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Referendum 2025

Referendum senza quorum, Csx rivendica i 12 mln di voti, ma dimentica gli elettori Fdi: 1 su 5 è andato ai seggi

Dopo il mancato raggiungimento del quorum, il centrosinistra ha rivendicato la partecipazione al voto, interpretandola come un segnale da parte dell’elettorato d’opposizione. Ma come ha spiegato a Fanpage.it il sondaggista Livio Gigliuto, “non è vero che gli elettori di centrodestra non hanno votato e quelli di centrosinistra sono andati alle urne. E lo dimostra quel 35% di No al quesito sulla cittadinanza”.
Intervista a Livio Gigliuto
Sondaggista, presidente Istituto Piepoli
A cura di Annalisa Cangemi
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L'obiettivo del quorum del 50% più uno ai referendum su lavoro e cittadinanza non è stato raggiunto, l'affluenza si è fermata poco sopra il 30%. Il quorum, e quindi la riuscita dei referendum, era un traguardo difficile, questo il centrosinistra lo sapeva, nonostante l'8 e 9 giugno si sia votato anche per il secondo turno delle amministrative in 13 città, tra cui Taranto e Matera e nonostante la grande mobilitazione per Gaza, con 300mila persone in piazza a Roma sabato.

Proprio perché la batosta era attesa, poco prima del test delle urne, e subito dopo la diffusione dei primi risultati, tra i dem e i pentastellati soprattutto circolava un ragionamento, un'interpretazione possibile della partecipazione, che decretasse quantomeno un parziale successo per il centrosinistra: se hanno votato circa 14 milioni di persone, tra cui moltissimi giovani che hanno votato Sì, significa che la soglia psicologica dei 12,4 milioni di voti, gli stessi ottenuti dal centrodestra alle ultime elezioni politiche del 2022, è stata raggiunta.

"Il quorum non è stato raggiunto, è vero. Ma ci sono oltre 15 milioni di cittadine e cittadini che hanno scelto di votare e con circa 13 milioni di Sì, lanciano un messaggio forte e chiaro, più forte persino del consenso che oggi regge Giorgia Meloni a Palazzo Chigi", è il ragionamento che fanno dalle parti di Avs Bonelli e Fratoianni. È la stessa linea di Schlein: "La differenza tra noi e la destra di Meloni è che oggi noi siamo contenti che oltre 14 milioni di persone siano andate a votare, mentre loro esultano perché gli altri non ci sono andati. Ne riparliamo alle prossime politiche". Secondo questa lettura, questo risultato vuol dire che è partita la "remontada", e il centrosinistra può iniziare a sperare di giocarsela davvero alle urne con il centrodestra. Le cose però non stanno esattamente così, come ha spiegato Livio Gigliuto, presidente di Istituto Piepoli, contattato da Fanpage.it.

Una prima analisi riguarda le differenze tra i cinque quesiti del referendum, per i quali i risultati definitivi sono quasi al completo. Se l'affluenza infatti è, come spesso succede in questi casi, praticamente identica tra i vari quesiti – che riguardavano Reintegro licenziamenti illegittimi, Licenziamenti e limite indennità, Tutela contratti a termine, Responsabilità infortuni sul lavoro e Cittadinanza – con lievissime differenze tra l'uno e l'altro, varia invece e di molto, il numero di Sì raggiunto dalle cinque schede di colore diverso. Il distacco è molto marcato se si confrontano i quattro quesiti sul lavoro da una parte, e dall'altra quello sulla cittadinanza, che avrebbe dimezzato da 10 a 5 gli anni di residenza legale richiesta ai cittadini stranieri per poter fare la domanda per ottenere cittadinanza italiana: mentre va avanti lo scrutinio (mancano ormai poche sezioni in Italia), per quanto riguarda il primo quesito l'89,06% dei votanti si è espresso per il Sì, il 10,94 % per il No; per il secondo abbiamo 87,60 % e 12,40 % No; al terzo risultano 89,04%Sì e 10,96% No; al quarto abbiamo 87,35% Sì e 12,65% No; mentre per il quesito sulla cittadinanza abbiamo solo 65,49% Sì e 34,51 % No. Ma cosa significa questo divario?

