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Il caso banca popolare di Bari

PopBari, Di Maio: “Silenzio di Bankitalia è imbarazzante, non gli fa onore. Faccia autocritica”

“Trovo imbarazzante il silenzio che ha regnato fino a oggi. Nemmeno una parola, non dico necessariamente di scuse, ma almeno mi sarei aspettato un po’ di autocritica da parte di chi aveva il compito di vigilare, ovvero Bankitalia. Non gli fa onore”: queste le ultime parole di Luigi Di Maio sul caso della Popolare di Bari. E propone una riforma sulla vigilanza: “Serve una riforma che dia al Parlamento più voce in capitolo, con le giuste precauzioni, nella scelta dei vertici, e la vigilanza va riformata per essere maggiormente incisiva negli interventi preventivi”.
A cura di Annalisa Girardi
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"È giusto che i magistrati indaghino: una banca non è che fallisce dal nulla. E soprattutto è opportuno approfondire anche come, quando e in che forma Bankitalia ha vigilato, perché qui è necessario che ognuno si assuma le sue responsabilità". Così il leader del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, commenta il caso della Banca Popolare di Bari in un'intervista uscita questa mattina sul Sole 24 Ore.

"Trovo imbarazzante il silenzio che ha regnato fino a oggi. Nemmeno una parola, non dico necessariamente di scuse, ma almeno mi sarei aspettato un po' di autocritica da parte di chi aveva il compito di vigilare, ovvero Bankitalia. Non gli fa onore". Parlando quindi di una riforma della Banca d'Italia in materia di vigilanza, il capo politico pentastellato afferma: "Che qualcosa non funzioni nella vigilanza bancaria credo sia ormai sotto gli occhi di tutti. Il commissariamento arriva sempre nel momento in cui la situazione è irrecuperabile e costringe la politica a intervenire per evitare migliaia di posti di lavoro persi, risparmiatori azzerati e crisi economiche territoriali".

E quindi suggerisce: "Serve una riforma che dia al Parlamento più voce in capitolo, con le giuste precauzioni, nella scelta dei vertici, e la vigilanza va riformata per essere maggiormente incisiva negli interventi preventivi. Bisogna fare in modo che casi come quello della Popolare di Bari on si verifichino più in questi termini: è evidente che il sistema va e deve essere tutelato, che il primo passo è sempre quello di tutelare i risparmiatori, ma questo non significa che chi ha sbagliato non debba pagare i suoi errori".

Il ministro degli Esteri interviene quindi sulla questione dei risparmiatori truffati, da sempre molto cara al Movimento, spiegando che la cifra messa a disposizione dovrebbe garantire rimborsi per circa il 30% degli azionisti. "Anche per gli obbligazionisti a cui abbiamo garantito il 95% del danno subito stanno richiedendo l'integrazione del loro indennizzo e in alcuni casi si è ottenuto il rimborso".

Ma non si parla solamente di crisi bancarie: Di Maio commenta anche la questione che ha scosso profondamente il Movimento Cinque Stelle, risultato nell'abbandono di tre senatori ai banchi pentastellati per passare tra le fila della Lega: il dibattito sul Meccanismo europeo di stabilità. "L'Italia è uno dei Paesi fondatori dell'Ue, terzo contribuente al fondo. Abbiamo tutto il diritto di dire cosa può essere migliorato. Saremo pur liberi di proporre le nostre richieste di modifica? ", afferma Di Maio. Che poi difende l'alleanza di governo: "In pochi mesi, senza conoscerci, siamo riusciti a portare a casa cose impensabili. Il nuovo cronoprogramma sarà un modo per mettere in chiaro ciò che vogliamo realizzare". E ancora: "La maggioranza è solida, il M5s è una forza politica articolata, con varie anime che a loro volta le animano la complessità, ma siamo l'ago della bilancia in questo governo e anche in Europa".

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