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Covid 19

Quarta dose, un hub ogni 50mila abitanti e 100mila vaccini al giorno: le linee guida alle Regioni

Il generale Tommaso Petroni, direttore dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale, ha inviato una lettera alle Regioni per chiedere di attivare un hub vaccinale ogni 50mila abitanti, integrandoli con “altri punti vaccinali presso strutture sanitarie stanziali tipo presidi ospedalieri, case della salute, medici di medicina generale e farmacie”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo l'allargamento della platea per la quarta dose di vaccino anti Covid, che è stata estesa a tutti gli over 60 dopo le raccomandazioni di Ema ed Ecdc, e il via libera di Aifa, il generale Tommaso Petroni, direttore dell'Unità per il completamento della campagna vaccinale, ha inviato una lettera alle Regioni per aumentare il numero degli hub vaccinali. Ne servirà uno ogni 50mila abitanti, con la previsione di altri punti vaccinali presso strutture sanitarie stanziali come presidi ospedalieri, case della salute, medici di medicina generale e farmacie. La platea è stimata in circa 12 milioni ai quali sottrarre chi sarà guarito.

Tra le indicazioni contenute nelle linee di indirizzo alle Regioni per il secondo booster, emanate dopo la circolare del ministero della Salute sull'estensione della platea vaccinale agli over 60, inviate alle Regioni dal generale Tommaso Petroni, c'è anche quella di somministrare almeno 100mila dosi al giorno.

"Al fine di completare il piano di richiamo raccomandato ai cittadini e tenuto conto della platea indicata, il target nazionale di somministrazioni giornaliere dovrebbe attestarsi almeno alle 100.000 dosi/giorno, valutando poi l'evoluzione del quadro epidemiologico e le eventuali ulteriori indicazioni delle autorità sanitarie italiane ed europee. Pertanto, si invitano le Regioni e le Province Autonome a porre in essere una organizzazione dedicata in grado di raggiungere i target individuati", si legge nella lettera.

"In considerazione del contesto attuale e della platea individuata, si può configurare, da subito, un modello misto di somministrazioni, in cui gli hub vaccinali potrebbero essere previsti a livello provinciale in numero crescente in funzione della popolazione residente e tenendo conto delle caratteristiche orografiche, demografiche e di viabilità dei singoli territori (solo a titolo di esempio: un hub vaccinale ogni 50.000 abitanti), integrati da altri punti vaccinali presso strutture sanitarie stanziali tipo presidi ospedalieri, case della salute, medici di medicina generale e farmacie", si legge ancora.

"In uno scenario epidemiologico caratterizzato da una immunizzazione della popolazione fortemente diversificato, risultato in moltissimi casi da vaccinazioni e pregressa infezione – prosegue Petroni – il coinvolgimento del medico di medicina generale appare fondamentale per proporre al singolo individuo la schedula più idonea. In tale contesto, ogni Regione/PA fornirà entro il 22/07/2022 a questa Unità di crisi le capacità massime di somministrazione, in base alla propria pianificazione, suddivise per: hub/punti di somministrazione attivi; hub/punti di somministrazione attivabili; strutture sanitarie stanziali quali potenziali stazioni vaccinali; medici di medicina generale; farmacie; altro".

Per ora quarta dose solo dai 60 anni in su

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha detto che per il momento la quarta dose non verrà estesa ad altre fasce della popolazione. Fin dall'inizio "abbiamo chiesto che ci fosse una posizione univoca a livello di Unione Europea". Il testo di Ecdc e Ema conferma la raccomandazione della quarta dose, secondo richiamo, alle persone sopra i 60 anni e "dice con chiarezza che in questo momento non ci sono indicazioni ed evidenze per estendere ulteriormente la platea. L'evidenza scientifica che deriva in primis da queste agenzie ci guiderà. Valuteremo poi", ha spiegato all'ANSA, il ministro della Salute, rispondendo a una domanda su un eventuale abbassamento dell'età per la quarta dose, che è prevista anche per gli over 12 con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti o preesistenti.

"Questo è lo stato delle cose – ha aggiunto Speranza – il resto verrà valutato passo per passo. Grazie ai vaccini anche con un numero di casi così alto ci stiamo permettendo di evitare sostanzialmente ogni tipo di restrizione".

"I vaccini – ha concluso il ministro – sono stati il vero game-changer. Il mio invito alle persone è di seguire la raccomandazione delle autorità sanitarie, delle autorità scientifiche. Questo penso che sia la cosa che ci può consentire di affrontare al meglio anche i prossimi mesi. Di non aspettare, di prenotarsi per il vaccino, di mettersi subito in sintonia con questa fase nuova di campagna vaccinale". 

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