Piantedosi dice (di nuovo) che sgombereranno anche CasaPound a Roma

Anche l'immobile occupato da CasaPound a Roma sarà sgomberato. Ad assicurarlo è il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi dopo le polemiche legate allo sgombero del centro sociale di Torino, Askatasuna, arrivato a pochi mesi di distanza dallo sfratto del Leoncavallo, a Milano.
Lo stabile di Casapound a Roma "è tra le priorità per quanto riguarda la lista degli immobili da sgomberare: si trova tra le prime 6-7 posizioni, secondo criteri che non sono comunque vincolanti del tutto", ha dichiarato il ministro a ‘L'aria che tira' su La7. "Invito chi si appiglia a questo – ha proseguito – a considerare che abbiamo fatto sgomberi di qualsiasi colore politico, io stesso da prefetto di Roma ne ho fatti tanti, anche di Forza Nuova. Non guardiamo al colore. Su Casapound quando ero prefetto ho preso l'impegno" e quell'immobile "è stato iscritti tra quelli da sgomberare", ha ribadito.
Negli scorsi giorni la vicenda dell'Askatasuna aveva portato diversi esponenti delle opposizioni a sollecitare il governo affinché intervenisse con un analogo trattamento nei confronti dell'edificio occupato da CasaPound a Roma (sebbene quest'ultima – come ha ricordato Valerio Nicolosi a Scanner – rappresenti un'organizzazione di stampo neofascista, non certamente un centro sociale come nei casi di Milano e Torino).
Dal 2003 l'immobile, di proprietà del Comune di Roma, viene usato abusivamente da parte dei militanti del movimento di estrema destra. In tutti questi anni i vari governi che si sono succeduti non sono mai intervenuti con lo sfratto. Anche l'esecutivo Meloni, che ha promesso tolleranza zero verso le occupazioni abusive, non ha fatto nulla per sgomberare l'edificio dai neofascisti, mentre ha agito – con grande dispiego di forze dell'ordine peraltro – nei confronti di Leoncavallo e Askatasuna.
Ora Piantedosi assicura che lo sfratto si farà. Ma non è la prima volta che lo dice. Già lo scorso agosto aveva promesso che sarebbe arrivato il turno di CasaPound, ma si era tenuto vago sulle tempistiche. Ora sappiamo che l'immobile romano è sesto nell'elenco degli sgomberi ma non siamo in grado di dire precisamente quando l'operazione verrà effettuata da parte delle forze dell'ordine.
Quanto alle polemiche sul centro sociale torinese, il ministro continua a difendere l'intervento: "C'era una precisa disposizione avvenuta in ambito di un'attività di polizia giudiziaria. È un immobile occupato abusivamente da 30 anni dove trovavano dimora persone che si sono contraddistinte anche per assalti ai cantieri di Chiomonte, quelli della Tav, e per azioni al di fuori di Torino", ha dichiarato "Quindi – ha aggiunto – non capisco quale dovessero essere le cautele da adottare e per quali motivazioni".
Il capo del Viminale ha ricordato inoltre, che "la polizia giudiziaria aveva ottenuto dei mandati di perquisizione: nel momento in cui si è entrati per effettuare la perquisizione, si è registrato il fatto che queste persone, in violazione agli accordi con il Comune, occupavano anche spazi illegittimamente. Quindi, c'è stata la revoca della disponibilità da parte del Comune", ha concluso.