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Elezioni politiche 2022

Schlein a Fanpage.it: “Dispiaciuta per fine alleanza con M5S, ma i nostri avversari sono a destra”

La vicepresidente dell’Emilia-Romagna Elly Schlein, candidata Pd alla Camera, spiega in un’intervista a Fanpage.it perché la vittoria di Meloni non sarebbe una buona notizia per le donne: “Giorgia Meloni non vede le discriminazioni di genere che colpiscono le donne in tutti gli ambiti di vita, ad esempio in quello occupazionale”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La vicepresidente dell'Emilia-Romagna Elly Schlein che corre per il Pd nella lista Democratici e progressisti come capolista nel collegio plurinominale Emilia-Romagna 2, ha un'idea molto chiara della differenza tra ‘leadership femminile' e ‘leadership femminista', e del perché un'eventuale vittoria di Giorgia Meloni alle politiche del 25 settembre non sarebbe una buona notizia per le donne. Lo ha spiegato in un'intervista a Fanpage.it: "C'è una grande differenza tra le leadership femminili e le leadership femministe. Non tutte le leader donne aiutano le altre donne, non le aiutano se non si battono per difendere i loro diritti, a partire da quelli sul proprio corpo, e non le aiutano se non si battono per emancipare le condizioni economiche, sociali di tutte le altre donne. Giorgia Meloni non vede le discriminazioni di genere che colpiscono le donne in tutti gli ambiti di vita, ad esempio in quello occupazionale".

"Quando dice ‘per noi vale il merito, se vali avanzi che tu sia donna o uomo', nega alla radice l'esistenza delle diseguaglianze di genere, del motivo per cui al livello europeo le donne prendono ancora il 16% in meno di salario rispetto agli uomini a parità di mansioni. Negare questo vuol dire non capire che su può e si deve parlare di merito quando sono eguali le condizioni di partenza. E oggi purtroppo per le donne quelle condizioni non sono eguali".

Cosa propone il Pd per i giovani

Uno degli obiettivi della campagna elettorale del Pd è quello di portare i giovani alle urne. Per questo propone una serie di misure che puntano soprattutto a contrastare il precariato, per provare a dare risposte a quella "paura del futuro", che i ragazzi si trovano ad affrontare in un periodo storico difficile, segnato da una pandemia e da una guerra alle porte dell'Europa: "Noi vorremmo essere i peggiori avversari di quella paura del futuro che colpisce soprattutto giovani e donne, che sono tra i più colpiti a livello occupazionale. Perché già dalla crisi precedente avevano ereditato i contratti e le condizioni occupazionali più precarie", ha spiegato Schlein.

Oltre alla discussa dote per i 18enni, che andrebbe finanziata con un aumento delle tasse di successione e donazione sui patrimoni sopra i 5 milioni, cosa c'è nel pacchetto del Pd contro il precariato dei giovani? "Proponiamo di fare come la Spagna, mettere un limite ai contratti a termine, che sono ormai 3 milioni e 200mila in questo Paese – ha detto Schlein a Fanpage.it – Come si fa a costruire futuro se hai di 10 contratti 8 che sono a termine, 3 che durano non più di un mese e 1 addirittura un giorno. È una minaccia per la costruzione di un futuro solido".

"Accanto a questo bisogna abolire gli stage gratuiti, perché gli stage gratuiti non pagano l'affitto. Vedo tanto paternalismo quando si commenta, qualcuno fa battute sul fatto che oggi i giovani escano di casa più tardi. Ma ci si è chiesti perché? Non è che fa piacere. Evidentemente bisogna agire per alzare i salari, per fissare un salario minimo sotto al quale non si può neanche chiamare lavoro, perché è sfruttamento, e per dare una possibilità anche ai giovani di aprire le proprie imprese, di innovare. Una delle proposte che facciamo è quella di estendere le detrazioni Irpef a tutte le start up degli under 35. Così come proponiamo di sostenerli sul diritto alla casa, con un contributo di 2mila euro sull'affitto, perché in molti dei nostri territori e delle nostre città gli affitti hanno raggiunto dei costi proibitivi".

Con gli ex alleati 5S sarà possibile un dialogo dopo il voto?

L'alleanza, ormai sfumata, con il M5s, è sicuramente un tasto dolente per Schlein, e non nasconde un certo rammarico: "In questi anni ho lavorato molto, soprattutto nelle amministrative, per costruire una coalizione, un nuovo centrosinistra, che avesse il Pd, la sinistra ecologista, ma anche i moderati o i 5Stelle. Certo che sono dispiaciuta che non si siano creati i presupposti per avere quel tipo di coalizione anche alle politiche".

La vicepresidente dell'Emilia-Romagna non esclude categoricamente che si possa riprendere un percorso dopo il voto: "Io credo comunque che i nostri avversari siano a destra, e che dal 26 settembre, con chi ci sarà in Parlamento, e vuole portare avanti le battaglie di riduzione delle diseguaglianze, per il salario minimo e per affrontare l'emergenza climatica, spero che ci sarà ancora il modo di lavorare insieme".

Del resto lo stesso ministro dem Dario Franceschini lascia aperto uno spiraglio per la riapertura di un dialogo dopo il 25 settembre: "Prima dobbiamo andare al voto nel miglior modo possibile. Ma certo Calenda e i cinque stelle li considero ex alleati che hanno deciso di rompere con noi facendo un danno al paese, gli altri sono avversari. Non è la stessa cosa". Ma, aggiunge, "Se fosse necessario formare un governo di coalizione vedremo, ma non è l'argomento di oggi".

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