,4%. Ancora indietro si piazza Più Europa, all'1,6%. Subito dopo troviamo Democrazia Sovrana Popolare (1,3%) e Noi Moderati, quarta gamba del centrodestra, con l'1,1%.

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La fiducia per la premier Meloni a fine anno

Secondo l'ultimo Termometro politico, la premier Meloni conclude l'anno con un livello di gradimento poco al di sopra della soglia del 40%. Alla domanda "Ha fiducia nella presidente del Consiglio?", il 26,9% ha risposto "molto"; il 13,2% ha detto "abbastanza"; il 9,6% ha detto "poco"; il 49,8% ha risposto "per nulla"; non risponde solo lo 0,5%.

Usare gli ‘asset russi' per finanziare aiuti all’Ucraina?

Il sondaggio si occupa anche del sostegno dell'Unione Europea all'Ucraina che passa anche dall'utilizzo degli asset russi. Stiamo parlando di soldi investiti da grandi oligarchi e piccoli risparmiatori russi per acquistare titoli di Stato occidentali in stato di congelamento dal 1 marzo 2022, pochi giorni dopo l'inizio dell'invasione da parte di Mosca, come parte del primo pacchetto di sanzioni europee. Bisogna usarli? La maggior parte degli italiani pensa di no. Per il 30,8% "si tratterebbe di un furto, un atto senza precedenti storici, illegale, che farebbe scappare gli investitori mondiali e allungherebbe la guerra". Per un altro 23,7%, leggermente più cauto, "confiscare gli asset, specie se privati, sarebbe un precedente pericoloso, ci espone a rischi legali, meglio trovare altri modi per aiutare l’Ucraina". Nel complesso più di un italiano su due si esprime negativamente sull’uso degli asset russi per aiutare l’Ucraina.

D'altra parte, il 22,7% è fortemente a favore dell’uso degli asset russi come garanzia per gli aiuti finanziari a Kiev: "Sì, è il minimo, abbiamo aspettato fin troppo, l’Ue è stata anche eccessivamente timida con la Russia, visti i crimini che questa compie". Completa il quadro il 15,9% che ritiene che "Sì, è un atto senza precedenti da ponderare bene, ma sono asset in gran parte sovrani, e le circostanze eccezionali lo rendono necessario".

Gli italiani non sono preoccupati per la vendita dei quotidiani del gruppo Gedi

La vendita delle testate del gruppo Gedi è entrata ormai nella fase decisiva: la Repubblica e la Stampa stanno per essere venduti a un gruppo mediatico greco. La questione non preoccupa la maggioranza degli intervistati. Una persona su tre (33,4%) li considera "solo affari, legittimi. Già ora Repubblica e Stampa appartengono a una multinazionale e non sono certo indipendenti e obiettivi, non cambia molto". C'è un altro 22,6% che vede i due quotidiani come rappresentanti del "peggio del giornalismo. Se anche chiudessero non sarebbe certo un danno per gli italiani". In totale, il 56% non considera questa operazione come un problema o qualcosa di negativo.

Un 24,4% ha detto invece che "è un fatto negativo, l’ennesima decisione sbagliata di Elkann" e "se Repubblica e Stampa perderanno indipendenza spero nascano altre testate al loro posto". La risposa minoritaria, data dal 15,7% è quella di chi considera l'operazione "molto pericolosa", perché "è in gioco l’indipendenza e il lavoro dei giornalisti e la libertà di stampa. Il governo dovrebbe occuparsene".

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