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Concessioni balneari, le ultime notizie

Perché Mattarella ha richiamato Meloni sulle concessioni balneari e cosa succede adesso

Il presidente della Repubblica ha scritto al governo Meloni e al Parlamento, dicendo che è urgente intervenire sulle concessioni delle spiagge ai balneari. Nella legge sulla Concorrenza il centrodestra ha di nuovo rimandato la questione, ma tra pochi giorni scatterà una nuova fase della procedura d’infrazione europea.
A cura di Luca Pons
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Si riapre uno dei temi su cui il governo Meloni sta per scontrarsi con l'Europa: quello delle concessioni balneari. Dopo aver promulgato la legge sulla Concorrenza il 30 dicembre, ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ufficialmente scritto a Giorgia Meloni e ai presidenti di Camera e Senato, sottolineando che è necessario intervenire velocemente su questo ambito. La legge ha prolungato le concessioni già attive fino alla fine del 2025, nonostante ci sia già una procedura di infrazione aperta da parte dell'Unione europea. E nonostante Mattarella si fosse già fatto sentire, a febbraio dell'anno scorso, quando aveva promulgato il decreto Milleproroghe convertito in legge.

Perché Mattarella ha scritto a Meloni e al Parlamento sui balneari

Come ha spiegato il presidente della Repubblica, la proroga automatica per le concessioni delle spiagge ai balneari è "incompatibile con i principi più volte ribaditi dalla Corte di Giustizia, dalla Corte costituzionale, dalla giurisprudenza amministrativa e dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato". E anche quando si parla di nuove concessioni, i criteri scelti dal governo "appaiono restrittivi della concorrenza in entrata e favoriscono, in contrasto con le regole europee, i concessionari uscenti".

Così, il presidente Mattarella ha ricordato al governo e al Parlamento che, se non cambiano le cose, lo scontro con l'Europa sul piano legale sarà inevitabile, e potrebbero scattare sanzioni amministrative e tensioni politiche. È dal 2009 che i governi italiani (prima con Berlusconi, poi con Monti nel 2012, poi con Conte nel 2018 e infine con Meloni) rinviano la questione. Ora però l'intervento dell'Ue obbliga a stringere i tempi.

A che punto è la procedura d'infrazione contro l'Italia

Il 16 novembre, la Commissione europea ha inviato un parere motivato al governo italiano, che richiedeva all'Italia di adeguarsi entro due mesi. In precedenza il governo Meloni aveva provato a giustificarsi, dicendo che in Italia solo il 33% delle spiagge sono sottoposte a concessioni, quindi il 67% è libero e non c'è bisogno di intervenire sulle concessioni. In realtà, come è poi emerso, si trattava di un calcolo che teneva conto anche delle scogliere, delle zone montuose, dei porti industriali, insomma di aree della costa che non sono in nessun modo paragonabili a una spiaggia. E l'Europa se n'è accorta, facendolo notare nella sua lettera.

Alcuni Comuni nelle ultime settimane hanno prolungato le concessioni fino alla fine del 2024: Genova, Lecce, Rimini e Ravenna, Riccione, Gaeta, Venezia sono tra questi. In alcuni casi si sono avviate anche le procedure per un nuovo concorso, ma si tratta di iniziative sparse e disordinate. Entro il 16 gennaio si attende la risposta dell'esecutivo Meloni a Bruxelles, altrimenti potrebbe scattare la fase successiva della procedura di infrazione. Quella che porterebbe l'intervento della Corte di giustizia, e una possibile multa per l'Italia, insieme all'obbligo di cambiare la legge.

Cosa vogliono fare la Lega e Giorgia Meloni

Da parte sua però la Lega ha già fatto sapere che non intende mollare: "Lega impegnata, come da anni anche in questi giorni, per garantire diritti e futuro alle migliaia di lavoratori e imprenditori del commercio ambulante e del settore balneare. Non ci arrendiamo a chi, nel nome dell'Europa, ha provato a svendere lavoro e sacrifici di migliaia di italiani", ha fatto sapere il partito di Matteo Salvini. Il segretario del Carroccio e ministro dei Trasporti a febbraio aveva parlato con gli stessi toni: "Ritengo che il diritto al libero mercato vada contemperato con il rispetto del lavoro, del sacrificio e degli investimenti di migliaia di imprenditori su quelle spiagge e su quelle coste per cinquant'anni".

Dunque, ora toccherà a Meloni scegliere cosa fare. Come accaduto in altre occasioni, dai migranti al Mes, la Lega ha voluto mantenere la sua posizione ‘dura'. La presidente del Consiglio dovrà decidere se intavolare le trattative con Bruxelles per cambiare la situazione ed evitare le sanzioni, sconfessando Salvini, o se seguire a sua volta la linea dell'opposizione all'Europa.

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