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Sgarbi non molla sui musei: “Devono essere gratis per i residenti, Sangiuliano cambi idea”

Continua la diatriba tra il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Sgarbi torna a insistere che i musei devono essere aperti in orario serale e gratuiti per i residenti: “Non è un fatto costoso, è un fatto democratico”.
A cura di Luca Pons
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Vittorio Sgarbi, critico d'arte e sottosegretario al ministero della Cultura, non molla sul tema dei musei aperti gratuitamente e si schiera contro il suo ministro, Gennaro Sangiuliano. Martedì, ospite su Rai Radio1, Sgarbi aveva lanciato la proposta che è un suo vecchio cavallo di battaglia: musei aperti e liberi per tutti in orario serale, dalle 18 e "almeno fino alle 21", perché "la gente che lavora non può andarci di giorno, quindi dovrà andarci, gratis, nelle ore in cui sono liberi di andare". È un tema di cui parla pubblicamente da anni, e in passato aveva anche sostenuto che l'orario di apertura dovesse estendersi fino a mezzanotte.

La replica del ministro della Cultura Sangiuliano era arrivata la sera stessa di martedì, a Porta a porta: "Io sono assolutamente contrario ai musei gratis. Un'altra cosa è fare una politica sociale per i giovani e gli anziani, ma tenere i musei gratis non regge sul piano economico ma poi deprezza il valore delle opere", aveva detto. Aggiungendo successivamente: "E poi, diciamocela tutta. Il turista americano, che arriva in costiera con lo yacht e va in Mercedes a Pompei, perché non dovrebbe pagare il biglietto?".

Oggi, Sgarbi torna alla carica specificando la sua posizione: l'ingresso non deve essere gratis per tutti, ma solo per i residenti. "La gratuità dei musei deve valere per i cittadini della città dove i musei sono situati", chiarisce. I musei devono "essere per i cittadini come le biblioteche, dove uno entra, prende un libro, ma non è che paga". Questo aiuterebbe a creare un legame più forte tra la popolazione e i musei presenti sul territorio, perciò il sottosegretario insiste: "Esorto il ministro Sangiuliano a rivedere la sua posizione".

Le sale dei musei dovrebbero diventare "spazi comuni agevolati. Questo risarcisce una confidenza col museo. Un cittadino di Forlì non paga il museo di Forlì. Paghi il caffè, compri il catalogo ma non paghi la visita al museo". Secondo Sgarbi, l'accordo sull'accesso libero agli spazi museali deve essere "non un fatto costoso ma un fatto democratico", considerato che il governo ha "il problema di rieducare gli italiani".

Sangiuliano, nei giorni scorsi, non è sembrato intenzionato a cambiare idea sul tema: "Ci sono già le domeniche gratis che non intendo toccare, e altri casi di scontistica e agevolazioni. Gran Bretagna a parte, dove vige un sistema misto di finanziamenti, in tutta Europa l'ingresso ai musei si paga, eccome". Ma Sgarbi garantisce: "L'ho quasi convinto ad adottare questo schema: il turista paga sempre, il residente entra gratis. Altrimenti il modenese non metterà mai piede alla Galleria Estense e il ferrarese non andrà in Pinacoteca".

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