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“Sì alla modifica dei dati anagrafici anche senza cambio di sesso”

Seguendo le indicazione della Corte Costituzionale dello scorso novembre, il tribunale di Savona ha depositato una sentenza che permette a una transessuale di 40 anni di poter effettuare il cambio dei dati anagrafici, quindi dei propri documenti d’identità, senza dover attendere l’intervento chirurgico per il cambio di sesso.
A cura di Charlotte Matteini
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Una sentenza storica, la prima che recepisce pienamente il parere della Corte Costituzionale emanato nel novembre del 2015. Il tribunale di Savona ha depositato la sentenza che permette a una transessuale di 40 anni di poter effettuare il cambio dei dati anagrafici, quindi dei propri documenti d'identità, senza dover attendere l'intervento chirurgico per il cambio di sesso. Fino ad oggi ciò non era possibile, per questo solo pochi mesi fa dovette intervenire la Consulta per sciogliere questo nodo giuridico. Secondo la giurisprudenza canonica, infatti, l'operazione di "demolizione chirurgica" è considerata conditio sine qua non per ottenere la completa rettifica dei dati anagrafici, e questa convinzione giuridica ha per molto tempo esposto numerosi transgender a situazioni "grottesche" in caso di prenotazione di voli aerei, di alberghi, sottoscrizione di un contratto di lavoro, per esempio. Proprio per questi motivi, e non solo, le associazioni per la difesa dei diritti Lgbt e in particolare il Mit, il Movimento d'identità transessuale, hanno sempre contestato questo tipo di obbligo, sostenendo inoltre che ogni individuo abbia diritto di poter decidere cosa fare del proprio corpo e della propria persona senza essere per questo costretto a subire complicati interventi chirurgici.

In seguito alla decisione della Corte Costituzionale, il tribunale di Savona è il primo foro italiano e recepire integralmente le indicazioni della sentenza dello scorso novembre, la quale ha stabilito "l’irrilevanza dell’intervento chirurgico" per la rettifica dei dati nei registri anagrafici. Il caso nasce nel 2014 dalla denuncia di una transessuale di 40 anni che, dopo aver vissuto tutta la propria vita da uomo, con tanto di matrimonio e tre figli, ha deciso seguire la propria vera indole, ma improvvisamente si è trovata a scontrarsi con la burocrazia italiana, che le impediva di effettuare la rettifica dei documenti prima di subire l'operazione chirurgica prevista.

“Pur essendo un uomo dal punto di vista anatomico – si legge nella sentenza – ha percepito fin dall’infanzia il proprio aspetto esteriore come un ostacolo al convincimento psichico di essere donna. Le responsabilità familiari e le convenzioni sociali l’hanno portato inizialmente a celare la propria identità, finché tale costrizione non è diventata insopportabile”. Per questi motivi, il tribunale di Savona ha imposto l'immediata rettifica dei dati anagrafici, così come chiesto dalla ricorrente.

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