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Elezioni regionali Lazio 2023

Regionali, il M5s risponde a Bonelli: “È confuso, in Lazio il problema è megainceneritore a Roma”

“Bonelli riduce tutto a una questione di perdita di voti. Per il Movimento, invece, è più complesso: si tratta di non tradire la fiducia dei cittadini sui temi ambientali”: lo dice Francesco Silvestri, rispondendo al leader dei Verdi sulla rottura tra Movimento 5 Stelle e centrosinistra alle elezioni regionali in Lazio.
A cura di Annalisa Girardi
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Il centrosinistra e il Movimento Cinque Stelle non correranno insieme alle elezioni regionali in Lazio, una spaccatura che potrebbe favorire il centrodestra. Il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, oggi ha raccontato cosa è andato storto e perché non si è riusciti a raggiungere un accordo: per i grillini, ha detto, allearsi con il Partito democratico avrebbe voluto dire perdere voti. Subito è arrivata la replica dai Cinque Stelle, che hanno messo nero su bianco la loro versione dei fatti: nessun problema di voti, ma di coerenza. In primis sulla questione del termovalorizzatore di Roma.

Perché M5s ha rotto con il centrosinistra alle elezioni regionali

"Evidentemente Angelo Bonelli è confuso o finge di non ricordare. C'ero anch'io al confronto che ha avuto con Conte, avvenuto alla Camera dei Deputati, quando si è parlato delle elezioni regionali nel Lazio", ha fatto sapere il deputato M5s Francesco Silverstri, parlando di quell'incontro citato anche da Bonelli in cui si sarebbe concretizzata la rottura.

Il termovalorizzatore di Roma all'origine della rottura

"Anche in quell'occasione Giuseppe Conte ha ribadito che l'azione politica del Movimento si basa sulla coerenza tra principi professati e impegni concreti presi con gli elettori, chiarendo che il Movimento non avrebbe potuto correre con un Pd – quello laziale – che aveva deciso di rinnegare la transizione ecologica portata avanti nel Conte II per realizzare un megainceneritore a Roma", ha spiegato Silvestri.

E ancora: "Bonelli, nella sua limitata visione politica, riduce questo problema a una questione di perdita di voti. Per il Movimento, invece, la questione è più complessa: si tratta di non perdere la faccia e non tradire la fiducia dei cittadini sui temi ambientali. Troppo spesso gli elettori si trovano di fronte a proclami elettorali disattesi non appena si assumono responsabilità di governo".

La versione di Silvestri

Insomma, all'origine della rottura, secondo quanto raccontato da Silvestri, non ci sarebbe alcun calcolo strategico basato sui voti e sul consenso, ma una divergenza di vedute su temi importanti. Differenze che hanno portato i Cinque Stelle a scegliere di non sostenere il candidato dem, Alessio D'Amato, e di presentare il nome di Donatella Bianchi, giornalista ed ex presidente del WWF.

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