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Presto i diciottenni potranno votare per eleggere il Senato, ok in commissione alla Camera

L’età necessaria per votare ed eleggere il Senato potrebbe abbassarsi presto a 18 anni. La proposta di riforma costituzionale presentata da Movimento 5 Stelle e Partito Democratico ha ricevuto l’ok della commissione alla Camera per abbassare il limite attuale di 25 anni previsto dalla Costituzione. Si discute se abbassare anche l’età per essere eletti, che al momento è 40 anni.
A cura di Tommaso Coluzzi
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C'è il primo sì della Commissione Affari costituzionali della Camera alla riforma costituzionale che permetterebbe ai diciottenni di votare per l'elezione del Senato, abbassando il limite dai 25 anni necessari secondo la Costituzione. La Commissione ha approvato il testo base presentato dai relatori Stefano Ceccanti del Partito Democratico e Valentina Corneli del Movimento 5 Stelle. In Commissione sono stati presentati diversi disegni di legge, da questi è stato redatto un testo unico che è stato appoggiato da tutti i gruppi. Mentre gli emendamenti, che potranno essere presentati fino a giovedì prossimo, riproporranno le differenze delle proposte iniziali. Il Pd proponeva di abbassare anche l'età per essere eletti al Senato, equiparandola alla Camera, ovvero portandola da 40 a 25 anni. Invece il testo dei 5 Stelle riguardava solo l'elettorato attivo, ovvero gli elettori, abbassando il limite del Senato da 25 a 18 anni. Mentre c'è un'ulteriore proposta, portata avanti da Fratelli d'Italia, che vorrebbe abbassare l'età dei candidati a 25 anni al Senato (come chiesto dal Pd) e a 18 anni alla Camera dei deputati.

Il deputato del Partito Democratico Stefano Ceccanti ha annunciato l'approvazione in commissione con un lungo post su Facebook, in cui spiega le motivazioni della proposta:

Poco fa la Commissione Affari Costituzionali ha approvato il testo base che consente a tutti i cittadini maggiorenni di partecipare all’elezione del Senato, testo di cui sono relatore insieme alla collega Corneli del M5S. La partecipazione dei cittadini di età compresa tra i diciotto e i venticinque anni si basa su due ordini di motivazioni. In primo luogo nella coscienza collettiva è diventata sempre meno giustificabile quella che è stata sempre più avvertita come una discriminazione, in origine limitata solo a quattro classi di età e che dal 1976, in seguito all’abbassamento della maggiore età da ventuno a diciotto anni, sono diventate sette.
In secondo luogo, di fronte a una rilevante mobilità elettorale e di fronte a due Camere che mantengono entrambe un rapporto fiduciario col Governo, appare anche gravemente disfunzionale che gli elettorati siano sensibilmente diversi. In vari casi sin dal 1994, anche a fronte di formule elettorali simili, ciò ha comportato serie difficoltà nella formazione e nella vita dei Governi. Nei prossimi giorni il confronto si sposterà anche sull’elettorato passivo che, di fronte a questo mutamento, dovrà anch’esso essere ragionevolmente ridotto.

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