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Scissione nel M5s, Di Maio: “Non dobbiamo spaccarci, voto su Rousseau si rispetta”

Luigi Di Maio lancia un appello ai pentastellati dissidenti, che non approvano la scelta del M5s di entrare nella maggioranza del governo Draghi: “Non dobbiamo spaccarci per darla vinta a quegli opinionisti da salotto” che remano contro il Movimento 5 stelle, “ma se c’è un voto interno, il voto si rispetta”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio prova a placare le lamentele della base e a fermare la scissione in corso nel M5s, dopo che una cinquantina di parlamentari – tra coloro che hanno votato contro, si sono astenuti o si sono strategicamente assentati – hanno manifestato il loro dissenso votando no alla fiducia al governo Draghi alla Camera e al Senato, contrastando sia la linea dei vertici del Movimento sia di fatto il risultato della consultazione sulla piattaforma Rousseau.

Dopo la valanga di espulsioni annunciate dal reggente Crimi, espulsioni in molti casi contestate dai diretti interessati, Luigi Di Maio prova a bloccare l'emorragia, con un video appello su Facebook: "Non dobbiamo spaccarci per darla vinta a quegli opinionisti da salotto" che remano contro il Movimento 5 stelle, "ma se c'è un voto interno, il voto si rispetta. È capitato anche a me, da capo politico".

Nel Movimento 5 Stelle c'è un "dibattito molto forte e faide che non fanno bene al Paese", ha aggiunto. "I punti di forza non diventino punti di debolezza".

Sul governo Draghi il Movimento 5 Stelle doveva decidere "se stare dentro e spendere bene i soldi del Recovery Fund o puntare il dito sugli errori degli altri, che sarebbero ricaduti sui cittadini italiani", ha spiegato, motivando così la decisione di stare dentro la maggioranza. Il sì al nuovo governo "di unità nazionale" servirà per difendere quanto ottenuto dal M5s al governo e "portare altri risultati, come l'abbassamento delle tasse alle imprese, la digitalizzazione, la transizione ecologica".

"Nessuno ha votato sì a Draghi per ottenere qualcosa in cambio" ha detto, spiegando che lui stesso ha saputo della sua riconferma alla Farnesina "un quarto d'ora prima" dell'annuncio di Draghi. Ed anche gli altri ministri dei 5S sarebbero stati avvisati del loro incarico poco prima. "Io ho votato sì a Draghi per fare una promessa alla nazione, difendere le nostre leggi e portare altri risultati. Non ho la verità in tasca, sarà la storia a giudicarci", ha aggiunto Di Maio, sottolineando che il Movimento ha "accolto l'appello di Mattarella per un governo di unità nazionale" perché ancora nel pieno della crisi sanitaria ed economica non si poteva andare a votare.

Poi un commento sul presidente del Consiglio uscente Giuseppe Conte, invocato come possibile leader attorno cui poter riunire tutte le anime del Movimento: "Voglio ringraziare Giuseppe Conte per la signorilità con cui ha gestito anche l'uscita di scena, si dice sempre che il valore delle persone si capisce da come escono da un incarico, non da come ci entrano. È solo un arrivederci, spero che il Movimento lo possa accogliere a braccia aperte il prima possibile perché è una grande risorsa per il Paese ed incarna i nostri valori".

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