Scuola, Salvini riaccende polemica con Azzolina: “Mi rifiuto di mandare mia figlia in plexiglas”

Neanche il tempo di chiudere la polemica tra il leader della Lega, Matteo Salvini, e la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che lo stesso segretario del Carroccio torna a gettare benzina sul fuoco. Lo fa intervenendo al Senato, dopo le comunicazioni del ministro della Salute, Roberto Speranza: “Mi rifiuto di mandare mia figlia di 7 anni a scuola chiusa in buco di plexiglass, con una o due s”, afferma ritornando sulla polemica che ieri lo ha visto protagonista di uno scambio di battute con la stessa ministra, che bacchettava Salvini per aver scritto plexiglas con una sola ’s’ finale, venendo, però, smentita dalla Treccani. Poi Salvini prosegue: “Riaprire il campionato di calcio e poi le università? Una follia. Io penso che vengano prima di tutto i nostri figli”.
Il leader della Lega va poi all’attacco del governo: “Milioni di italiani stanno ancora aspettando i soldi della cassa integrazione promessi da marzo. Voi parlate di come andare in sicurezza in barca, ma se riusciste a pagare la cassa integrazione gli italiani sarebbero contenti. Io non vorrei che facesse più morti la fame che il virus se non mettete le risorse”. In vista della fase 3, quindi, Salvini chiede al governo di “mantenere gli impegni”.
Poi il leader leghista se la prende anche con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che venerdì verrà sentito dai pm di Bergamo, come persona informata sui fatti, in merito all’inchiesta per la mancata zona rossa di Alzano Lombardo e Nembro: “Ringrazio i procuratori che hanno detto che la zona rossa competeva al governo e hanno ascoltato Conte, Lamorgese e Speranza, hanno messo fine a una cosa vergognosa”. In realtà, però, i procuratori non hanno accusato Conte di dover istituire lui la zona rossa, ma lo sentiranno come persona informata sui fatti. Poi Salvini attacca Conte anche sugli Stati generali dell’Economia, a cui il centrodestra ha deciso di non partecipare: “Conte deve capire che non può cestinare il lavoro delle task force di Colao che lui stesso ha nominato e convocare delle passerelle nelle ville romane perché il risultato non gli piace”.