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Elezioni Regionali 2025

Perché Mimmo Lucano è stato dichiarato incandidabile alle Elezioni regionali in Calabria

Mimmo Lucano non potrà candidarsi alle elezioni regionali in Calabria, che si terranno il 5 e 6 ottobre 2025. Il sindaco di Riace ed europarlamentare di Avs è stato dichiarato incandidabile perché a febbraio ha subito una condanna a 18 mesi per falso nel processo Xenia. Lucano, che farà ricorso, ha commentato: “C’è una regia politica dietro questa cosa”.
A cura di Luca Pons
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Mimmo Lucano non sarà tra i nomi presenti nella lista di Alleanza Verdi-Sinistra alle elezioni regionali in Calabria del 5 e 6 ottobre 2025. Le commissioni elettorali dei Tribunali di Reggio Calabria e Cosenza hanno infatti dichiarato incandidabile il sindaco di Riace ed europarlamentare di Avs. A suo carico c'è una condanna a diciotto mesi, con pena sospesa, arrivata a febbraio alla fine del processo Xenia sull'accoglienza di persone migranti nel suo Comune. "Mi sembra che ci sia come un filo conduttore che parte dalla questione penale, arriva alla decadenza da sindaco, e da ultimo arriva fino alla mia esclusione dalle liste. C'è una regia politica dietro questa cosa", ha commentato Lucano a Adnkronos. "Se è ineleggibile e non è vero, il ricorso gli darà ragione. È una decisione della magistratura e dobbiamo smetterla da tutte le parti di interpretare gli atti come atti politici", ha replicato il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, il calabrese Alfredo Antoniozzi.

Alleanza Verdi-Sinistra aveva inserito Lucano come candidato nelle circoscrizioni Nord e Sud, che fanno appunto riferimento a Reggio Calabria e a Cosenza. Tuttavia, la legge Severino del 2012 all'articolo 7 stabilisce che "non possono essere candidati alle elezioni regionali" coloro che hanno subito condanne per specifici reati. In particolare, tra gli altri c'è la condanna a una pena "complessivamente superiore a sei mesi per uno o più delitti commessi con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione o a un pubblico servizio".

I giudici delle commissioni elettorali hanno deciso che Lucano non rispettava i requisiti necessari, e quindi hanno cancellato il suo nome dalle liste. I legali dell'eurodeputato hanno annunciato che presenteranno ricorso a entrambi i tribunali. Un'ipotesi di linea difensiva potrebbe essere che, dato che la pena è stata sospesa, la norma non si applica in questo caso.

La condanna che Lucano ha subito, a 18 mesi di carcere, è per il reato di falso ideologico in una delibera comunale. Il processo nei suoi confronti, iniziato con le indagini nel 2016 e il rinvio a giudizio nel 2019, aveva valutato anche crimini ben più gravi: truffa aggravata, peculato, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. La condanna in primo grado era stata a 13 anni e due mesi, con l'aggravante di aver costituito una "associazione a delinquere". Ma dopo i tre gradi di giudizio, a febbraio di quest'anno, era arrivata l'assoluzione per tutti gli altri reati e la condanna per falso in una delibera del Comune (ce n'eran 57 imputate). Tutte le altre accuse erano cadute.

La dichiarazione di incandidabilità alle regionali non è la prima conseguenza negativa che Lucano affronta dopo la sentenza. A luglio il Tribunale di Locri lo aveva dichiarato decaduto dalla carica di sindaco di Riace, sempre applicando la legge Severino.  Anche in questo caso, Lucano aveva presentato ricorso rivolgendosi alla Cassazione. "Ritengo che, nel mio caso, la legge Severino non era applicabile", aveva detto. La risposta della Suprema Corte non è ancora arrivata, quindi non ci si può basare sulla sua decisione per capire se è possibile che Lucano venga riammesso alle liste elettorali delle regionali in Calabria. Il segretario regionale di Avs, Fernando Pignataro, parlando all'agenzia Agi ha definito il caos "un teatro dell'assurdo, che penalizza una persona quale Lucano che nella sua vita ha avuto solo l'intento di fare bene anche sfidando i codici: la sua esclusione è un atto politico".

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