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Scuola, Azzolina: “Perché i ragazzi possono fare l’aperitivo ma non possono tornare in classe?”

La ministra dell’Istruzione Azzolina plaude alle Regioni più virtuose che hanno previsto il rientro in classe per almeno il 50% degli studenti. E attacca: “Devono spiegarmi perché, dove è quasi tutto aperto, gli studenti al pomeriggio possono andare a prendere l’aperitivo, mentre non possono andare in classe con la mascherina, l’igienizzante e i banchi separati”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Rispetto alle superiori, il governo ha fatto tutto quello che poteva e gli impegni li ha mantenuti grazie anche al lavoro importante dei prefetti e della comunità scolastica". Lo ha detto questa mattina in un'intervista sul ‘Corriere della Sera', la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina. Il ritorno a scuola in presenza slitta ancora. Dallo scorso 7 gennaio, contrariamente alle intenzioni della ministra, sono tornati in presenza solo gli studenti delle medie. I ragazzi delle superiori sono tornati tra i banchi solo in Trentino Alto Adige, e da domani riapriranno gli istituti superiori solo in Abruzzo, Toscana e Valle d'Aosta, con il 50% della popolazione studentesca in presenza, e il resto ancora in didattica a distanza.

"Molte Regioni si sono sfilate dall'accordo sulla riapertura – attacca Azzolina – e sarebbe bene che le famiglie e gli studenti capissero perché". Secondo Azzolina, "si chiude prima la scuola perché socialmente è stata messa nel fondo dello sgabuzzino. Devono spiegarmi perché, dove è quasi tutto aperto, gli studenti al pomeriggio possono andare a prendere l'aperitivo, mentre non possono andare in classe con la mascherina, l'igienizzante e i banchi separati. Il punto è culturale, non sanitario".

"Il governo ha fatto la sua parte – osserva la ministra – alcuni presidenti non si rendono conto che chiudendo le scuole producono un danno economico al Paese, che pagherà la mancanza di competenza dei suoi giovani. Ma è anche un danno umano e relazionale. Rivendico l'idea della Dad, ma non potrà mai sostituire la didattica in presenza. Ricevo lettere di studenti molto arrabbiati, apatici, delusi o che si sentono trattati da untori. C'è un'indagine dell'ordine degli psicologi molto preoccupante sulla chiusura prolungata".

"Rispetto l'opinione di tutti ma non si può usare la scuola come terreno di scontro politico. Devono capire che la scuola è un'ancora di salvezza per famiglie disagiate – prosegue Azzolina – e se condannano migliaia di studenti all'abbandono, se ne assumeranno la responsabilità". Quanto alla proposta di vaccinare i docenti, Azzolina afferma che "il governo e il commissario Arcuri stanno facendo un ottimo lavoro. Il piano lo ha deciso la Salute e si prevede che in una prima fase si vaccinino i sanitari e i nostri nonni. Dopo ho chiesto e ottenuto che tocchi al personale scolastico".

Poi un post su Facebook ha aggiunto: "Il 10 gennaio di un anno fa giuravo come ministra nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ricordo l’emozione di quel momento e sento, ogni giorno, tutta la responsabilità dell’incarico che ho ricevuto. In questi mesi ho lavorato senza sosta e continuerò a farlo, guidata dall’amore per la scuola e per la Costituzione. Guardando, in particolare, all'articolo 34. Uno dei più belli, quello che mi ha permesso di immaginare e poi costruire un futuro da donna libera, pur partendo da una condizione di svantaggio".

"Mi batto per la scuola perché senza la scuola non c'è crescita, aumentano le disuguaglianze, si blocca l’ascensore sociale. E a pagare sono sempre i più deboli. Continuerò a lavorare in questa direzione, senza risparmiarmi", ha scritto la ministra pentastellata.

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