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Riciclaggio, Fini: “Polizze sequestrate causa incapienza di Tulliani. Oltre al danno, la beffa”

L’ex presidente della Camera, mediante una comunicazioni inviata dai legali difensori, ha sostenuto che il sequestro delle due polizze vita operato ieri dalla Guardia di Finanza non riguarderebbe lui, ma il cognato Giancarlo Tulliani: “Il provvedimento di sequestro non è diretto in prima persona nei confronti di Gianfranco Fini. Sono state sequestrate le polizze intestate alle figlie sulla base dell’incapienza del patrimonio che doveva essere oggetto di sequestro nei confronti di Giancarlo Tulliani”.
A cura di Charlotte Matteini
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All'indomani del sequestro di due polizze vita del valore di un milione di euro circa operato dalla Guardia di Finanza nei confronti dell'ex presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, indagato per concorso in riciclaggio, l'ex leader di Alleanza Nazionale attraverso i propri avvocati spiega che le polizze vita sarebbero intestate alle due figlie e sarebbero state sequestrate sulla base dell'incapienza del patrimonio che doveva essere oggetto di sequestro nei confronti di Giancarlo Tulliani: "Il provvedimento di sequestro non è diretto in prima persona nei confronti di Gianfranco Fini. Sono state sequestrate le polizze intestate alle figlie sulla base dell'incapienza del patrimonio che doveva essere oggetto di sequestro nei confronti di Giancarlo Tulliani", hanno affermato gli avvocati Francesco Caroleo Grimaldi e Michele Sarno, difensori di Fini, in una nota diffusa alla stampa. "Il provvedimento di sequestro chiesto ed ottenuto dal pm Barbara Sargenti, sarà impugnato al Tribunale del Riesame, davanti al quale verrà riaffermata l’assoluta estraneità dell'onorevole Fini ai fatti che gli sono contestati", hanno aggiunto i legali. Pur non rilasciando interviste, l'ex presidente della Camera rintracciato da una cronista ha dichiarato laconico al Corriere della Sera:

I suoi legali scrivono che le sono state sequestrate polizze intestate alle sue figlie sulla base dell'incapienza del patrimonio che doveva essere oggetto di sequestro nei confronti di Giancarlo Tulliani.

«Ecco, appunto. Se la motivazione del provvedimento è l'incapienza dei Tulliani, lei capisce?».

Vuol dire che con quel giro di denaro considerare i Tulliani incapienti fa sorridere?

«Lei ride. Ma io non ci trovo niente da ridere. Oltre al danno anche la beffa».

Già lo scorso 10 aprile,  sentito dagli inquirenti titolari del caso, Gianfranco Fini avrebbe respinto ogni addebito consegnando agli inquirenti una memoria difensiva con la propria versione dei fatti.

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