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Riace, Lucano dopo condanna a 13 anni: “Per me oggi finisce tutto, vicenda inaudita e pesantissima”

Dopo la condanna, con pena quasi raddoppiata, da parte del tribunale di Locri, l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, commenta: “Questa è una vicenda inaudita. Sarò macchiato per sempre per colpe che non ho commesso. Mi aspettavo un’assoluzione”. “È una cosa pesantissima, per me finisce tutto”, aggiunge in riferimento alla sentenza del processo Xenia sul cosiddetto modello Riace.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, è stato condannato a 13 anni e due mesi di reclusione nell’ambito dell’inchiesta sull’accoglienza dei migranti. Lucano era accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nel processo Xenia, al tribunale di Locri, per il cosiddetto modello Riace. L’ex primo cittadino di Riace commenta subito la sentenza, con pena quasi raddoppiata rispetto alle richieste dell'accusa, definendola “inaudita”: “Questa è una vicenda inaudita. Sarò macchiato per sempre per colpe che non ho commesso. Mi aspettavo un'assoluzione”, sono le sue prime parole dopo la sentenza. Riace aggiunge: “Grazie, comunque, lo stesso ai miei avvocati per il lavoro che hanno svolto. Io, tra l'altro, non avrei avuto modo di pagare altri legali, non avendo disponibilità economica”.

In un’intervista a LaCNews Lucano prosegue nell’analisi di quanto successo e stabilito oggi: “Ho speso la mia vita per gli ideali, contro le mafie, ho fatto il sindaco, mi sono schierato dalla parte degli ultimi, dei rifugiati che sono arrivati, mi sono immaginato di contribuire al riscatto della mia terra, è stata un'esperienza indimenticabile, fantastica, però oggi devo prendere atto che per me finisce tutto”. L’ex sindaco di Riace prosegue: “È una cosa pesantissima, non so se per i delitti di mafia ci sono queste sentenze così. È un momento difficile, non so cosa farò. Mi aspettavo una formula ampia di assoluzione”.

Lucano aggiunge ancora: “Accetto tutto questo, ma voglio gridarlo, io non avevo nemmeno i soldi per pagare gli avvocati, mi doveva nominare un avvocato di ufficio, mi mancano i soldi per vivere, come posso estinguere queste cose? È una vicenda inaudita. Non sto fingendo, sto dicendo cose vere. E questo oggi è l'epilogo”. Poi conclude, sempre sulla sua condizione economica: “Io non ho niente, mia moglie fa un lavoro umile pulendo le case delle persone. Mi sono schierato dalla parte degli umili, ho immaginato di partecipare al riscatto della mia terra. Oggi però per me finisce tutto”.

Parlando con l'AdnKronos subito dopo la sentenza, Lucano ha commentato: "Forse nemmeno a un mafioso. Io non voglio disturbare più nessuno, mi ritiro da tutto. non mi importa più, voglio solo evitare dispiaceri ai miei familiari e ai miei amici, se devo morire, non c'è problema. Io sono morto dentro oggi. Non c'è pietà, non c'è giustizia". L'ex sindaco di Riace ha anche aggiunto: "Ribaltano completamente la realtà, la distruggono. Quando sono tornato dalle misure cautelari, perché mi avevano sospeso da sindaco e cacciato da Riace, i rifugiati mi aspettavano. Adesso Riace è finita".

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