Recensioni online, verso l’addio all’obbligo di verifica dell’identità: il Parlamento rivede le regole

Negli ultimi anni le recensioni online sono diventate il nuovo passaparola globale: un clic può far volare le prenotazioni di un ristorante o far affondare la reputazione di un hotel. Dietro quelle stelline e quei commenti che milioni di consumatori consultano prima di scegliere dove cenare o dormire, però, si nasconde un mercato parallelo di giudizi comprati, falsificati o manipolati. Un fenomeno che, secondo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, può influenzare fino al 30% del fatturato di un’attività, alterando la concorrenza e ingannando i clienti. Per mettere ordine in questa giungla digitale, il governo aveva inizialmente pensato a un sistema rigido: obbligare chiunque lasciasse una recensione a dimostrare la propria identità. Una mossa che, sin dal primo annuncio, aveva acceso un acceso dibattito tra tutela della trasparenza e rispetto della privacy, attirando le critiche di Bruxelles. Ora, però, la linea sembra ammorbidirsi.
Dall'obbligo di identificazione al controllo mirato sulle recensioni online
La versione aggiornata del disegno di legge sulle piccole e medie imprese, in discussione al Senato, abbandona la pretesa di “riconoscere” il recensore; al suo posto, infatti, ci sarà invece un insieme di regole più in linea con le norme europee, che punterebbero a garantire l'autenticità dei giudizi senza violare i diritti fondamentali degli utenti. I senatori relatori, Salvo Pogliese (FdI) e Gianluca Cantalamessa (Lega), avrebbero infatti accolto le osservazioni della Commissione europea, che già nel 2022 aveva fissato principi per rendere trasparenti le recensioni, imponendo la segnalazione di sponsorizzazioni e accordi commerciali, ma senza mai prevedere un’identificazione obbligatoria. Resta però da capire se l’alleggerimento delle procedure sarà davvero efficace nel contrastare il fenomeno: senza un controllo diretto sull’identità, il rischio è che le piattaforme continuino a essere terreno fertile per recensioni pilotate, rendendo più difficile distinguere i giudizi genuini da quelli costruiti a tavolino. D'altro canto, un approccio meno invasivo potrebbe incentivare più utenti a lasciare opinioni autentiche, aumentando la quantità di feedback e, potenzialmente, anche la loro qualità. Insomma, la vera prova arriverà solo quando le nuove regole saranno operative e si vedrà se il compromesso raggiunto saprà bilanciare trasparenza e libertà.
Cosa potrebbe cambiare con le nuove regole in arrivo
Il testo conserva quindi l'obiettivo di base: recensioni affidabili, scritte solo da chi ha realmente acquistato o usufruito di un servizio. Per questo, si chiederanno commenti più dettagliati e pertinenti, si riconoscerà il diritto di replica alle aziende e si darà la possibilità di rimuovere i contenuti chiaramente falsi o eccessivi su richiesta degli esercenti. Cambiano anche i tempi: non più massimo quindici giorni per inserire una recensione, ma fino a novanta. Cade poi anche il divieto di commentare prodotti o servizi diversi da quelli acquistati, mentre resta il bando alla compravendita di opinioni e agli incentivi mascherati.
Chi vigilerà sulle recensioni online
Il compito di scrivere nel dettaglio le linee guida e controllarne l’applicazione passerà all’Antitrust, che potrà imporre sanzioni fino a milioni di euro o al 10% del fatturato globale delle piattaforme che non rispettano le regole. L’Autorità, prima di fissare i criteri definitivi, consulterà il Garante della Privacy, il Ministero del Turismo e la stessa Agcom; è previsto anche un monitoraggio annuale sul fenomeno delle recensioni illegittime.
Un'arma in più alle associazioni di categoria
Le associazioni di imprese di ristorazione e turismo potranno chiedere di diventare “segnalatori attendibili” di recensioni sospette, aumentando così la capacità di intervento contro gli abusi. La norma, comunque, varrà solo per le recensioni pubblicate dopo l’entrata in vigore della legge.
Un problema globale
I dati confermano che il fenomeno non è marginale: nel 2022 Tripadvisor ha rimosso 1,3 milioni di recensioni false, il 4,3% del totale. Un numero in crescita rispetto al 2020, quando erano poco meno di un milione. Le frodi arrivano soprattutto da India, Russia, Stati Uniti, Turchia, Vietnam e… Italia.