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Se anche la pagina Facebook del vocabolario di greco Rocci scrive commenti sessisti (e non si scusa)

La pagina Facebook dello storico vocabolario di Greco, il Rocci, ha pubblicato una ‘card’, contenente un commento sessista. Dopo che molti utenti hanno criticato la scelta del team di comunicazione l’immagine di copertina, che conteneva la definizione di ‘gineconomo’, è stata rimossa. Ma i gestori della pagina non si sono scusati, né hanno ammesso l’errore.
A cura di Annalisa Cangemi
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La pagina Facebook del vocabolario molto conosciuto nei licei classici, lo storico dizionario Rocci, pubblicato per la prima volta nel 1939 da un monaco gesuita, padre Lorenzo Rocci, ha ricevuto critiche e attacchi per via di un commento giudicato da molti utenti ‘sessista'.

Tutto nasce da una ‘card', pubblicata il 7 dicembre, in cui i gestori della pagina davano conto della definizione di un termine greco, "Gineconomo". Come riporta l'immagine diffusa su Facebook, scelta addirittura come copertina e poi rimossa in un secondo momento, la parola significa "ispettore o sorvegliante dei costumi, dell’abbigliamento, delle donne". Accanto alla traduzione è stato aggiunto un commento di accompagnamento, tra parentesi, che voleva forse suonare ironico: "Dagli antichi Greci abbiamo solo da imparare…".

Ma la frase è risultata invece offensiva nei confronti delle donne e non solo. Tanto che dopo la pioggia di accuse la pagina Facebook del noto vocabolario Greco-Italiano ha deciso di fare marcia indietro, e sostituire l'immagine incriminata. Ci aspettavamo che la pagina Facebook di un vocabolario che ha accompagnato negli studi generazioni di ragazzi si cospargesse il capo di cenere. E invece le scuse non sono arrivate: un commento che appariva nostalgico nei confronti di una figura, come il magistrato greco, che aveva il compito di impedire gli ‘eccessi' femminili e controllare che l'abbigliamento delle donne non denunciasse un lusso ostentato, evidentemente non è considerato un errore di comunicazione. "Su gentile richiesta abbiamo rimosso il post che ha urtato molte sensibilità!", si legge in un nuovo post pubblicato oggi. Ma scorrendo i post sulla pagina è ancora visibile l'immagine. E in tanti si sono risentiti per la mancanza di tatto, in una questione tanto delicata come quella della libertà delle donne.

La frase aveva senza dubbio un intento provocatorio. Ma dal tenore di alcuni commenti sembra si sia trattato non di uno scivolone, ma di un modo scherzoso, innocuo, per creare dibattito sulla pagina e attirare l'attenzione: secondo alcuni insomma ci sarebbe un eccesso di ‘politically correct'. "Che chiusura mentale, che noia. Secondo me chi si è indignato ha fatto ragioneria", scrive un utente. "Ma davvero si discute di una cosa del genere? È assolutamente ovvio che il post fosse ironico", si legge. "Gli ignoranti già sono una piaga sociale, poi se sono pure sessisti lo diventano doppiamente". È il segno che c'è ancora molta strada da fare, e che il pieno riconoscimento della parità di genere è una questione prima di tutto culturale, di educazione e di sensibilità.

Sul punto i naviganti si dividono. Ma c'è da chiedersi se fosse davvero necessario sollevare un simile polverone, e solleticare pulsioni maschiliste e retrograde, per una mera strategia di marketing. Non si può pensare insomma che chi ha scritto quel commento accanto alla voce del dizionario lo abbia fatto ingenuamente, senza prevedere reazioni, giustamente, furibonde.

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