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Covid 19

Piano per la distribuzione del vaccino anti Covid: tutte le incognite

Il vaccino per il Covid di Pfizer potrebbe essere disponibile a breve. Si prevede che all’Italia saranno consegnate 3,4 milioni di dosi tra fine gennaio e metà febbraio. Dato che servirà un richiamo, si parla di un milione e 700mila cittadini vaccinati subito. Gli esperti del ministero della Salute sono al lavoro su un piano per la distribuzione.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il piano per la distribuzione del vaccino per il coronavirus, realizzato dagli esperti del ministero della Salute, presenta ancora molte incognite. Il direttore Generale della Prevenzione presso il Ministero della Salute Gianni Rezza, nel corso della conferenza stampa per comunicare i dati del monitoraggio settimanale, ha detto che "si sta perfezionando anche con una riflessione con le Regioni, ma nei prossimi giorni il ministro ne darà conoscenza". La quota del vaccino sviluppato da BioNTech/Pfizer prevista per il nostro Paese è di 27 milioni di dosi.

I primi a riceverlo saranno naturalmente gli operatori sanitari, impegnati in prima linea nella lotta al virus, gli anziani, soprattutto quelli ricoverati in ospedale e quelli delle Rsa, e i soggetti più fragili, con patologie pregresse. Gli ultimi saranno i giovani. Pfizer dovrebbe consegnare all'Italia 3,4 milioni di dosi tra fine gennaio e metà febbraio. Dato che servirà un richiamo si parla di un milione e 700mila cittadini vaccinati subito.

Il direttore generale dell'Aifa Nicola Magrini, in un'intervista a ‘la Repubblica' ha detto che si attende "la pubblicazione dei dati finali delle aziende farmaceutiche. Poi partiremo con approvazione e distribuzione".

"Pfizer – spiega Magrini – ha predisposto contenitori ad hoc per il trasporto delle fiale. Sono pieni di ghiaccio secco e conservano i vaccini per 10 giorni. Lo stabilimento è in Belgio, a una giornata di camion da noi. Potremmo cercare di avere consegne periodiche frequenti e non avere bisogno di troppi freezer". Il problema è infatti rappresentato dalla temperatura necessaria per la conservazione del vaccino, tra i -60 e -86 gradi.

Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, ha assicurato però che il governo si è mosso per tempo: "Il Paese, il ministero, non si è fatto trovare non pronto su questi aspetti di logistica – ha detto – Se ne è già iniziato a parlare con il professor Brusaferro, con il dottor Magrini", cioè con Istituto superiore di sanità e Agenzia italiana del farmaco, "e adesso certamente il lavoro che verrà svolto sotto il coordinamento del commissario Arcuri consentirà di avere un adeguato meccanismo di distribuzione. Tenendo ben presente che poi ci sono altri vaccini che arriveranno ed è assolutamente importante la strategia pensata dal nostro Paese assieme ad altri Paesi leader nella Comunità europea, cioè investire su diverse piattaforme vaccinali anche per avere numeri più larghi di vaccini da distribuire".

Sarà il commissario per l'emergenza Covid-19 Domenico Arcuri a coordinare la logistica e la distribuzione alle Regioni in base a un documento di programmazione del dipartimento prevenzione. Nel piano, si stabilirà anche il numero dei centri di stoccaggio del vaccino a livello regionale, anche più di uno a seconda delle esigenze territoriali.

I vaccini verranno distribuiti, spiega Magrini, "in modo equo fra le regioni. L'ordine di vaccinazione per le prime dosi è già fissato. Si parte con le persone più a rischio: operatori sanitari, forze dell'ordine, grandi anziani e ospiti delle Rsa. Parliamo di circa 10 milioni di persone. Ci vorrà qualche mese, a partire dalle prime consegne".

È possibile, spiega ancora, "che gli Usa facciano prima. Credo che abbiano carte che all'Europa non sono arrivate. Sarebbe sgradevole vedere una parte del mondo che supera le altre, ma non creerebbe problemi. Le consegne saranno scaglionate e graduali". È possibile che in Europa uno Stato decida di scavalcare gli altri "qualche nazione lo ha minacciato. Ma mi auguro che non avvenga. Le trattative e gli acquisti vengono gestiti ordinatamente dalla Commissione europea. Le dosi sono suddivise tra gli Stati in base alla popolazione. All'Italia spetta il 13%".

Come saranno conservati i vaccini

Per conservare le grandi quantità di vaccino in arrivo in Italia a bassissima temperature potranno essere impiegati dei super congelatori, che vengono realizzati in Campania. A produrli è l'azienda Pluris, braccio operativo della Desmon, con sede a Nusco. Come spiega Agi il progetto è in fase avanzata, la produzione è già attiva, mancano ancora le certificazioni per metterli in commercio. Gli ultra congelatori compatti possono conservare in perfetto stato farmaci e vaccini come quello della Pfizer, a temperature comprese tra i -60 e -86 gradi.

La Pluris, che fa parte del gruppo statunitense The Middleby Corp, sta lavorando al progetto da oltre un mese: questi ultra congelatori possono contenere fino a 5mila dosi di vaccino, e potranno essere messi a disposizione di case farmaceutiche, ospedali, aziende sanitarie, istituti di ricerca e farmacie.

Chi somministrerà i vaccini

Come spiega il Corriere della Sera, i medici dei centri vaccinali saranno i primi ad avere le prime dosi di vaccino che saranno distribuite. Poi si dovrà ampliare la squadra dei vaccinatori, probabilmente coinvolgendo anche i medici di base. Nel Regno Unito per esempio è stato già stabilito che a somministrare i vaccini saranno anche i medici di famiglia.

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