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Scuola, le Regioni potranno derogare al 70% in presenza. Gelmini: “Non metteremo a rischio nessuno”

Mario Draghi chiedeva un rientro in classe totale dal 26 aprile nelle zone gialle e arancioni, ma le Regioni si erano opposte chiedendo percentuali più basse. “Nel decreto ci sarà scritto il 70%: ma non metteremo a rischio nessuno. Se non sarà possibile assicurare queste quote Regioni ed enti locali potranno derogare. Stiamo lavorando per trovare la quadra”: ha spiegato la ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini.
A cura di Annalisa Girardi
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Da lunedì prossimo, il 26 aprile, moltissimi studenti rientreranno in classe. Il decreto sulle riaperture del governo infatti ha stabilito che nelle zone gialle e arancioni le scuole superiori possano tornare in presenza tra il 70% e il 100%, mentre in zona arancione questa percentuale sarà lievemente ridotta, tra il 50% e il 75%. Ma potrà anche essere derogata, spiega ora la ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelimini.

Il compromesso sulle quote di studenti in aula è arrivato solo dopo accesi confronti tra forze politiche e istituzioni. In un primo momento Mario Draghi aveva parlato di un ritorno totale in presenza delle scuole di ogni ordine e grado, ma le Regioni si erano opposte sottolineando: impossibile pensare di rientrare in classe in sicurezza al 100%, avevano sottolineato, con un capienza sui trasporti ancora ridotta al 50%. Non solo: c'era anche il problema degli spazi aggiuntivi, necessari a consentire il rientro di tutti nel rispetto di un metro di distanza tra i banchi. Si era quindi iniziato a parlare della possibilità, per le zone gialle e arancioni, di un rientro delle superiori in presenza tra il 60% e il 100%. Alla fine invece, nel decreto, si è stabilito che gli studenti della secondaria di secondo grado tornino in classe in una percentuale compresa tra il 70% e il 100%.

Le Regioni avevano chiesto quote in presenza più basse, Draghi ha chiesto "uno sforzo ulteriore"

"Le scuole, con questo governo, sono state le prime a riaprire. Non dimentichiamo che oltre sei milioni di alunni sono in classe. Restava il problema dei licei, delle scuole superiori: sono quelle più problematiche per una questione logistica, per il problema dei trasporti. Le Regioni ci hanno chiesto di poter procedere con gradualità ed è ragionevole farlo. Tutti vogliamo il ritorno al 100%, e ci arriveremo. Il governo ha stabilito un range entro il quale deve essere assicurata la didattica in presenza. E questo range andrà fra il 70 e il 100%", precisa Gelmini durante la registrazione di "Iceberg", in onda stasera su Telelombardia. La decisione finale sul 70%, nonostante le Regioni avessero insistito su numeri più bassi per una questione di sicurezza, è arrivata dopo che "il presidente del Consiglio Draghi ha chiesto di fare uno sforzo ulteriore" e "ha posto un obiettivo minimo più alto, per cercare di far tutti meglio, ogni giorno", spiega la ministra.

Nelle situazioni a rischio si potrà derogare al 70%

Anche se il decreto prevede che nelle zone gialle gli studenti delle scuole superiori tornino in classe almeno al 70%, questa percentuale potrà essere derogata qualora la situazione epidemiologica sul territorio dovesse richiederlo: "Nel decreto ci sarà scritto il 70%: ma non metteremo a rischio nessuno. Se non sarà possibile assicurare queste quote Regioni ed enti locali potranno derogare. Stiamo lavorando per trovare la quadra", precisa Gelmini.

Cosa ha detto Gelmini sul trasporto scolastico

Sulla questione del trasporto scolastico, la ministra è intervenuta anche a Non Stop News su Rtl 102.5, sottolineando la discontinuità del governo Draghi con il precedente Conte bis sul tema:

"Il governo ha scelto una profonda discontinuità con il governo precedente, non scarica la responsabilità sugli enti locali, ma le condivide. Oggi i giornali titolano che c'è stata una marcia indietro del governo, non è così: il governo vuole riaprire le scuole, lo vuole fare in sicurezza, lo farà in accordo con gli enti locali e tende al 100% della presenza. È chiaro che questo obiettivo, che noi non abbiamo per niente abbandonato, lo vogliamo raggiungere con la sicurezza per i ragazzi, per gli studenti e per gli insegnanti. C'è un problema con i trasporti, che il governo precedente francamente aveva un po' dimenticato: noi abbiamo attivato un tavolo di confronto con i ministri di Infrastrutture, Interno e Istruzione, e ovviamente con le Regioni, province e Comuni, e siamo tutti impegnati a far riaprire la scuola in sicurezza".

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