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Scuola, firmate le nuove indicazioni di Valditara sui programmi scolastici: come cambiano medie e elementari

Il ministro dell’Istruzione ha firmato ieri le nuove Indicazioni nazionali per le scuole elementari e le medie. Dal prossimo anno “ritorno alla centralità della storia occidentale, valorizzazione della nostra identità e riscoperta dei classici”, ha dichiarato Valditara. “Ripristiniamo il valore della regola con la grammatica e il latino”. Vediamo cosa cambia per i programmi scolastici e quali sono le principali novità.
A cura di Giulia Casula
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Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha firmato ieri le nuove Indicazioni nazionali per le scuole dell'infanzia, elementari e le medie. Con la sigla dei nuovi programmi "si volta pagina", ha dichiarato il ministro. "Dal prossimo anno scolastico vi sarà il ritorno della centralità della storia occidentale, la valorizzazione della nostra identità, la riscoperta dei classici che hanno contraddistinto la nostra civiltà. Ripristiniamo inoltre il valore della regola, a partire da quella grammaticale, e del latino", ha annunciato.

Un cambiamento che "non costituisce il ritorno a un passato superato", ha assicurato. "Regole grammaticali e latino rappresentano fondamenti che consentiranno ai nostri ragazzi di crescere consapevoli della nostra lingua, con maggiore padronanza espressiva e più forte pensiero critico. Al tempo stesso innoviamo i programmi di matematica e scienze perché, partendo dal reale, possano appassionare i giovani, e mettiamo al centro la cultura del rispetto e della lotta contro ogni discriminazione", ha aggiunto. Secondo Valditara si tratta di "programmi fortemente innovativi, che giungono al termine di un lavoro poderoso durato quasi due anni".

Cosa prevedono i nuovi programmi per le scuole elementari e medie

La redazione delle nuove indicazioni ha coinvolto un comitato tecnico presieduto dalla pedagogista e professoressa Loredana Perla, i componenti delle sottocommissioni e il Ministero, ma anche le stesse scuole chiamate a dare una loro valutazione tramite sondaggi di gradimento. "Un lavoro fatto di ascolto e confronto con la comunità scolastica e scientifica e di interlocuzione con le diverse istituzioni deputate ad esprimersi", ha proseguito il ministro.

Negli scorsi mesi la stesura dei nuovi programmi aveva attirato diverse polemiche, sia per il mancato confronto lamentato da associazioni e sindacati, sia per il contenuto, caratterizzato da un forte approccio identitario. Oltre che per le perplessità sollevate dal Consiglio di Stato, che dopo vari rinvii ha dato il via libera lo scorso novembre. Tra le principali novità figurano il rafforzamento degli studi legati alla storia dell'Occidente, lo spazio dedicato alla lettura di testi classici come la Bibbia, l'Iliade e l'Odissea o il ritorno del latino alle medie, a partire dal secondo anno.

Le critiche, Flc Cgil: "Impianto ideologico e autoritario"

Critico il commento della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil. "A detta di Valditara, si tratta di ‘programmi fortemente innovativi' che rimettono al centro la storia occidentale, la valorizzazione della nostra identità, la riscoperta dei classici, il valore della regola, a partire da quella grammaticale, e del latino. Considerazioni che confermano dunque l'impianto prescrittivo, ideologico e autoritario che, sin dall'inizio, abbiamo denunciato", hanno dichiarato. "Il testo definitivo non è ancora disponibile, ma le parole del ministro confermano tutte le criticità già segnalate dalla nostra organizzazione – continua il sindacato -, dalla logica del programma, con le sue implicazioni prescrittive, stridenti rispetto al quadro dell'autonomia scolastica e al principio costituzionalmente sancito della libertà di insegnamento, identitaria, nazionalistica, occidentocentrica, fino a un'idea di istruzione intesa come acquisizione di nozioni e regole anziché come strumento di emancipazione per l'esercizio di una cittadinanza attiva e planetaria".

Per la Flc Cgil "malgrado per Valditara questo non costituisca un ritorno a un passato superato, possiamo affermare con certezza che le IndicazioniNazionali 2025 seppelliscono la cultura pedagogica democratica che ha caratterizzato gli orientamenti della scuola italiana dal secondo dopoguerra e la riportano a una visione di stampo ottocentesco", hanno sottolineato.

L'organizzazione sindacale nega che si sia trattato di un lavoro svolto dialogano con rappresentanze studentesche e sigle, come invece sostiene Valditara. Le consultazioni e audizioni "sono state una vera e propria farsa su un documento che non è mai cambiato nel suo impianto originario di proclama ideologico volto a ridisegnare la missione della scuola pubblica e la figura del docente secondo il modello socio-politico-culturale che appartiene al governo in carica".

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