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Referendum costituzionale 20 e 21 settembre 2020

Referendum divide la Lega, Giorgetti voterà No: “Taglio improponibile, Sì sarebbe favore a governo”

La Lega si divide sul referendum sul taglio del numero dei parlamentari. Il vicesegretario del partito ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, annuncia che voterà No e spiega: “Un semplice taglio in assenza di altre riforme è improponibile”. In più, la vittoria del Sì “sarebbe un favore a un governo in difficoltà”.
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A cura di Stefano Rizzuti
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Referendum costituzionale 20 e 21 settembre 2020

La Lega si divide sul referendum sul taglio del numero dei parlamentari. Se la posizione ufficiale, seppur poco convinta, del leader Matteo Salvini è a favore del taglio e quindi del Sì, sembra pensarla in maniera differente un altro degli esponenti di spicco del Carroccio, Giancarlo Giorgetti. Che ha annunciato che voterà No al referendum costituzionalereferendum costituzionale. L’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio parla durante un comizio a Vittuone, nel milanese, secondo quanto riporta Ticino notizie: “Il 20 e 21 settembre si voterà per le regionali in alcune parti d'Italia, per i Comuni e anche per il referendum sul taglio dei parlamentari. Non so cosa voterete voi, ma posso dirvi come voterò io. Voterò No, convintamente”.

Giorgetti: senza altre riforme taglio improponibile

Il vicesegretario della Lega spiega anche il suo ragionamento: “Un semplice taglio dei parlamentari in assenza di altre riforme è improponibile. Il sistema maggioritario, visto che si parla tanto di Europa, ha sempre funzionato benissimo”. Secondo Giorgetti tagliare i parlamentari “del 40% darebbe un potere senza limite alle segreterie di partito, limitando di parecchio la volontà popolare”, avendo così i partiti – secondo il ragionamento di Giorgetti – più peso nello scegliere i candidati, con un numero di eletti ridotto. Una linea che sembra essere seguita anche da altri esponenti della Lega, con la fronda del No in aumento negli ultimi giorni con l'adesione di deputati e senatori, anche di spicco.

Per il leghista Sì sarebbe favore al governo

L’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio arriva quindi a parlare di una “deriva da evitare con forza, anche perché sarebbe un favore ad un governo in difficoltà, incapace di gestire il contraccolpo economico al sistema Italia di questi mesi e in evidente imbarazzo in vista dei prossimi mesi, che saranno durissimi”. Giorgetti sposta quindi l’attenzione su una motivazione più politica e legata al governo: “Il  governo Conte è inadeguato. Ed è anche per questo che voterò No”.

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