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Perché non si può fare il referendum proposto da Salvini sullo stop alle auto a benzina e diesel

Matteo Salvini ha proposto un referendum per permettere ai cittadini di esprimersi sullo stop deciso da Bruxelles alle auto e benzina e diesel dal 2035, per ridurre le emissioni di Co2 del 100%. Ma l’iniziativa promessa dal segretario della Lega non è realizzabile.
A cura di Annalisa Cangemi
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Due giorni fa Matteo Salvini ha proposto di indire un referendum per permettere ai cittadini di esprimersi sullo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035, deciso a livello europeo per ridurre le emissioni di Co2 del 100%. La proposta della Commissione Ue, che vuole modificare il Regolamento UE 2019/631 sul rafforzamento dei livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli commerciali leggeri nuovi, ha ottenuto il via libera dai ministri dell'Ambiente dei 27 il 29 giugno, nell'ambito del pacchetto ‘Fit for 55' (prima aveva ricevuto l'ok del Parlamento Ue l'8 giugno), e il testo si avvia dunque all’ultima fase dei negoziati che porteranno ad adottare il nuovo Regolamento in autunno.

Ma per il segretario della Lega questo limite, che spianerebbe la strada ai veicoli elettrici, danneggerebbe il settore dell’auto: "È giusto fermare la produzione delle vetture non elettriche in Europa e in Italia dal 2035? Credo che a decidere debbano essere gli italiani, e non qualche eurodeputato del Pd. Serve un referendum, altrimenti consegnamo le nostre fabbriche ai cinesi", ha detto durante un comizio a Rivoli nel torinese, aggiungendo che "devono essere gli italiani a dire sì o no alla follia contro cui la Lega si è battuta, imposta da Bruxelles, che mette fuori legge le auto a benzina e diesel dal 2035. Dire che non si producono più auto in Europa e si va avanti solo con l'auto elettrica significa licenziare a Torino e far lavorare a Pechino. Ci vanno di mezzo i lavoratori italiani operai e commercianti. Se la Lega va al governo sarà referendum". Ma è davvero possibile quest'iniziativa?

In realtà quella di Salvini è una promessa irrealizzabile. Non è possibile infatti proporre un referendum per cancellare un regolamento europeo. Vediamo cosa dice l'articolo 75 della Costituzione sul referendum abrogativo:

È indetto referendum popolare per deliberare la abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.

In sostanza è possibile, secondo l'articolo 75 della Costituzione, indire un referendum abrogativo solo per leggi approvate dal Parlamento secondo il procedimento ordinario o per "atti aventi valore di legge", cioè i decreti legge e i decreti legislativi (adottati dal Governo su legge delega del Parlamento).

"Un simile referendum sarebbe senz'altro inammissibile – ha spiegato a Fanpage.it Salvatore Curreri, professore di Diritto costituzionale e pubblico comparato presso l'Università di Enna "Kore" – L'articolo 117 comma 1 della Costituzione impone al legislatore il rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario, il che vale sia per il Parlamento che per il referendum abrogativo".

"La Corte Costituzionale – ha aggiunto Curreri – ha dichiarato inammissibili i referendum aventi per oggetto leggi a contenuto ‘comunitariamente' vincolato, come quelli sull'immigrazione (31/2000) e sulla liberalizzazione dei contratti di lavoro a tempo determinato (41/2000), perché la violazione di queste leggi avrebbe violato gli obblighi comunitari. In quel caso si trattava di direttive, non di regolamenti europei, che una volta approvati da Bruxelles, sono immediatamente precettivi". Sarebbe consentito in questo caso solo un referendum consultivo, ma si tratterebbe di un referendum non vincolante, senza alcuna ricaduta legislativa.

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