Rappoccio reintegrato alla Regione Calabria dopo un anno in carcere per truffa

Il Consiglio Regionale della Calabria ha reintegrato Antonio Rappoccio, che ha appena finito di scontare un anno di carcere. L'uomo ha preso il posto di Aurelio Chizzoniti che, ironia della sorte, fu colui che lo denunciò e fece arrestare. Rappoccio, tuttavia, ha annunciato che darò le dimissioni alla fine di settembre per poter sostenere il processo a suo carico che lo vede imputato per una lunga serie di reati. La sua storia ha inizio nel 2010 quando, in quota Pri (centrodestra) viene eletto come consigliere regionale. Primo dei non eletti nella sua stessa lista Aurelio Chizzoniti.
Trascorrono pochi mesi e Chizzoniti consegna alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria un dossier dal quale scatta un'inchiesta, che scopre come Rappoccio aveva organizzato alcune cooperative che prima delle elezioni avevano avviato una selezione di personale da assumere per la gestione di alcuni servizi. Alle selezioni parteciparono molti ragazzi, che dovettero sostenere degli esami scritti e orali e – per avere una "spintarella" – dare il voto al benefattore, Rappoccio appunto, che sarebbe stato accusato di truffa elettorale aggravata. Il politico, di fatto, aveva chiesto voti in cambio di un posto di lavoro: solo che Chizzoniti, primo dei non eletti in consiglio regionale, se ne era accorto e aveva denunciato tutto. Ben presto le accuse a carico di Rappoccio sarebbero state maggiori e si sarebbero aggiunte anche l'associazione a delinquere finalizzata alla truffa, il falso e il peculato. Ieri Rappoccio è tornato in Consiglio con il voto favorevole dei parlamentari calabresi ad eccezione di quello di Domenico Talarico di Idv. Tuttavia ha subito rassegnato le dimissioni a partire dal 24 settembre "perché il 25 settembre – ha precisato il legale Giacomo Iaria – ci sarà il processo".