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Salvini vuole cambiare i limiti di età per il rinnovo della patente

Dopo una serie di incidenti che hanno coinvolto automobilisti molto anziani, il governo valuta modifiche al rinnovo della patente. Tra ipotesi di test più severi, proposte parlamentari e dubbi delle associazioni, il dibattito è aperto.
A cura di Francesca Moriero
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Il tema della sicurezza stradale per gli automobilisti più anziani è tornato al centro del dibattito politico. Alcuni incidenti gravi, avvenuti nelle ultime settimane e attribuiti a conducenti ultraottantenni, hanno riacceso la discussione sulle regole di rinnovo della patente. Oggi la normativa prevede già controlli più frequenti con l’avanzare dell’età, ma dal Ministero dei Trasporti arriva l’ipotesi di modificare le modalità di verifica. Secondo Matteo Salvini, intervenuto a Rtl 102.5, servirebbe infatti "una riflessione basata su numeri e dati, non sulle impressioni" e potrebbero essere rivisti gli esami di rinnovo oltre una certa soglia anagrafica.

Attualmente la validità della patente è di 10 anni fino ai 50 anni di età, 5 anni fino ai 70, 3 anni tra i 70 e gli 80 e 2 anni oltre questa età, con possibilità di rinnovo annuale in caso di particolari patologie.

Le proposte in campo

Sul fronte politico, anche l’opposizione sembra muoversi: il capogruppo del Partito Democratico in Commissione Trasporti, Anthony Barbagallo, intende presentare una proposta di legge per introdurre un esame teorico e pratico obbligatorio al compimento degli 80 anni. L’idea non sarebbe nuova: era già stata infatti presentata come emendamento alla riforma del Codice della strada, ma respinta dalla maggioranza.

La posizione di associazioni e sindacati

Associazioni dei consumatori e sindacati dei pensionati invitano a procedere con cautela: per Assoutenti, eventuali modifiche dovrebbero basarsi su “criteri medico-funzionali chiari e aggiornati” piuttosto che fissare limiti unicamente legati all’età. La Uilp sottolinea la necessità di un confronto con le parti sociali e ricorda che, per molti anziani, la patente rappresenta autonomia e libertà di movimento.

I dati sugli incidenti

Le statistiche Istat e Aci, aggiornate al 2024, indicano che il tasso di mortalità più elevato si registra nella fascia 85-89 anni (103,8 decessi per milione di abitanti), seguita dai giovani tra 20 e 24 anni e dalla fascia 80-84 anni. Alcuni studi internazionali rilevano che, pur guidando meno in termini assoluti, gli anziani registrano più incidenti per chilometro percorso rispetto ai conducenti di mezza età.

Ipotesi di riforma

Tra le opzioni discusse dagli esperti figura un rafforzamento delle visite mediche, con valutazioni più approfondite su tempi di reazione, capacità cognitive e orientamento, oltre ai consueti controlli visivi e uditivi; un'altra ipotesi, già prevista dalle norme europee, è il rilascio di patenti con limitazioni, come il divieto di guida notturna o in autostrada per determinate categorie di conducenti. Ad ogni modo, almeno per il momento, non sono state prese decisioni definitive: i tecnici della motorizzazione stanno infatti ancora analizzando dati e possibili scenari. Il dibattito, però, si preannuncia acceso, diviso tra esigenze di sicurezza e tutela della mobilità per le persone anziane.

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