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Prodi da Renzi? “La solita promessa”. Ecco perché Berlusconi non teme tranelli

L’incontro tra il premier e il professore non innervosisce Berlusconi, che punta su Mario Draghi e sull’asse con Matteo. Fitto e Capezzone in uscita? “Il partito è del leader, chi vuole andare vada”. E anche Denis Verdini potrebbe mollare….
A cura di Carlo Tarallo
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“La solita promessa a Prodi per accontentare la minoranza del Pd”. E’ questa l’idea che Silvio Berlusconi, stando ad ambienti vicinissimi al leader di Forza Italia, si sarebbe fatto dell’incontro di ieri tra Matteo Renzi e Romano Prodi. Un colloquio che ha scatenato ipotesi e indiscrezioni. “Renzi incontra Prodi per mettere pressione a Berlusconi sul Quirinale”: ecco la teoria più gettonata. Ma se era questo l’obiettivo del premier, non è stato raggiunto. Anzi: al quartier generale di Forza Italia, la mossa di Matteo è parsa scaltra e opportuna e non ha suscitato particolari preoccupazioni.

Il nome “caldo” resta quello di Mario Draghi – La volontà di Renzi è infatti quella di procedere, nell’elezione del prossimo Capo dello Stato, secondo un metodo ben preciso: la ricerca di un nome il più condiviso possibile, e dunque che vada bene anche a Berlusconi. Il candidato di cui Silvio e Matteo discussero durante il primo incontro al Nazareno fu Mario Draghi, che resta la scelta ideale per entrambi e che non a caso viene fatto passare per poco gradito ai due leader (meglio evitare brutti scherzi). In realtà, Draghi resta la prima scelta e il suo nome sarebbe difficilmente “affondabile” dal gioco delle minoranze incrociate Pd-Fi e dall’asse D’Alema-Fitto.

Fitto e Capezzone verso l’addio? – A proposito di minoranze: Silvio Berlusconi non ne può proprio più di Raffaele Fitto e Daniele Capezzone. E’ questo il motivo che spinge i fedelissimi del Cav. a dare per scontato (o comunque ad augurarsi) l’addio di entrambi, considerati dei veri e propri nemici interni più che avversari. La strategia dell’europarlamentare pugliese, che spera di scalare Forza Italia dall’interno, sarebbe infatti comunque destinata ad infrangersi contro una lunga serie di questioni “pratiche”. Che i fedelissimi di Berlusconi non mancano di sottolineare.

Simboli, sedi, organizzazione sul territorio: la struttura di Forza Italia è saldamente nelle mani del leader che, particolare non trascurabile, investe decine di milioni di euro per tenere in piedi la “baracca”, e che non ha alcuna intenzione di farsi sbeffeggiare pubblicamente come è avvenuto ieri, quando Fitto lo ha attaccato in maniera durissima. I parlamentari? Il rischio che i “fittiani” mettano lo sgambetto a Berlusconi al momento dell’elezione del Capo dello Stato? Tutto calcolato da Silvio, che ha messo in conto tradimenti e trabocchetti ma che non ha alcuna intenzione di cedere e conta sulla lealtà dell’ “amico Matteo” e sul rispetto degli impegni presi. A cominciare proprio da quello sul Quirinale.

Anche Verdini segnalato in uscita: “Con Renzi ci parla il presidente” – Ma vicino all’addio dal partito viene segnalato, in queste ore, anche Denis Verdini, uno che con la minoranza interna di Fitto e Capezzone non ha nulla in comune. Eppure l’eminenza grigia del Patto del Nazareno, che grazie agli ottimi rapporti con Matteo Renzi è diventato il perno intorno al quale ha ruotato la strategia politica di Forza Italia nell’ultimo anno, sarebbe sul punto di andarsene, stanco dei continui strappi sulla linea politica. Voci alimentate da chi spera nell’addio del “toscano” o reale prospettiva? Non si sa. Quello che si sa è che l’accordo stretto tra Verdini e il “cerchio magico” vacilla sotto i colpi di una sempre più malcelata diffidenza. “Con Matteo ci parla il presidente, non c’è bisogno di intermediari”, commenta una fonte attendibilissima.

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