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Sea Watch, Orfini (Pd) a Lampedusa: “Ringraziamo il capitano, ha fatto il suo dovere salvando vite”

Matteo Orfini (Pd) sarà fra poche ore a Lampedusa per prestare assistenza alla nave Sea Watch 3 e per monitorare che l’eventuale sbarco avvenga in condizioni di sicurezza. Con lui ci saranno anche Delrio, Raciti e Faraone. “Il capitano Rackete ha fatto l’unica cosa che poteva fare, cioè garantire la sicurezza dei migranti”, ha detto in un’intervista a Fanpage.it.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo 14 giorni di stallo per Sea Watch 3 e per i 42 migranti a bordo è arrivata la svolta: dopo il respingimento del ricorso da parte della Cedu di Strasburgo il capitano Carola Rackete ha deciso di entrare comunque in acque italiane, forzando il blocco imposto dal governo, e violando così la legge, il decreto Sicurezza bis di Matteo Salvini, che di fatto le impedirebbe di entrare con la nave dell'ong nel nostro territorio. I deputati del Pd Graziano Delrio (capogruppo alla Camera), Matteo Orfini e Fausto Raciti hanno annunciato che a breve saranno a Lampedusa "per testimoniare la solidarietà dem ai migranti della Sea Watch 3 ", hanno scritto in un comunicato. Una ‘staffetta dem' alla quale parteciperà anche il senatore Pd siciliano Davide Faraone. "Stiamo andando lì per verificare che tutto avvenga secondo le procedure, e per monitorare la situazione e le condizioni di salute di queste persone – ha detto Matteo Orfini, contattato da Fanpage.it – sono in viaggio, anche per comunicare il nostro sostegno al capitano della Sea Watch 3, che ha fatto l'unica cosa che poteva fare, cioè garantire la sicurezza delle persone a bordo, rispondendo alla legge del mare. In condizioni d'emergenza, come quelle in cui si trovano i profughi in questo momento, stremati dopo giorni in mare, è inconcepibile pretendere che rimangano lì ancora, sul ponte di una nave".

In un caso analogo, quando la nave Sea Watch 3 si era ritrovata ormeggiata al largo di Siracusa, a gennaio di quest'anno, alcuni parlamentari dem – tra loro c'era anche Matteo Orfini – salirono a bordo della nave umanitaria, e per questo ricevettero una multa per illecito amministrativo e furono denunciati: "Facemmo quello che era permesso dalle nostre prerogative di parlamentari. Abbiamo presentato una memoria difensiva, che adesso è all'attenzione dei magistrati". In quel caso 47 persone si trovavano da tre giorni in attesa dell'indicazione di un porto sicuro, dopo 10 giorni di navigazione. E alla prima ‘spedizione' sulla nave parteciparono l'allora segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, e i Stefania Prestigiacomo (FI) e Riccardo Magi (+Europa). Abbiamo chiesto a Orfini perché in questo non si sia tentato lo stesso ‘blitz' per sbloccare la situazione. Come mai questa volta i dem hanno atteso parecchi giorni prima di agire? "Noi abbiamo dato fin da subito la nostra disponibilità per supportare l'ong tedesca, promettendo di essere presenti così come stiamo facendo oggi, al momento opportuno – ci ha risposto Orfini – Chiaramente ora non sappiamo quello che succederà, e se le persone saranno sbarcate subito, o se la nave si limiterà ad entrare in porto. Ma il comandante e l'equipaggio devono sapere che non sono da soli. Saremo presenti anche per ringraziare, a nome del Pd, Carola Rackete. Ma il nostro scopo non è quello di fare passerelle né show. Salire su una nave è una scelta molto delicata, che deve essere concordata con il capitano. Salendo a bordo puoi rompere degli equilibri, non si può rischiare di creare aspettative in persone già provate da un forte stress fisico e psichico. Io mi sono esposto fin dal primo giorno, e da subito ho detto che il ‘no allo sbarco' è un provvedimento disumano. Adesso sono contento che anche il segretario Zingaretti abbia preso una posizione netta. Lo abbiamo detto senza giri di parole: Salvini sta tenendo in ostaggio persone innocenti senza una ragione". 

Ieri la Corte di Strasburgo ha respinto, come si diceva, il ricorso presentato dai migranti, abbiamo chiesto a al deputato dem se si sia fatto un'idea sulle motivazioni: "Non so come mai i giudici non abbiamo autorizzato lo sbarco d'urgenza, però la Corte di Strasburgo ha dato anche un'importante indicazione, chiedendo alle autorità italiane di fornire comunque l'assistenza necessaria a queste persone, che gli stessi giudici riconoscono essere ‘vulnerabili'. Ed è esattamente quello che stiamo facendo, anche attraverso la nostra presenza sull'isola".

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