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Elezioni Regionali 2025

Regionali, ora Schlein guarda al 2027: “Pronti a governare, priorità non è legge elettorale ma stipendi bassi”

La segretaria del Pd Elly Schlein, dopo il successo alle elezioni regionali in Puglia e in Campania, ha lanciato la volata verso le politiche del 2027: “Siamo pronti ad andare al governo”. Restano diversi punti da risolvere, soprattutto con il M5s, ma Schlein si è detta ottimista. E sul cambio di legge elettorale: “Non ci interessa in questo momento discutere delle priorità di Giorgia Meloni”.
A cura di Luca Pons
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"La partita verso le politiche è apertissima. Siamo pronti ad andare al governo nel 2027". Elly Schlein, dopo il successo ottenuto alle elezioni regionali in Puglia e in Campania, ha lanciato la linea del Partito democratico in vista delle prossime elezioni politiche. Nei prossimi due anni non restano grandi appuntamenti elettorali, se si esclude il probabilissimo referendum sulla giustizia del 2026. E così per il campo largo è il momento di iniziare a fare sul serio, secondo la segretaria del Pd. Che sulla riforma della legge elettorale, invece, ha glissato: "Non ci interessa in questo momento discutere delle priorità di Giorgia Meloni, ma delle priorità degli italiani".

La conferenza stampa della segretaria è iniziata rivendicando i risultati di ieri: "In Veneto abbiamo raddoppiato il consenso dall’ultima elezione regionale, è un seme piantato per il futuro. Il Pd cresce in tutte le Regioni". E anche dei numeri generali che provano a lanciare la volata verso il 2027: "Nelle tredici Regioni andate al voto nel 2024-25, i voti assoluti della coalizione progressista e della coalizione di destra sono sostanzialmente pari. La stessa cosa si potrebbe dire guardando alle Europee. Sempre in queste 13 regioni, il Pd è il primo partito con 3,2 milioni di voti. FdI è a 2,6 milioni. Tra tutte queste Regioni, le uniche due Regioni che si sono spostate da quando io sono alla guida del Pd sono state Umbria e Sardegna, passate al centrosinistra".

I nodi da sciogliere con il M5s e chi sarà leader del campo largo

Al di là dei proclami, però, restano le esitazioni degli alleati. In particolare del Movimento 5 stelle, che ieri in più occasioni si è distinto dalla linea del Pd. Giuseppe Conte ha annunciato il via a un nuovo "cantiere" per costruire il "programma di governo del M5s (non della coalizione). Schlein però ha evitato di fare polemiche: "Sono d'accordo, ora è il momento di lavorare per consolidare il progetto per l’Italia. Non partiamo da zero, perché con la coalizione progressista abbiamo presentato proposte di legge e 16 emendamenti alla manovra. Partiamo dalle cose che già condividiamo".

Sulla possibilità che il M5s lo faccia più che altro per prendere tempo: "Io guido il Pd, non sta a me stabilire quali proposte ciascuna forza porterà nella discussione. Mi limito a dire che adesso è il momento di fare quella discussione, e spero che troveremo il modo di farla sui territori, in mezzo alle persone". E sulle tensioni tra il Movimento e le forze più centriste come Italia viva, "la risposta è nei fatti e nei dati di ieri, dove la coalizione era anche animata da queste forze, che hanno dato il loro contributo prezioso".

Il punto su cui dem e pentastellati restano più lontani è la politica estera, soprattutto il sostegno all'Ucraina. Ma "un percorso programmatico va nutrito da tutte le forze politiche, che porteranno le proprie posizioni. Le nostre sono ben note. Dove ci sono divergenze bisognerà discutere, è evidente che il Pd con la forza del Pd porterà le sue posizioni". D'altronde, ci ha tenuto a sottolineare, "sull'Ucraina è difficile essere più divisi di quanto lo sia questo governo".

Un altro nodo che bisognerà sciogliere è quello della guida della coalizione. Chi sarà il o la presidente del Consiglio se il campo largo dovesse vincere davvero. Per Schlein però non è "un problema, anche perché nessuno dei miei alleati lo sta ponendo. Il modo in cui troveremo la guida della coalizione sarà oggetto di discussione, anche su questo non ho dubbi che troveremo un accordo". Le opzioni, ha detto, "non sono molte.  O con questa legge elettorale ci si mette d’accordo come fa la destra, e si dice che chi prende un voto in più esprime la guida della coalizione; oppure ci sono altre modalità, sulle quali io mi sono già dichiarata più che aperta per correre, come le primarie di coalizione". Nessun accenno all'idea di scegliere una figura ‘terza' rispetto ai leader di partito.

Cambiare legge elettorale: "Hanno paura di perdere, ma per noi priorità sono le condizioni degli italiani"

Schlein ha allontanato l'idea di un congresso anticipato per sfruttare questo momento favorevole alla sua segreteria rispetto alle correnti più moderate del Pd ("la priorità è costruire il progetto per l’Italia e consolidare la coalizione"), poi ha parlato di uno dei temi politici emersi ieri: l'idea di una nuova legge elettorale, sostenuta da Fratelli d'Italia. "Non ho avuto contatti con Meloni, se la destra fa una proposta noi la valuteremo, ma parte da premesse sbagliate", ha ribadito. "Parte dalla paura di perdere, perché hanno capito che con questa legge elettorale noi vinceremmo le prossime elezioni politiche. E l’altra premessa è il premierato, una riforma a cui ci siamo opposti duramente".

Poi però ha riportato il discorso altrove: "Non ci interessa in questo momento discutere delle priorità di Giorgia Meloni, ma delle priorità degli italiani. Mi sembra veramente strano che la destra abbia il tempo di aprire un dibattito sulla legge elettorale quando non ha ancora chiarito come intende correggere una pessima manovra di bilancio che dà al Paese una prospettiva di crescita zero nei prossimi anni". Su questo "vogliamo concentrare la nostra battaglia. Ci pare che la destra sia impegnata a parlare di tutto tranne le condizioni materiali degli italiani, il calo della produzione industriale, la bassa crescita economica nonostante il Pnrr".

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