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Sanremo, Tajani dice che i messaggi devono essere equidistanti: “Mancava quello per gli ostaggi israeliani”

“È giusto dire basta con i morti civili palestinesi, ma dobbiamo dire che c’è un responsabile per tutto ciò che è accaduto: non possiamo dimenticare le vittime innocenti israeliane, non possiamo non chiedere la liberazione degli ostaggi”: è il commento di Antonio Tajani, che ha preso le difese dell’ad Rai, intervenuto con una nota di solidarietà a Israele, dopo che alcuni artisti a Sanremo avevano chiesto il cessate il fuoco.
A cura di Annalisa Girardi
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Anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è intervenuto sul caso dei messaggi di pace lanciati dal palco di Sanremo da artisti come Ghali o Dargen D'Amico, a cui è seguita la nota dell'ad della Rai, Roberto Sergio. Il segretario di Forza Italia ha detto: "I messaggi devono essere sempre equidistanti. È mancato nella prima giornata un messaggio a tutela degli ostaggi. Ieri pomeriggio c'è stato un intervento da parte di Mara Venier che ha letto una dichiarazione di Sergio, che ha riequilibrato la situazione".

Poi ha anche aggiunto: "Il primo giorno sembrava una scelta soltanto di una parte, la seconda è stata più equilibrata, ha portato equilibrio in una posizione che pendeva soltanto da una parte. È giusto dire basta con i morti civili palestinesi, ma dobbiamo dire che c'è un responsabile per tutto ciò che è accaduto: non possiamo dimenticare le vittime innocenti israeliane, non possiamo non chiedere la liberazione degli ostaggi". E infine, ha concluso affermando che l'Italia deve sempre esprimere equilibrio: "Se si vuole la pace bisogna sempre lavorare in nome della giustizia. Ci sono vittime innocenti tra la popolazione civile palestinese. E l'abbiamo detto fin dall'inizio a Israele che non si può fare una carneficina, che non ha nulla a che vedere con l'olocausto. Sono contrario alla parola olocausto, ma non si può fare una carneficina. Ma Hamas deve liberare immediatamente gli ostaggi".

Le parole di Tajani, che ha preso le difese dei vertici Rai, contrastano con quelle delle opposizioni. La senatrice del Movimento Cinque Stelle Barbara Floridia, nonché presidente della commissione di vigilanza Rai, ha sottolineato come l'intervento dell'ad Sergio "è sembrato avere l'intenzione di stigmatizzare la libera espressione delle opinioni di alcuni artisti". I membri della commissione appartenenti al Partito democratico, da parte loro, hanno aggiunto: "Ieri abbiamo assistito a una brutta pagina della Rai con l'ad che si è elevato a giudice dei contenuti di una canzone e di ciò che dice un artista sul palco, e Mara Venier che si è prestata a fargli da megafono".

Sulla questione è intervenuto anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Che, ai microfoni di Un giorno da Pecora, ha detto: "È stato un Festival con una punta dolorosa: essere entrati nella vicenda israelo-palestinese a senso unico. È l'elemento peggiore di tutto il Festival. Il Festival o non entrava su quel tema, e non lo può affidare a un cantante con una frase a senso unico, o doveva responsabilmente almeno citare gli ostaggi israeliani".

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