Salvini contro Macron sull’Ucraina, maggioranza spaccata, Tajani: “Politica estera spetta a me e Meloni”

AGGIORNAMENTO: Crisi aperta tra Francia e Italia per le parole di Salvini contro Macron sull'Ucraina. Parigi ha convocato l'ambasciatrice italiana Emanuela D'Alessandro, e sale la tensione anche nella maggioranza di governo: il centrodestra si spacca, mentre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al momento in vacanza, preferisce la strada del silenzio.
Sono gli ultimi giorni di ferie ad agosto, e il governo è già spaccato. Emmanuel Macron non ha potuto ignorare le ultime dichiarazioni di Matteo Salvini: "Attaccati al tram. In Ucraina vacci tu se vuoi. Ti metti il caschetto, il giubbetto, il fucile e vai", sono state le parole che hanno mandato l'Eliseo su tutte le furie.
Ma l'uscita del vicepremier leghista ha spiazzato pure gli alleati. Deborah Bergamini, vicesegretario nazionale di Forza Italia e responsabile Esteri del partito, lo critica apertamente: "La politica estera italiana spetta al presidente del Consiglio e al ministro degli Esteri. L'accaduto non cambierà i nostri rapporti di amicizia con la Francia, pur nelle diverse sensibilità. Siamo alleati con Parigi e lo rimarremo ancor più in un momento così critico nel quadro internazionale". È la stessa posizione di Antonio Tajani, oggi presente al Meeting di Rimini.
"La decisione di convocare la nostra ambasciatrice non stupisce, la definirei una reazione liturgica. Anche il governo francese sa bene che le dichiarazioni di Salvini non condizionano minimamente la postura dell'Italia rispetto all'impegno comune a sostegno dell'Ucraina. Purtroppo, ad esprimersi nelle forme sgradevoli che ormai ben conosciamo, non è un cittadino qualunque, ma il vicepresidente del Consiglio", dice l'europarlamentare di Forza Italia e vicepresidente del Ppe Massimiliano Salini, intervistato da La Stampa. "Sorvoliamo sui toni – continua – decisamente inappropriati. Però a un certo punto, si debba cercare di mettere un freno a questa narrazione corrosiva. È paradossale sentire certe cose, proprio mentre l'Italia si fa promotrice della proposta di proteggere in futuro l'Ucraina allargando l'applicazione dell'articolo 5 del Trattato Nato"
Il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi è più esplicito: "I toni e le parole non sono solo forma ma anche sostanza. Al suo posto non avrei mai usato quelle espressioni, anche se per un milanese hanno un valore più scherzoso che offensivo", ha detto intervistato dal Corriere della Sera. Sull'irritazione francese, per Lupi "non è che possono darci lezione di stile. Ricordo nel 2023 un intervento scomposto del loro ministro dell'Interno contro il governo Meloni". In ogni caso, secondo Lupi, non ci sarebbero crisi tra Roma e Parigi: "Ma no. Il tema vero in discussione è la posizione da tenere rispetto all'idea di Francia e Germania di inviare truppe in Ucraina. Su questo siamo sempre stati contrari, tutti d'accordo nella maggioranza. E Salvini ha ribadito una posizione che è stata espressa con franchezza anche da Meloni".
Salvini rincara la dose: "Macron permaloso"
Salvini non sembra voler arretrare di un millimetro, e da Pinzolo tuona: "Macron è permaloso, e nei sondaggi è sgradito all'80% dei francesi. L'auspicio è che con le prossime elezioni anche i francesi scelgano il cambiamento così non avremo problemi coi vicini". Poi, poco più tardi a Rete 4, sembra ammorbidire un po' i toni: "Se vogliamo parlare di pace, Macron può chiamarmi anche a mezzanotte, sono disponibile. Penso di essere stato qui garbato e sereno, ma sono assolutamente inflessibile sul no a inviare un solo soldato italiano o francese che sia, a combattere o morire in Russia o in Ucraina. Penso che la politica preveda il dissenso".
"Se Macron stasera precisasse che non ha nessuna intenzione di armare un esercito europeo, il problema si chiude qua. Io ho tanti cantieri aperti sul confine Italia-Francia e sto lavorando bene con il mio collega francese che non ho nessuna voglia di litigare con la Francia", spiega.