Non convince la narrazione secondo cui tutti coloro che sono andati votare sono tutti elettori di opposizione. Secondo Livio Gigliuto, "non è vero che gli elettori di centrodestra non hanno votato e che quelli di centrosinistra sono andati alle urne. C'è un sondaggio effettuato dall'istituto Noto, che ci dice che un elettore su cinque di Fratelli d'Italia è andato a votare. Abbiamo fatto l'errore di immaginare come totalmente assente l'elettore di Fdi in questa tornata elettorale, solo perché Giorgio Meloni ha detto che non avrebbe votato, e che non avrebbe ritirato la scheda, come ha fatto effettivamente ai seggi. Ma sappiamo che in realtà un elettore su cinque tra gli elettori di Fratelli Italia non si è astenuto; e tra gli elettori della Lega uno su quattro è andato a votare, così come ha votato un elettore su quattro di Forza Italia".

Cosa c'è dunque in quel circa 35% di No al quesito sulla cittadinanza? Per il sondaggista in quella percentuale ci sono tanti elettori di centrodestra che sono andati a votare e che evidentemente hanno votato No. "C'è anche un pezzo di elettorato di centrosinistra che su questo tema magari non è convintissimo, ma la maggior parte del significato di quel 35% al quesito numero cinque sta nel fatto che non è vero che il centrodestra non ha votato, pur avendo votato ovviamente in maniera minore rispetto all'elettorato di centrosinistra", ha detto Gigliuto a Fanpage.it.

Insomma l'elettorato del No al quesito sulla cittadinanza dimostrerebbe che quei circa 14 milioni di elettori non sarebbero in realtà tutti potenziali elettori del centrosinistra alle prossime elezioni. Ma ci sono sicuramente in questo bacino anche elettori di centrodestra, anche se in quota minore. Non è bastato insomma l'invito all'astensione del centrodestra, né la strategia messa in campo da Meloni, che si è recata ai seggi senza poi ritirare la scheda, per non impattare positivamente sul quorum.

Quali sono le ragioni del "non voto"

Perché l'affluenza è stata così bassa? Cosa ha frenato l'elettorato? Tra coloro che non sono andati a votare, circa il 38% si è astenuto per effetto della eh campagna di dissuasione al voto portata avanti dal centrodestra. "Poi c'è un 27% che dice che non è andato a votare perché non crede nel voto in generale. Stiamo sostanzialmente parlando di quella quota di astensione che ai seggi non va affatto perché non crede più nelle istituzioni. E poi c'è un 14% che a votare non c'è andato perché ha trovato i temi troppo complicati per essere affrontati in un referendum. Il 9% ha detto invece che non avrebbe votato perché non interessato ai temi", ha spiegato Gigliuto.

"Però, diciamocelo, il tema della complessità dei referendum tiene fino a un certo punto. I quesiti dei referendum sono sempre stati complicati, penso per esempio al referendum sul divorzio. Ma è mancata in questo caso una campagna di comunicazione efficace che spiegasse perché aveva senso andare a votare. E questo lo dimostra il fatto che gli ultimi sondaggi che abbiamo realizzato come istituto Piepoli davano un'affluenza stimata intorno al 34%. In tutto il periodo della campagna elettorale abbiamo sempre rilevato un 30-35% di previsione di affluenza. Significa che se oggi si è raggiunto il 30%, la campagna referendaria non è stata efficace, perché questo dato non è mai cresciuto".

"Segnalo poi che a una settimana dal voto solo il 42% degli italiani conosceva bene i quesiti. Nella giornata di lunedì poi sono andate a votare pochissime persone. Probabilmente molti elettori vedendo l'affluenza bassissima di domenica alle 23, e capendo che il quorum sarebbe stato irraggiungibile, si sono demotivati".

I giovani in media hanno votato più degli over 54

Quindi, chi è andato alle urne? Se si considera che ha votato circa il 30%, in media hanno votato di più i giovani, e di meno i meno giovani: "Per i 18-34enni si rileva una partecipazione del 34-35%, mentre tra gli over 54 ha votato il 27%. Di solito alle elezioni votano di più i meno giovani, ma i temi e lo strumento referendario hanno mobilitato di più la fascia d'età dei 18-34enni", ha spiegato l'esperto.

"Se guardiamo all'elettorato di Fdi, ha votato un elettore su cinque; nell'elettorato della Lega ha votato uno su quattro, e lo stesso è avvenuto nell'elettorato di Forza Italia. Ma anche tra gli elettori d'opposizione c'è stata una quota non marginale di astenuti: per quanto riguarda l'elettorato del Partito Democratico, ha votato circa l'82%, più o meno la stessa percentuale troviamo nell'elettorato di Avs e M5s", ha detto Gigliuto a Fanpage.it

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