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Smart working, come cambia nella Pubblica amministrazione: in arrivo regole contrattuali

Lo smart working nella Pubblica amministrazione non verrà completamente cancellato, ma resterà per circa il 15% dei dipendenti. Ma sarà migliorato, con l’introduzione di regole contrattuali e strumenti per disconnessione, produttività e risultati. E nel frattempo il governo valuta come estendere l’utilizzo del Green Pass obbligatorio anche ai dipendenti pubblici.
A cura di Annalisa Girardi
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Lo smart working nella Pubblica amministrazione non verrà completamente cancellato, ma resterà per circa il 15% dei dipendenti. A spiegarlo è lo stesso ministro per la Pa, Renato Brunetta, in un'intervista con il Corriere della Sera. Che puntualizza come su questa modalità di lavoro verranno presto definite "regole contrattuali per disconnessione, produttività e risultati". Il ministro ha affermato: "Dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici gran parte ha continuato a lavorare sempre in presenza: la sanità, le forze dell'ordine. La scuola sta per ripartire. Adesso è bene che anche tutti gli altri tornino per sostenere la ripresa del Paese".

Tuttavia, lo smart working resterà per una quota. Appunto, il 15%. Ma dovrà essere migliorato: "Lo smart working non ha avuto una regolazione contrattuale, nessuna garanzia di sicurezza o di disconnessione. Non c'è stata neppure nessuna piattaforma ufficiale di tipo informatico, digitale. È stato uno smart working all'italiana. Condotto con grande intelligenza e talvolta abnegazione, ma senza adeguate infrastrutture e senza regole contrattuali", ha detto il ministro.

Nel frattempo il governo lavora a un nuovo decreto con cui estendere l'utilizzo del Green Pass obbligatorio anche ad altre categorie, in primis proprio i dipendenti pubblici. Le nuove regole dovrebbero arrivare, presumibilmente, da ottobre. "Ne parliamo la prossima settimana in sede di cabina di regia e poi dalla cabina di regia in consiglio dei ministri con tutte le determinazioni che il Cdm indicherà", aveva spiegato ieri il ministro intervenendo a margine del forum Ambrosetti di Cernobbio.

Per poi aggiungere, parlando del Green Pass: "È una storia di successo italiano, europeo, si tratta ora di estenderlo a tutto il mondo del lavoro pubblico e privato, come una sorta di passaporto di libertà e sicurezza". Se questo non bastasse, comunque, secondo il ministro sarebbe importante valutare di ricorrere allo strumento dell'obbligo vaccinale: "Se dovesse servire, perché no?".

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