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Settimana corta per i deputati, dopo le polemiche Ciriani fa retromarcia: “Era solo un’ipotesi”

Il ministro Ciriani, dopo le polemiche per la proposta, da lui avanzata, della settimana corta per i deputati, anticipando le interpellanze dal venerdì al giovedì, ha fatto un passo indietro: “Non era certo un modo per lavorare meno. fino all’8 agosto lavoreremo a pieno ritmo, senza defezioni o perdite di tempo”, ha assicurato.
A cura di Annalisa Cangemi
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La proposta della settimana corta, dal lunedì al giovedì, per i deputati, lanciata dal ministro di Fdi Luca Ciriani, ha suscitato subito molte perplessità anche nella maggioranza. Per questo il ministro per i Rapporti con il Parlamento ha fatto retromarcia. "Era un’ipotesi, fatta a margine della conferenza dei capigruppo" di Montecitorio "per capire se collocare le interpellanze urgenti, non sempre ma ogni tanto, il giovedì sera, così da dare più importanza alle istanze dei parlamentari e favorire la partecipazione di ministri e deputati. Ma senza modificare il calendario della Camera", ha spiegato in una intervista al Corriere della Sera. L'idea sarebbe stata quindi quella di occupare l'Aula il venerdì con altre attività.

"Non era certo un modo per lavorare meno. Al contrario – ha sottolineato -. Ci sarà da lavorare moltissimo nelle prossime settimane. Abbiamo ben cinque nuovi decreti da convertire in legge, pena la decadenza, alcuni massimo entro Ferragosto. Quindi posso già dire che perlomeno fino all’8 agosto lavoreremo a pieno ritmo, senza defezioni o perdite di tempo".

Questa in sostanza la proposta: eliminare le sedute della Camera del venerdì mattina, quelle che solitamente sono destinate alle interpellanze urgenti, anticipandole al giovedì, come avveniva fino al 2008. In modo da evitare l'effetto banchi vuoti in Parlamento. Ma dalla Lega, come scrive la Repubblica, è arrivato un secco no. "Per noi non esiste la questione – spiegano fonti di via Bellerio a la Repubblica – anche perché molto spesso si lavora il giovedì pomeriggio in aula, quindi non ci sarebbe spazio e si dovrebbe andare comunque al venerdì". La proposta in pratica è stata abortita prima di nascere.

Anche per le opposizioni si trattava di una proposta irricevibile. Per la capogruppo dem, Chiara Braga, "la proposta di chiudere i lavori parlamentari al giovedì per l’indisponibilità dei rappresentanti del governo è inaccettabile". Secondo la deputata del Pd, il Parlamento "già si limita a discutere solo atti del governo, ora si vuole anche ridurre il tempo dei lavori. Molte proposte delle opposizioni restano bloccate da mesi, senza alcun confronto. Se la maggioranza non ha contenuti da portare, lasci spazio a chi li ha. Ridurre le sedute è un segnale che riteniamo profondamente sbagliato: un insulto a chi lavora ogni giorno", ha affermato Braga.

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