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Lobby Nera: inchiesta sulla destra neofascista

Perché non daremo le “100 ore di girato” a Giorgia Meloni

Con un video pubblicato in contemporanea con l’apertura delle urne per le Elezioni comunali, Giorgia Meloni torna ad attaccare Fanpage.it parlando di video costruito a tavolino e attribuendo al direttore del giornale frasi mai pronunciate. Una fake news in piena regola, allo scopo di fare confusione e distogliere l’attenzione dalle questioni ancora sul tappeto. Qualche risposta nel merito, a cominciare dalla questione delle “100 ore di girato” che Meloni chiede di visionare integralmente.
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In concomitanza con l’apertura dei seggi per le Comunali, dunque in pieno silenzio elettorale, Giorgia Meloni ha pubblicato sui suoi canali social un video di oltre 7 minuti con il quale ribadisce la sua posizione in merito alla prima puntata dell’inchiesta “Lobby nera” di Fanpage.it. Della posizione di Meloni abbiamo dato più volte conto in questi giorni, convinti che fosse del tutto legittimo garantire replica e diritto di tribuna a opinioni e visioni anche diametralmente opposte alla nostra.

Nel video pubblicato, però, la leader di Fratelli d’Italia si spinge oltre, lanciando accuse molto gravi a questo giornale e inventandosi di sana pianta una dichiarazione del direttore Francesco Cancellato. Meloni dice di aver “chiesto ufficialmente a Fanpage” le 100 ore di girato per “sapere esattamente come siano andate le cose, come si siano comportate le persone coinvolte, per potere agire di conseguenza”. La leader di Fratelli d’Italia, però, continua dicendo che il direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato abbia definito “oscena” tale richiesta e si lancia in una serie di insinuazioni del tipo “cosa c’è di osceno in questa richiesta?”, “non trovate che sia un tantino curioso che non ci lascino vedere il video?"

Ecco, il punto è che il direttore di Fanpage.it non ha mai definito oscena la richiesta di visionare l’intero girato. Quella di Meloni è una vera e propria fake news, un’invenzione di sana pianta che ha avuto il solo risultato di scatenare un’orda di commenti inferociti nei nostri confronti. Una balla, per usare un linguaggio più diretto.

Gli episodi dell’inchiesta

In un’intervista al Corsera, Cancellato ha spiegato di considerare la richiesta di Meloni una “forzatura”, perché esistono strumenti giuridici per far valere le proprie ragioni nel caso qualcuno si senta danneggiato o diffamato; peraltro, il girato della prima puntata sarà acquisito dalla Procura della Repubblica di Milano, che ha aperto un fascicolo, e dal canto nostro collaboreremo con l’autorità giudiziaria consapevoli di non aver nulla da nascondere. Se Meloni vuole confrontarsi nel merito delle questioni sollevate dall'inchiesta e rispondere alle nostre domande, siamo a disposizione e l'aspettiamo nella nostra redazione. Va detto, però, che non è compito di un giornale aiutare una leader politica a capire se nel suo partito vi siano o meno fascisti e simpatizzanti di Hitler, addirittura fra i candidati o gli eletti; non è a Fanpage che Meloni deve rivolgersi per capire se tra le fila di Fratelli d’Italia vi siano nostalgici del duce o gravitino personaggi con pregresse condanne per apologia di fascismo. Noi non rispondiamo a una leader di partito, ma ai nostri lettori, verso i quali abbiamo obblighi di natura morale e deontologica. Ci sono prerogative che Meloni non ha, tra queste la possibilità di acquisire la documentazione, il materiale di lavoro e le informazioni sulle fonti di un giornalista. Difendere la nostra posizione è difendere un principio.

Ed è proprio nella deontologia professionale che Meloni può trovare una risposta alla domanda sul perché l’inchiesta sia andata in onda a pochi giorni dal voto. Un giornalista non può tacere su fatti di rilevante interesse pubblico solo perché potrebbero avere ripercussioni sul voto dei cittadini; anzi, come ha spiegato il direttore “quando un’inchiesta riguarda un candidato, credo che per l’interesse pubblico debba andare in onda prima delle elezioni”. Più che chiedersi perché siano andate in onda immagini di fascisti e nostalgici di Hitler a pochi giorni dalle elezioni, Meloni dovrebbe chiedersi come sia possibile che ad appuntamenti elettorali pubblici di Fratelli d’Italia vi siano saluti gladiatori e romani, rimandi hitleriani e “boia chi molla”, sorrisi compiaciuti a commenti sessisti e razzisti inframmezzati da sfottò a giornalisti sotto scorta e via discorrendo. Evidentemente, però, non ha intenzione di farlo, visto che ancora nel video di stamattina continua a minimizzare la gravità di quanto mostrato da Fanpage.it, relegando tutto a "ridicole macchiette neonaziste" e dimenticando di pronunciare quelle tre paroline "noi siamo antifascisti" che forse aiuterebbero a fare chiarezza più di altre ore di girato con saluti romani e slogan nazisti.

Le immagini che abbiamo mandato in onda sono frutto di un lungo lavoro di documentazione e analisi; i tagli, le riduzioni e montaggio sono operazioni giornalistiche di cui il giornale si assume come sempre la responsabilità. Resta un mistero come si possa poi sostenere che un "boia chi molla", un "Berizzi" al posto di "cheese" o decine di saluti romani siano frutto di un abile lavoro di montaggio o di chissà quale taglia e cuci.

L'intero lavoro del team Backstair e di Fanpage, lo ripetiamo, va nella direzione dell'esclusivo e supremo interesse del lettore, nell'esercizio del diritto di cronaca e di critica su fatti di rilevante interesse pubblico. Principi che non sviliremo assecondando insinuazioni e accuse, sia pure poste sotto l'apparentemente ragionevole considerazione del "se non avete nulla da nascondere, perché non mostrate tutto il girato". Non possiamo che rispedire al mittente l'accusa di essere platealmente schierati politicamente: è la storia di questo giornale a dimostrare il contrario, per noi parlano anni di inchieste (che di certo non hanno risparmiato partiti e formazioni di colore diverso da quello di Meloni) e di lavoro giornaliero fatto di interviste, analisi e anche polemiche politiche. Non sappiamo a cosa si riferisca la leader di Fdi quando parla di "intero circuito o circo" che starebbe processando il suo partito in contumacia, non abbiamo né cordate da supportare, né referenti occulti cui rendere conto, né parti politiche da sostenere. Noi riteniamo di aver svolto il nostro lavoro con rigore e correttezza, pur tra le mille difficoltà e pressioni di queste ultime concitate settimane. E per questo non possiamo accettare aut aut e pressioni di alcun tipo.

Soprattutto, ribadiamo che non è nostro interesse il braccio di ferro con alcun esponente politico, tant'è che glisseremo persino sull'accusa di essere al servizio dei poteri forti, talmente ridicola da averci strappato finanche un sorriso.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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