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Perché politici e cittadini si stanno identificando sui social dopo la Prima della Scala

Sono tantissimi coloro che sui social stanno condividendo “Viva l’Italia antifascista”, insieme alle proprie generalità, in solidarietà al loggionista che ieri, durante la Prima della Scala ha urlato il suo inno all’antifascismo in sala e per questo è stato identificato dalla Digos.
A cura di Annalisa Girardi
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Sono tantissimi i politici dell'opposizione (ma non solo) che stanno scrivendo sui social "Viva l'Italia antifascista", insieme alle loro generalità e all'hashtag #identificarsi. Un gesto di solidarietà verso il loggionista che ieri, durante la Prima del teatro La Scala, ha gridato il suo "viva" all'antifascismo in sala – appena dopo l'apertura del sipario – ed è stato subito identificato dalla Digos.

Oltre a ripetere "Viva l'Italia antifascista", in tantissimi stanno scrivendo il loro nome e cognome insieme alla data di nascita. Lo stanno facendo diversi esponenti del Partito democratico, come Alessandro Zan, Sandro Ruotolo, Peppe Provenzano, Chiara Gribaudo, Debora Serracchiani, Arturo Scotto e tanti altri.

Subito dopo l'episodio, invece, Matteo Salvini aveva commentato che "alla Scala si va per ascoltare, non per urlare".

L'uomo che ha gridato "Viva l'Italia antifascista" in sala si chiama Marco Vizzardelli ed è un giornalista di 65 anni che si occupa di ippica e ha una forte passione per La Scala. Oggi ha raccontato all'Ansa quanto accaduto quando, subito dopo il suo urlo, è stato avvicinato da degli agenti che lo volevano identificare. "A metà del primo atto si è avvicinato un individuo e ho capito che si trattava di un agente in borghese. Mi ha detto che voleva identificarmi ma gli ho risposto che non avevo fatto nulla di male e che non aveva nessun senso dato che siamo in un Paese democratico".

Quattro agenti però l'hanno fermato durante l'intervallo: "Mi hanno detto che erano della Digos e che dovevano identificarmi. Ho ribadito che non aveva senso e poi l'ho buttata sul ridere, spiegando che avrebbero dovuto legarmi e arrestarmi se avessi detto ‘viva l'Italia fascista'. Si sono messi a ridere anche loro, ma mi han detto che dovevano fare così. E quindi mi hanno fotografato la carta d'identità".

Il giorno seguente tantissimi utenti sui social stanno esprimendo la loro solidarietà a Vizzardelli, con l'hashtag #identificarsi e ribadendo come la Costituzione stessa sia basata sull'antifascismo.

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