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Riace, le motivazioni della condanna a Mimmo Lucano: “Ha strumentalizzato accoglienza”

Sono state pubblicate le motivazioni della sentenza di condanna a Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, il paese diventato modello di accoglienza ai migranti. Il presidente del Tribunale di Locri, Fulvio Accurso, ha scritto: “Lucano, da dominus indiscusso del sodalizio, ha strumentalizzato il sistema dell’accoglienza a beneficio della sua immagine politica”.
A cura di Annalisa Girardi
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Sono state pubblicate le motivazioni della sentenza di condanna a Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace: "Lucano, da dominus indiscusso del sodalizio, ha strumentalizzato il sistema dell'accoglienza a beneficio della sua immagine politica", si legge nel documento. Il presidente del Tribunale di Locri, Fulvio Accurso, ha anche scritto: "Nulla importa che l'ex sindaco di Riace sia stato trovato senza un euro in tasca – come orgogliosamente egli stesso si è vantato di sostenere a più riprese – perché ove ci si fermasse a valutare questa condizione di mera apparenza, si rischierebbe di premiare la sua furbizia, travestita da falsa innocenza, ignorando però l'esistenza di un quadro probatorio di elevata conducenza, che ha restituito al Collegio un'immagine ben diversa da quella che egli ha cercato di accreditare all'esterno".

Nel documento, che spiega perché Lucano sia stato condannato a 13 anni e 2 mesi, si parla di un'organizzazione "tutt'altro che rudimentale, che rispettava regole precise a cui tutti si assoggettavano, permeata dal ruolo centrale, trainante e carismatico di Lucano il quale consentiva ai partecipi da lui prescelti di entrare nel cerchio rassicurante della sua protezione associativa, per poter conseguire illeciti profitti, attraverso i sofisticati meccanismi, collaudati negli anni e che ciascuno eseguiva fornendogli in cambio sostegno elettorale".

Il processo Xenia

Il pm di Locri, nel caso che aveva coinvolto l'ex sindaco di Riace, Paese diventato simbolo dell'accoglienza, aveva inizialmente chiesto 7 anni e 11 mesi per associazione a delinquere, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Lo scorso 30 settembre, però, era arrivata una sentenza di condanna in primo grado a 13 anni e due mesi: il giudice aveva cioè quasi raddoppiato la pena richiesta dal pm. "Rimane l’orgoglio di quel che ho fatto, accogliere le persone considerate “scarto umano” da un mondo occidentale opulento che viaggia in business class a bordo di navi con piscine e discoteche. L’ospitalità è un valore che respiro da quando sono nato, i miei genitori mi hanno insegnato ad aprirmi al prossimo, a non chiudere le porte a chiave, a lasciarle sempre aperte", aveva commentato Lucano qualche mese fa in un'intervista con Fanpage.it

Le motivazioni della sentenza

Nelle motivazioni della sentenza si descrive anche "una regia comune", di un "vero e proprio organismo associativo elevato a Sistema, che ruotava attorno all'illegale approvvigionamento di risorse pubbliche, e che si basava su una piattaforma organizzativa collaudata e stabile, che si avvaleva dell'esperienza e della forza politica che Lucano possedeva e che questi esercitava in forma padronale ed esclusiva, tanto da indurre tutti al silenzio". E ancora: "Tutti i componenti dell'organizzazione hanno agito accettando di sostenere politicamente Lucano, ricevendo da esso, in cambio, piena libertà di movimento nella loro azione illecita di accaparramento delle risorse pubbliche".

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