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Senato salva Salvini dalla querela di Rackete: leader leghista diceva di non aver paura del processo

Il Senato ha negato l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, che era stato denunciato per diffamazione da Carola Rackete quando nel 2019 lui era ministro dell’Interno e lei comandante della Sea Watch.
A cura di Annalisa Girardi
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Matteo Salvini non andrà a processo per le affermazioni su Carola Rackete: lo ha deciso il Senato, negando l'autorizzazione a procedere nei confronti del leader della Lega, all'epoca dei fatti ministro dell'Interno. La vicenda risale al 2019, quando Rackete, comandante della nave Sea Watch 3, stava effettuando dei soccorsi in mare. Tra le altre cose Salvini l'aveva definita "sbruffoncella", "tedesca fuorilegge", "viziata comunista". Lei lo aveva quindi denunciato per diffamazione. "Non vedo l’ora di andare a processo per guardarla in faccia a testa alta", aveva detto all'epoca il ministro. Ora però, non andrà a processo.

L'estate scorsa la giudice Marzia Burza del tribunale di Milano aveva deciso che spettasse al Senato valutare se le frasi di Salvini, pubblicate sui social tra giugno e luglio 2019, fossero o meno coperte dall'insindacabilità. Una decisione che però già allora era stata criticata: "Esprimiamo il nostro radicale dissenso per questa decisione, perché quelle espressioni nulla avevano a che vedere col ruolo di parlamentare di Salvini, sia per i modi utilizzati che per i contenuti", aveva commentato già all'epoca l'avvocato Alessandro Gamberini, legale di Carola Rackete.

Ora l'Aula del Senato  si è espressa accogliendo la relazione della Giunta delle immunità, stilata lo scorso febbraio, secondo cui le parole di Salvini sarebbero state coperte da insindacabilità: i voti a favore sono stati 82, 60 quelli contrari. I partiti di maggioranza hanno votato a favore, Pd, M5s e Avs contro, mentre si è astenuta Iv. E Gamberini ha osservato: "Che dire? Notizia attesa e scontata. È l'insindacabilità dell'insulto. È interessante notare come il Parlamento abbia ritenuto un'opinione espressioni come ‘zecca tedesca', che qualificano chi le pronuncia ben più di una donna che è stata costretta a subirle".

Il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra in Senato, Peppe De Cristofaro, ha aggiunto: "Grave che il Senato non abbia concesso l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini accusato di aver offeso ripetutamente Carola Rackete. Come Avs abbiamo votato a favore dell’autorizzazione perché riteniamo che quanto detto da Salvini erano insulti e non opinioni. L’insindacabilità è una cosa diversa e quanto avvenuto oggi in Senato rischia di diventare un precedente pericoloso".

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