Scuola, il governo Meloni riforma la maturità: due esami scritti e chi rifiuta l’orale sarà bocciato

È in arrivo a breve una riforma dell'esame di maturità: il Consiglio dei ministri discuterà un decreto legge giovedì, stando ad anticipazioni confermate da rappresentanti del governo Meloni. Tra le novità c'è il cambio di nome. Non si parlerà più di esame di Stato, ma nuovamente di esame di maturità come prima della riforma del 1997. Un termine che comunque è rimasto ampiamente nell'uso comune. Ci saranno due prove scritte, e una norma che sembra una risposta diretta alle polemiche di questa estate: gli studenti che rifiutano di fare l'orale, anche se hanno già raggiunto la sufficienza con gli esami scritti, saranno bocciati.
L'incontro del Consiglio dei ministri è fissato per giovedì 4 settembre. Ad anticipare alcuni dei contenuti del decreto è l'agenzia Adnkronos, a cui la sottosegretaria all'Istruzione e al Merito Paola Frassinetti ha confermato che l'iniziativa è all'ordine del giorno.
"Questa riforma dell'esame di Stato, che tornerà a chiamarsi esame di maturità, ha come scopo quello di valutare non solo le conoscenze e le competenze", ha dichiarato Frassinetti, esponente di Fratelli d'Italia, "ma anche il grado di autonomia, di responsabilità, e quindi di autentica crescita dello studente". Questi obiettivi porteranno a una serie di modifiche concrete, che saranno confermate ufficialmente solo dopo l'approvazione del Cdm.
Per il momento, ci sono alcune anticipazioni fornite dalla stessa Frassinetti. Ad esempio: "Resteranno le due prove scritte e l'esame orale verrà modificato". Quali siano esattamente queste modifiche non è dato saperlo, solo che si punterà "sulla valorizzazione della capacità argomentativa e sull'impostazione multidisciplinare", che è "necessaria per accertare la ‘maturazione complessiva' dello studente". Nella valutazione dell'orale bisognerà tenere conto anche "delle competenze trasversali e dell'educazione civica".
Infine, come detto, un intervento che sembra essere una risposta diretta alla polemica nata questa estate dopo che alcuni studenti in Italia avevano rifiutato di svolgere la parte orale dell'esame di Stato. In molti casi questa scelta era stata presentata come un atto di protesta contro i problemi del sistema scolastico e dei criteri di valutazione. Ma il governo Meloni non l'aveva gradita, tanto che già a luglio, nel pieno della polemica, il ministero dell'Istruzione Giuseppe Valditara aveva anticipato a Fanpage.it che la riforma della maturità avrebbe previsto delle dure contromisure per evitare che la cosa si ripetesse.
Ora il testo è vicino all'approvazione: "Chi si rifiuterà volontariamente di sostenere l'esame orale, pur avendo completato le prove scritte, dovrà ripetere l'anno scolastico", ha detto infatti Frassinetti. La riforma nel suo complesso, secondo la sottosegretaria "indurrà i ragazzi e ragazze ad affrontare la prova mettendo in evidenza il loro percorso scolastico in modo complessivo e dando così valore al merito".