Tajani replica a Salvini: "Politica estera la facciamo io e Meloni"
"La politica estera la fanno il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri. Se si devano far valere delle ragioni, si vince con la forza delle idee e non con la violenza delle parole", dice il vicepremier, ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, arrivando al Meeting di Rimini, e rispondendo a una domanda sulle polemiche per le affermazioni di Matteo Salvini sul presidente francese Emmanuel Macron. "Io ho avuto sempre toni calmi. Bisogna sempre ricordare che la forza delle idee in politica conta più della violenza delle parole. Quindi, se si vuole vincere, bisogna usare la forza delle idee. Quello che io ho sempre cercato di far prevalere", aggiunge.
Opposizioni contro Salvini: "Imbarazza l'Italia"
Elly Schlein, segretaria Pd, se la prende con il vicepremier leghista: "Quelle di Salvini sono intemerate che mettono in difficoltà il governo e imbarazzano l'Italia. Lo invito piuttosto a occuparsi dei dei treni e dei loro oramai cronici ritardi".
La Lega però ribatte: "È il Pd a essere non solo anti-italiano ma pure guerrafondaio e servile con Parigi".
Di imbarazzo parla anche, Enrico Borghi, vicepresidente di Italia viva e membro del Copasir: "Avevamo consigliato a Giorgia Meloni di chiarire da subito la posizione, per non esporre il nostro Paese a una brutta figura internazionale. Non lo ha fatto e ora il nostro ambasciatore a Parigi è stato convocato dal governo francese aprendo una pagina imbarazzante per l'Italia".
Pure Carlo Calenda condanna le parole di Salvini: "Anche io non ho condiviso alcune prese di posizione di Macron, ma non puoi parlare come fossi al ‘Bar dello sport'. Purtroppo l'unica cosa che ha fatto Salvini nella vita è appunto il ‘Bar dello sport'". Gli fa eco Angelo Bonelli di Avs: "Meloni dovrebbe insegnare o quanto meno ricordare a Salvini come ci si comporta e pertanto dovrebbe censurare le parole del suo vicepremier che hanno provocato un incidente diplomatico tra Italia e Francia".
Lega ribadisce: "No a invio truppe in Ucraina", Fi: "Governo sempre contrario a invio militari"
La questione principale sollevata da Salvini in relazione a Macron, riguarda appunto l'invio di un contingente militare in Ucraina, una volta terminato il conflitto, come forza di interposizione, proposta avanzata dalla cosiddetta "coalizione dei volenterosi", posizione portata avanti fa Francia e Regno Unito. Il governo italiano è sempre stato contrario all'invio di militare sul campo, e a questo proposito la presidente del Consiglio Meloni ha sempre caldeggiato l'ipotesi di dare all'Ucraina le stesse garanzie di sicurezza previste per i membri Nato, all'articolo 5 del Trattato, senza però prevedere l'ingresso del Paese nell'Alleanza Atlantica.
La Lega in una nota insiste: "Con assoluta fermezza, pacatezza, gentilezza e buonsenso ribadiamo: mai soldati italiani a combattere in Ucraina o in Russia. No a eserciti europei o debiti europei per comprare armi".
Il capogruppo azzurro al Senato, Gasparri, ribadisce che "Per quanto riguarda poi specificamente le vicende in discussione, la posizione del governo è sempre stata contraria all'invio di truppe italiane in Ucraina o altrove senza mandato specifico di organismi internazionali. Per altro, invece, il governo si è sempre detto disponibile a un'eventuale presenza di militari, qualora si raggiunga la pace e ci sia bisogno di forze di interposizione, così come avviene in Libano e altrove dove l'Italia da decenni partecipa con grande impegno a missioni militari internazionali".
"Questa è la nostra posizione sul tema e la esprimiamo con queste parole. Ognuno sceglie la sua cifra comunicativa, ma la posizione di Forza Italia coincide con quella del governo e con quella di Tajani. Per altro, ribadisco, essendo il ministro degli Esteri è interlocutore primario in ogni sede internazionale a nome del governo italiano. E svolge questo suo ruolo con grande saggezza, esperienza ed equilibrio. Non abbiamo intenzione quindi di alimentare polemiche", conclude Gasparri.