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Scuola, dietrofront del governo: regole Covid non cambiano, niente quarantena con un caso positivo

Un altro dietrofront del governo sul tema scuola. Smentita la circolare di ieri che prevedeva un ritorno alla quarantena con un caso Covid in classe. Restano in vigore i nuovi protocolli.
A cura di Tommaso Coluzzi
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I protocolli Covid nelle classi non cambiano. A scuola si continua ad andare anche se c'è un caso positivo. Il governo ha smentito la circolare diffusa ieri dai ministeri della Salute e dell'Istruzione, che faceva pensare a un sonoro passo indietro rispetto a quanto deciso meno di un mese fa. Niente di tutto ciò. Direttamente da fonti di Palazzo Chigi viene fatto sapere che non ci saranno cambiamenti per il momento, ma che la struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo intensificherà i test tra gli alunni. Dal governo spiegano anche che a breve uscirà una circolare esplicativa del ministero della Salute sulla questione. Un po' come quella uscita ieri e poi smentita con questa nuova comunicazione. "Solo chi va in isolamento farà didattica a distanza, la classe continua in presenza", si legge nella nota che i ministeri dovrebbero diffondere a breve.

Non ci sarà alcun ritorno in didattica a distanza in caso di presenza di un solo alunno contagiato dal Covid. Alla luce della situazione epidemiologica attuale e dopo i necessari approfondimenti, fanno sapere sempre fonti di governo, continuano a valere le precedenti regole sulla quarantena in classe. Perciò si continua con i nuovi protocolli di sicurezza varati a inizio novembre: niente dad se c'è un solo positivo in classe, mentre se i casi positivi al Covid sono due è prevista una quarantena selettiva a seconda se si sia vaccinati o meno. La didattica a distanza, secondo i protocolli attualmente in vigore, scatta se i casi sono almeno tre, sia considerando gli studenti che i professori o maestri.

Nel frattempo, fanno sapere sempre da Chigi, la struttura del commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 del generale Figliuolo intensificherà le attività di testing nelle scuole, al fine di potenziare il tracciamento. Anche se, in teoria, il tracciamento era già previsto con le scuole sentinella. Infine dal governo ci tengono a far sapere che la partecipazione in presenza e lo svolgimento delle lezioni a scuola in assoluta sicurezza è una priorità dell'esecutivo. Insomma, un netto dietrofront rispetto alla circolare di ieri e nessun passo indietro del governo sulla questione scuola. Si continua con i nuovi protocolli che permettono alle classi di evitare la dad al primo contagio. Certo, da quanto emerso ieri, la motivazione che portava i ministeri a tornare alle regole precedenti era il boom di casi Covid dell'ultimo periodo, con l'incidenza cresciuta settimana dopo settimana. Questo, ovviamente, non cambia.

I presidi: "Sconcertati dal dietrofront in 24 ore sulle quarantene"

Non si è fatta attendere la critica dei presidi: "Troviamo sconcertante che una nota sottoscritta da due ministeri sia sospesa dopo neanche 24 ore e che le disposizioni ivi contenute siano già considerate superate. Attendiamo di vedere come il commissario Figliuolo deciderà di intervenire per rendere finalmente efficienti le ASL e far partire la campagna di testing e tracing che dovrebbe garantire la scuola in presenza", ha dichiarato Antonello Giannelli, presidente dell'associazione nazionale dei presidi. "Ai dirigenti e al personale delle scuole, che hanno fatto ben più di quanto dovessero, non si deve più chiedere di sostituirsi ai funzionari dei Dipartimenti di prevenzione" ha concluso.

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