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No all’aborto e contrasto ad agenda LGBTQIA+: il manifesto con cui ProVita vuole influenzare le elezioni

ProVita & Famiglia ha proposto ai candidati alle prossime elezioni europee di firmare un “Manifesto dei valori” – che contiene il solito repertorio antiabortista e per la tutela dei valori tradizionali – affermando di voler influenzare l’esito del voto, orientandolo proprio sui firmatari. Tra questi c’è anche il generale Vannacci.
A cura di Jennifer Guerra
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Come già fatto in passato per altre elezioni, anche per le Europee di giugno ProVita & Famiglia ha proposto ai candidati di firmare un “Manifesto dei valori”. Lo scopo, come ribadito nella conferenza stampa organizzata al Senato dal senatore di FdI Lucio Malan, è quello di “influenzare le prossime elezioni e invertire la folle deriva suicida dell’Unione europea”, che secondo l’associazione antiabortista e anti-gender non sarebbe rappresentativa dei reali valori dei cittadini europei. Il manifesto è stato firmato da una ventina candidati, fra cui il candidato della Lega Roberto Vannacci, tutti di destra.

La conferenza stampa, organizzata non a caso nel giorno del 46eismo anniversario dell’approvazione della legge 194, ha visto la partecipazione del senatore Malan, del presidente di ProVita & Famiglia Toni Brandi e del portavoce Jacopo Coghe, insieme ad alcuni dei firmatari. Intervenuto in collegamento, Vannacci ha detto che “la partita in Europa non è persa” e che nel secondo tempo “gliele suoneremo di santa ragione”; se sarà eletto, si impegnerà a promuovere provvedimenti “a difesa della vita, del progresso, della famiglia, delle tradizioni, delle radici che ci contraddistinguono, e del sangue e del suolo”, un’espressione, quest’ultima, ideata dal ministro nazista dell’agricoltura Darré e ancora usata in ambienti dell’estrema destra.

Secondo i promotori del manifesto, i “piani alti di Bruxelles e di Strasburgo” hanno imposto all’Europa una “cornice di inganni”, che vuole far credere che la vita non cominci dal concepimento, che i figli siano una merce, che il genere sia fluido e che per salvare il pianeta sia necessario eliminare l’uomo. Per questo è necessario lavorare dall’interno, affinché l’Europa cambi direzione verso una “cultura della vita”.

Proprio la recente mozione per inserire l’aborto tra i diritti fondamentali dell’Unione è al primo posto dei punti proposti nel manifesto. Secondo l’associazione, l’aborto è materia di competenza degli Stati e soprattutto “non è considerabile alla stregua di un diritto”. Come ribadito anche in conferenza stampa, il vero diritto è quello alla vita sancito dall’articolo 2 della Carta dei diritti fondamentali, dal quale discendono tutti gli altri. Negli ultimi anni, il linguaggio dei gruppi antiabortisti in cerca di legittimazione politica è molto cambiato: parole forti come “omicidio” in riferimento all’aborto sono perlopiù scomparse, in favore di espressioni positive come, appunto, “diritto alla vita” o “diritto di non abortire”, formula che anche Giorgia Meloni usa spesso per non incorrere nell’accusa di essere contraria all’aborto.

Il tema dell’aborto torna nel secondo punto del manifesto, dedicato alla valorizzazione della famiglia come “unione tra un uomo e una donna fondata sul matrimonio e custode della vita nascente”, nella forma della creazione di un fondo per sostenere la maternità difficile, “anche come eventuale forma di concreta alternativa all’aborto”. Si parla poi di contrasto al cosiddetto “utero in affitto” e del blocco delle trascrizioni degli atti di nascita di figli nati attraverso questa tecnica riproduttiva.

Il quarto punto riguarda il contrasto all’“ideologia gender” e alla supposta “Agenda LGBTQIA+”, sigla su cui si è fatta ironia più volte in conferenza stampa. Oltre all’opposizione al “gender nelle scuole”, tema grazie al quale in passato ProVita & Famiglia ha raccolto molti consensi, si fa riferimento anche alla prevenzione dell’auto-affermazione di genere (che eviterebbe alle persone transgender di sottoporsi alla medicalizzazione per cambiare i documenti) e alla “transizione sociale o sessuale dei minori”.

Le ultime due voci del manifesto riguardano infine il contrasto alle politiche green dell’Unione che, secondo l’associazione, sarebbero fondate “sull’ambientalismo ideologico anti-umano e anti-natalista”, e sul contrasto all’“ipersessualizzazione e iperdigitalizzazione dei minori”, impedendo l’accesso alla pornografia.

Il contenuto del manifesto, tolto il riferimento alla mozione europea sull’aborto, non si discosta molto da quelli proposti per i precedenti appuntamenti elettorali. Ma i toni sono cambiati: il manifesto per le europee del 2019 fu presentato in occasione del controverso Congresso mondiale delle famiglie di Verona, in una sede non istituzionale. Il comunicato stampa dell’epoca enfatizzava l’impegno che i firmatari si assumevano nei confronti degli elettori, mentre quest’anno l’esplicita volontà è quella di “influenzare l’esito delle elezioni europee orientando il voto dei cittadini sui candidati che avranno sottoscritto il Manifesto di impegni valoriali redatto da Pro Vita & Famiglia Onlus”.

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Jennifer Guerra è nata nel 1995 in provincia di Brescia e oggi vive in provincia di Treviso. Giornalista professionista, i suoi scritti sono apparsi su L’Espresso, Sette, La Stampa e The Vision, dove ha lavorato come redattrice. Per questa testata ha curato anche il podcast a tema femminista AntiCorpi. Si interessa di tematiche di genere, femminismi e diritti LGBTQ+. Per Edizioni Tlon ha scritto Il corpo elettrico. Il desiderio nel femminismo che verrà (2020) e per Bompiani Il capitale amoroso. Manifesto per un Eros politico e rivoluzionario (2021). È una grande appassionata di Ernest Hemingway.
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